Il valore della quotidianità
Un'opera del pittore René François Ghislain Magritte
26/01/2001
In un momento in cui l’Europa è attraversata da una forte ondata di rinnovamento, percepibile in campo artistico con il proliferare dei movimenti d’Avanguardia -come l'Espressionismo, il Cubismo, l'Astrattismo, il Dadaismo, il Surrealismo- Magritte cerca sempre un proprio originalissimo linguaggio, che ha indotto gli studiosi a definire la sua opera un “surrealismo veristico”.
Popolano le sue tele immagini visibili che non vogliono nascondere nulla, ma al contrario, vogliono evocare il mistero insito nelle cose. Il mistero è nel visibile, ecco perché l’opera di Magritte, semplice ad una prima lettura, rivela invece una sua profonda difficoltà ed ambiguità.
L’artista sembra rifuggire l’idea del simbolo o dell’ interpretazione psicanalitica dell’arte; egli è convinto che è sufficiente guardare un’opera per coglierne il valore. Infatti ogni oggetto della quotidianità - come una pipa, una sedia, una porta, delle scarpe, un albero, una nuvola - può evocare il mistero che ha in sé, quando viene presentato, magari con altri oggetti ancora, in una realtà diversa, in configurazioni provocatorie. Magritte dice: “Non dipingo visioni. Con l’aiuto della pittura descrivo, nel modo migliore in cui so farlo, oggetti – ed i rapporti fra gli oggetti – in modo così esplicito che nessuna delle nostre normali nozioni ed emozioni possa necessariamente esservi associata”.
L’artista sente dentro di sé il desiderio di reagire all’immagine stereotipata della realtà, proponendone una, alternativa, affascinante e surreale. Ecco perché la sua arte ha fatto scuola e la mostra organizzata a metà degli anni Cinquanta a New York, ha profondamente influenzato artisti come Andy Warhol, Robert Rauschenberg e Jasper Johns, ed ha avuto un forte impatto anche sul mondo della pubblicità.
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