Ricordando Robert Hughes

 

08/08/2012

“Odio questi figli di buona donna che hanno le facce da tejere d’argento di Sotheby’s, questo supermercato d’una pseudo religio dell’arte, che s’interseca fatalmente con l’ipocrisia sociale. Mentre io penso davvero che l’arte deve essere mistica, visionaria” - così parlava Robert Hughes, soprannominato “Il Mohammed Ali della critica d'arte”. L'esperto d'arte è morto a New York all'età di 74 anni dopo una lunga malattia.

Australiano trapiantato in America sin dagli anni 70, Hughes si definiva “uno di quegli scrittori il cui tema è l'arte”. Autore di celebri saggi come Barcellona l'incantatrice, è stato critico d'arte per Time Magazine per oltre trent'anni, l'unico ad aver ricevuto per ben due volte il prestigioso premio per critici Frank Jewett Mather Award.

Lavorò anche in TV, realizzando una serie di documentari che analizzavano la storia dell'arte in relazione all'evoluzione della società. Nel 2002 rifiutò di dirigere la Biennale di Venezia: “L'offerta all'inizio lo aveva reso felice – avevano scritto sul New York Post - ma le diatribe e l'inettitudine del governo italiano lo avevano successivamente amareggiato”.