Il 15 febbraio inaugura a Verona la casa-museo frutto dalla passione di Luigi Carlon
A Palazzo Maffei, nuovo scrigno per gli amanti dell'arte, un viaggio lungo cinque secoli tra antico e moderno
Palazzo Maffei, una delle sale interne del percorso
Samantha De Martin
16/01/2020
Verona - Un percorso eclettico, tra capolavori e curiosità, che attraversa oltre cinque secoli, frutto della passione dell’imprenditore e collezionista Luigi Carlon.
Dal prossimo 15 febbraio, data ufficiale di apertura al pubblico, Verona avrà un nuovo spazio per gli amanti dell’arte, ospitato nella Casa museo di Palazzo Maffei, edificio seicentesco di Piazza delle Erbe, fresco di restauro.
Oltre alla pittura veronese - cui sarà data un'attenzione particolare, con opere di Liberale da Verona, Nicolò Giolfino, Zenone Veronese, Bonifacio de’ Pitati, Antonio e Giovanni Badile, Felice Brusasorci - e al futurismo italiano, i visitatori potranno apprezzare anche i grandi maestri del XX secolo, da Picasso a De Chirico, da Mirò a Kandinsky, da Magritte a Fontana, da Burri a Manzoni.
Nel giorno che celebra l’amore in ogni sua forma, Verona rinnova la passione per la bellezza inaugurando, il prossimo 14 febbraio, il restauro completo di uno dei più scenografici palazzi seicenteschi della città, con la sua facciata barocca che torna a splendere, l'imponente scalone, gli stucchi e le pitture murali del piano nobile, accanto a un'ampia raccolta d'arte che spazia dalla fine del Trecento ad oggi.
Provando ad addentrarci in questo suggestivo spazio, nato su progetto architettonico dello studio Baldessari e Baldessari, e da un'idea museografica di Gabriella Belli, con contributi scientifici di Valerio Terraroli e Enrico Maria Guzzo, scopriamo oltre 350 opere tra le quali 200 dipinti, una ventina di sculture, disegni, un'importante selezione di mobili d'epoca, e ancora vetri antichi, ceramiche rinascimentali e maioliche seicentesche, argenti, rari volumi, avori, manufatti lignei, pezzi d'arte orientale, con una scelta espositiva dalla "doppia anima".
La prima parte delle collezione, custodita in stanze direttamente affacciate sulla piazza, privilegia il dialogo con gli ambienti del piano nobile del palazzo a ricreare l'atmosfera di una dimora privata, ma anche il senso di una wunderkammer, sintesi perfetta tra le arti, con nuclei di capolavori antichi a dialogo con la modernità.
Il Novecento e l’arte contemporanea dominano invece nella seconda parte, caratterizzata da una vera e propria galleria museale, con opere di Boccioni, Severini, Balla (Mercurio che passa davanti al sole, 1914) ma anche Picasso (la Femme assise del 1953), Magritte (Le fenêtre ouverte, 1966) e Braque, o ancora Casorati, Morandi, Duchamp.
Scrigno di un patrimonio artistico che diventa adesso ricchezza condivisa con il pubblico e la città, Palazzo Maffei rappresenta per la città scaligera un edificio fortemente simbolico il cui nucleo originario tardo-medievale sorge nell’area del Capitolium, il complesso votivo dedicato alla Triade Capitolina, costruito quando, nel 49 a.C., Verona divenne municipio romano, periodo del quale i sotterranei del palazzo conservano ancora le evidenze.
Dal prossimo 15 febbraio, data ufficiale di apertura al pubblico, Verona avrà un nuovo spazio per gli amanti dell’arte, ospitato nella Casa museo di Palazzo Maffei, edificio seicentesco di Piazza delle Erbe, fresco di restauro.
Oltre alla pittura veronese - cui sarà data un'attenzione particolare, con opere di Liberale da Verona, Nicolò Giolfino, Zenone Veronese, Bonifacio de’ Pitati, Antonio e Giovanni Badile, Felice Brusasorci - e al futurismo italiano, i visitatori potranno apprezzare anche i grandi maestri del XX secolo, da Picasso a De Chirico, da Mirò a Kandinsky, da Magritte a Fontana, da Burri a Manzoni.
Nel giorno che celebra l’amore in ogni sua forma, Verona rinnova la passione per la bellezza inaugurando, il prossimo 14 febbraio, il restauro completo di uno dei più scenografici palazzi seicenteschi della città, con la sua facciata barocca che torna a splendere, l'imponente scalone, gli stucchi e le pitture murali del piano nobile, accanto a un'ampia raccolta d'arte che spazia dalla fine del Trecento ad oggi.
Provando ad addentrarci in questo suggestivo spazio, nato su progetto architettonico dello studio Baldessari e Baldessari, e da un'idea museografica di Gabriella Belli, con contributi scientifici di Valerio Terraroli e Enrico Maria Guzzo, scopriamo oltre 350 opere tra le quali 200 dipinti, una ventina di sculture, disegni, un'importante selezione di mobili d'epoca, e ancora vetri antichi, ceramiche rinascimentali e maioliche seicentesche, argenti, rari volumi, avori, manufatti lignei, pezzi d'arte orientale, con una scelta espositiva dalla "doppia anima".
La prima parte delle collezione, custodita in stanze direttamente affacciate sulla piazza, privilegia il dialogo con gli ambienti del piano nobile del palazzo a ricreare l'atmosfera di una dimora privata, ma anche il senso di una wunderkammer, sintesi perfetta tra le arti, con nuclei di capolavori antichi a dialogo con la modernità.
Il Novecento e l’arte contemporanea dominano invece nella seconda parte, caratterizzata da una vera e propria galleria museale, con opere di Boccioni, Severini, Balla (Mercurio che passa davanti al sole, 1914) ma anche Picasso (la Femme assise del 1953), Magritte (Le fenêtre ouverte, 1966) e Braque, o ancora Casorati, Morandi, Duchamp.
Scrigno di un patrimonio artistico che diventa adesso ricchezza condivisa con il pubblico e la città, Palazzo Maffei rappresenta per la città scaligera un edificio fortemente simbolico il cui nucleo originario tardo-medievale sorge nell’area del Capitolium, il complesso votivo dedicato alla Triade Capitolina, costruito quando, nel 49 a.C., Verona divenne municipio romano, periodo del quale i sotterranei del palazzo conservano ancora le evidenze.
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