A Roma un nuovo itinerario di visita dell’area archeologica tra Colle Oppio e Palatino
Apre al pubblico la prima reggia di Nerone sul Palatino

Zona superiore e lunetta con scena di amazzonomachia. (Ambiente A5, parete sud). Roma, Domus Transitoria. Courtesy Parco archeologico del Colosseo
Samantha De Martin
15/04/2019
Roma - Svetonio parla della sua realizzazione come di un vero e proprio scandalo. Ed in effetti l’edificazione della Domus Transitoria, la prima reggia privata di Nerone, costruita prima del grande incendio del 64 d.C., che permetteva di “transitare” dal Palatino all’Esquilino, presenta pitture, stucchi e marmi sfarzosi che anticipano per magnificenza le preziose decorazioni della successiva Domus Aurea.
A catturare lo sguardo è il porfido rosso, quello verde greco, il giallo antico e il pavonazzetto provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo, materiali cari all’imperatore propugnatore di quella luxuria ritenuta motivo di tanti mali per Roma e per il suo Impero.
Dal 12 aprile un itinerario di visita all’interno dell’area archeologica centrale che si estende dal Colle Oppio al Palatino, consente ai visitatori di assaporare, tra reale e virtuale, il genio costruttivo dell’imperatore e le sperimentazioni da lui ricercate nelle decorazioni pittoriche e marmoree. Di questa prima dimora sul Palatino sono ancora riconoscibili alcuni suggestivi ambienti. Come lo spazio occupato in origine da un ricco ninfeo con giochi d’acqua e, di fronte, un triclinio avvolto da colonne di porfido e pilastri in marmi policromi, dove l’imperatore era dedito allo svago e al riposo.
Di altre due stanze restano i segni della preziosa decorazione di affreschi, stucchi e pavimenti marmorei.
Alcuni reperti sono conservati nel vicino Museo Palatino e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. In occasione dell’apertura del percorso ritornano per la prima volta sul Palatino - dopo 300 anni e grazie a un importante prestito frutto di un accordo di collaborazione con il MANN fino al 2021 - alcuni affreschi staccati, al momento della scoperta, da un ambiente coperto con volta a botte. Si tratta di due grandi fregi e delle formelle, il cui stile ha suggerito l’attribuzione a Famulus o Fabullus, il pittore della Domus Aurea, dallo stile “fluido e vibrante”, citato da Plinio.
Scoperti nel Settecento dai Farnese - inizialmente identificati per errore come i Bagni di Livia - questi ambienti sono stati oggetto di un lavoro di restauro e messa in sicurezza durato dieci anni. Accompagnato da una nuova illuminazione e da tre installazioni multimediali che consentono di immergersi nelle originali atmosfere del I secolo d.C, il pubblico potrà indossare un visore per la realtà virtuale e osservare una ricostruzione realistica del triclinio e del ninfeo.
Seguendo l’itinerario di visita si raggiunge uno spazio con una grande latrina con 50 posti e una parete, completamente rossa, con tracce dell’originaria decorazione con foglie ed elementi vegetali caratteristici della pittura di giardino. Oltre agli intonaci pittorici, spiccano in tutto il percorso i marmi policromi dei rivestimenti pavimentali e parietali, motivi vegetali ed elementi geometrici curvilinei.
Il livello di perfezione dei disegni raggiunge il culmine nel pavimento della grande aula a tre navate sotto la Casina Farnese, forse l’esemplare più raffinato tra i sectilia pavimenta, restituitoci dall’antichità romana. Una fontana ovale pertinente il grande triclinio del palazzo imperiale fatto edificare da Domiziano, noto con il nome di Coenatio Iovis, ricopre il pavimento.
“La restituzione al pubblico di questo lembo del palazzo di Nerone - spiega Alfonsina Russo, direttore Parco archeologico del Colosseo - vuole anche essere l’incipit dell’itinerario neroniano che intende collegare i lussuosi ambienti sul Palatino a quanto resta della Domus Aurea sul Colle Oppio. Un vero “filo d’oro” che traccia la personalità di Nerone, una delle figure più controverse dell’Impero romano, offrendo al visitatore un percorso tra i più affascinanti nel cuore della Roma antica”.
La reggia di Nerone sarà visitabile dal venerdì al lunedì. La visita al monumento - il cui ingresso è contingentato per necessità di tutela - rientra nel nuovo biglietto Foro-Palatino SUPER di 16 euro, valido un giorno.
Leggi anche:
• Dalla riapertura della Domus Transitoria ai gladiatori: il Colosseo e il MANN insieme per valorizzare l'arte
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Dal 12 aprile un itinerario di visita all’interno dell’area archeologica centrale che si estende dal Colle Oppio al Palatino, consente ai visitatori di assaporare, tra reale e virtuale, il genio costruttivo dell’imperatore e le sperimentazioni da lui ricercate nelle decorazioni pittoriche e marmoree. Di questa prima dimora sul Palatino sono ancora riconoscibili alcuni suggestivi ambienti. Come lo spazio occupato in origine da un ricco ninfeo con giochi d’acqua e, di fronte, un triclinio avvolto da colonne di porfido e pilastri in marmi policromi, dove l’imperatore era dedito allo svago e al riposo.
Di altre due stanze restano i segni della preziosa decorazione di affreschi, stucchi e pavimenti marmorei.
Alcuni reperti sono conservati nel vicino Museo Palatino e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. In occasione dell’apertura del percorso ritornano per la prima volta sul Palatino - dopo 300 anni e grazie a un importante prestito frutto di un accordo di collaborazione con il MANN fino al 2021 - alcuni affreschi staccati, al momento della scoperta, da un ambiente coperto con volta a botte. Si tratta di due grandi fregi e delle formelle, il cui stile ha suggerito l’attribuzione a Famulus o Fabullus, il pittore della Domus Aurea, dallo stile “fluido e vibrante”, citato da Plinio.
Scoperti nel Settecento dai Farnese - inizialmente identificati per errore come i Bagni di Livia - questi ambienti sono stati oggetto di un lavoro di restauro e messa in sicurezza durato dieci anni. Accompagnato da una nuova illuminazione e da tre installazioni multimediali che consentono di immergersi nelle originali atmosfere del I secolo d.C, il pubblico potrà indossare un visore per la realtà virtuale e osservare una ricostruzione realistica del triclinio e del ninfeo.
Seguendo l’itinerario di visita si raggiunge uno spazio con una grande latrina con 50 posti e una parete, completamente rossa, con tracce dell’originaria decorazione con foglie ed elementi vegetali caratteristici della pittura di giardino. Oltre agli intonaci pittorici, spiccano in tutto il percorso i marmi policromi dei rivestimenti pavimentali e parietali, motivi vegetali ed elementi geometrici curvilinei.
Il livello di perfezione dei disegni raggiunge il culmine nel pavimento della grande aula a tre navate sotto la Casina Farnese, forse l’esemplare più raffinato tra i sectilia pavimenta, restituitoci dall’antichità romana. Una fontana ovale pertinente il grande triclinio del palazzo imperiale fatto edificare da Domiziano, noto con il nome di Coenatio Iovis, ricopre il pavimento.
“La restituzione al pubblico di questo lembo del palazzo di Nerone - spiega Alfonsina Russo, direttore Parco archeologico del Colosseo - vuole anche essere l’incipit dell’itinerario neroniano che intende collegare i lussuosi ambienti sul Palatino a quanto resta della Domus Aurea sul Colle Oppio. Un vero “filo d’oro” che traccia la personalità di Nerone, una delle figure più controverse dell’Impero romano, offrendo al visitatore un percorso tra i più affascinanti nel cuore della Roma antica”.
La reggia di Nerone sarà visitabile dal venerdì al lunedì. La visita al monumento - il cui ingresso è contingentato per necessità di tutela - rientra nel nuovo biglietto Foro-Palatino SUPER di 16 euro, valido un giorno.
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