Dal 27 maggio al 27 novembre
Alla Fondazione Berengo la prima retrospettiva postuma su Zaha Hadid
Zaha Hadid | Photo courtesy of © Simone Cecchetti via Flickr CC BY 2.0
Ludovica Sanfelice
11/05/2016
Venezia - Le intenzioni erano altre e quella in programma avrebbe dovuto essere una riflessione sulle nuove possibilità della progettazione, poi Zaha Hadid è improvvisamente scomparsa e la mostra in programma alla Fondazione Berengo presso Palazzo Franchetti si è trasformata nella prima retrospettiva postuma dedicata ai 35 anni di attività dell’archistar del nuovo millennio stroncata da una crisi cardiaca lo scorso marzo.
Tornando indietro di qualche mese l’esposizione era infatti stata concepita come una ricerca approfondita ma raccolta attorno alla specificità dell’impiego di nuove tecnologie e metodi adottati nello studio Zaha Hadid Architects che ha direttamente ritenuto opportuno rimodellare la rassegna in un sentito tributo ad un'immensa e folgorante carriera articolato in un percorso che distribuirà in dieci sale dipinti, disegni, modelli, stampe, fotografie e anche video installazioni.
Nella fatalità, l’estemporanea retrospettiva, nella cornice lagunare troverà un'accoglienza speciale in concomitanza con la Biennale di Architettura che alla fine di maggio inaugurerà presso i Giardini dell’Arsenale.
In un simile contesto si aprirà una ricognizione che spazierà dai primi progetti rimasti irrealizzati come l’ipotesi di trasformare Trafalgar Square a Londra formulata nel 1985, fino alle più recenti opere ancora in costruzione come l’edificio residenziale affacciato sull’High Line di New York che sarà completato nel 2017.
Nel mezzo: pietre miliari come la struttura rapida ed esatta della Vitra Fire Station di Weil am Rhein in Germania; il Rosenthal Center for Contemporary Art di Cincinnati con l’ormai leggendario urban carpet creato da quella parete verticale che rotola fuori fino alla strada attirando i passanti; e infine il MaXXI, l’imponente polo delle arti contemporanee che ha portato il futuro a Roma.
Dal 27 maggio al 27 novembre.
Per approfondimenti:
- Il mondo al futuro di Zaha Hadid
Tornando indietro di qualche mese l’esposizione era infatti stata concepita come una ricerca approfondita ma raccolta attorno alla specificità dell’impiego di nuove tecnologie e metodi adottati nello studio Zaha Hadid Architects che ha direttamente ritenuto opportuno rimodellare la rassegna in un sentito tributo ad un'immensa e folgorante carriera articolato in un percorso che distribuirà in dieci sale dipinti, disegni, modelli, stampe, fotografie e anche video installazioni.
Nella fatalità, l’estemporanea retrospettiva, nella cornice lagunare troverà un'accoglienza speciale in concomitanza con la Biennale di Architettura che alla fine di maggio inaugurerà presso i Giardini dell’Arsenale.
In un simile contesto si aprirà una ricognizione che spazierà dai primi progetti rimasti irrealizzati come l’ipotesi di trasformare Trafalgar Square a Londra formulata nel 1985, fino alle più recenti opere ancora in costruzione come l’edificio residenziale affacciato sull’High Line di New York che sarà completato nel 2017.
Nel mezzo: pietre miliari come la struttura rapida ed esatta della Vitra Fire Station di Weil am Rhein in Germania; il Rosenthal Center for Contemporary Art di Cincinnati con l’ormai leggendario urban carpet creato da quella parete verticale che rotola fuori fino alla strada attirando i passanti; e infine il MaXXI, l’imponente polo delle arti contemporanee che ha portato il futuro a Roma.
Dal 27 maggio al 27 novembre.
Per approfondimenti:
- Il mondo al futuro di Zaha Hadid
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