In mostra fino al 25 luglio e poi dal 2 settembre al 29 ottobre
Il Quirinale svela al pubblico i Bronzi di San Casciano
Una delle statue in bronzo rinvenute a San Casciano dei Bagni | Courtesy Ministero della Cultura
Francesca Grego
23/06/2023
Roma - Nel novembre 2022 la loro scoperta suscitò grande clamore; qualcuno, addirittura, li definì il ritrovamento archeologico più importante dai tempi dei Bronzi di Riace. Avvolti dal fango caldo di una sorgente termo-minerale, i 24 bronzi di San Casciano dei Bagni hanno attraversato i secoli per riemergere intatti dopo 2300 anni. Oggi per la prima volta si svelano al pubblico nella prestigiosa sede del Palazzo del Quirinale, riaprendo un’intrigante pagina di storia antica.
In mostra l’intero deposito votivo ritrovato nel Bagno Grande di San Casciano (Siena): le effigi di Igea, dea della salute, e Apollo, protettore delle arti mediche, ma anche insoliti ritratti accompagnati da iscrizioni dedicate a divinità di cui abbiamo perso la memoria, a cui i devoti offrivano le statuette in cambio di una grazia. E poi migliaia di monete, nonché le rappresentazioni tridimensionali di organi e parti anatomiche – dalle mani ai polmoni – per i quali si invocava il miracolo attraverso l’acqua sacra.
Una delle statue in bronzo rinvenute a San Casciano dei Bagni | Courtesy Ministero della Cultura
Gran parte dei reperti si colloca tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C, un periodo di importanti trasformazioni nella Toscana antica, che assiste al tramonto della civiltà etrusca e all’affermarsi dei Romani. A raccontare il cambiamento sono le iscrizioni - ancora ben visibili - in etrusco e in latino con i nomi di potenti famiglie dell’Etruria interna, dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese. In quest’epoca di contrasti tra Roma e le città etrusche, e di conflitti all’interno della stessa Urbe, il santuario del Bagno Grande rappresentava un’oasi di pace, caratterizzato da un contesto multiculturale e plurilinguistico. Qui le nobili famiglie etrusche scelsero di dedicare all’acqua sacra le statue, che oggi prendono la parola per raccontare le relazioni tra due grandi civiltà del mondo antico.
Presentati come “il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto in Italia”, il tesoro di San Casciano è attualmente oggetto di ricerca da parte di un gran numero di studiosi. Al Quirinale diventa il tramite di un viaggio attraverso i secoli tra le acque termali dell’antica città-stato di Chiusi. “Dall’età del bronzo fino all’età imperiale, la grande tradizione delle produzioni in bronzo di quest’area dell’Etruria si dipana come una spirale”, scrivono gli autori della mostra: “Come l’acqua calda delle sorgenti termali si fa vortice e diviene travertino, così il visitatore scopre come le offerte in bronzo incontrino l’acqua non solo a San Casciano, ma in una moltitudine di luoghi sacri del territorio”.
Gli dei ritornano. I bronzi di San Casciano sarà visitabile previa prenotazione dal 23 giugno al 25 luglio e dal 2 settembre al 29 ottobre presso il Palazzo del Quirinale.
Una delle statue in bronzo rinvenute a San Casciano dei Bagni | Courtesy Ministero della Cultura
Leggi anche:
• La ritualità antica si riscrive a San Casciano dei Bagni. Bronzi straordinari emergono dal fango
In mostra l’intero deposito votivo ritrovato nel Bagno Grande di San Casciano (Siena): le effigi di Igea, dea della salute, e Apollo, protettore delle arti mediche, ma anche insoliti ritratti accompagnati da iscrizioni dedicate a divinità di cui abbiamo perso la memoria, a cui i devoti offrivano le statuette in cambio di una grazia. E poi migliaia di monete, nonché le rappresentazioni tridimensionali di organi e parti anatomiche – dalle mani ai polmoni – per i quali si invocava il miracolo attraverso l’acqua sacra.
Una delle statue in bronzo rinvenute a San Casciano dei Bagni | Courtesy Ministero della Cultura
Gran parte dei reperti si colloca tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C, un periodo di importanti trasformazioni nella Toscana antica, che assiste al tramonto della civiltà etrusca e all’affermarsi dei Romani. A raccontare il cambiamento sono le iscrizioni - ancora ben visibili - in etrusco e in latino con i nomi di potenti famiglie dell’Etruria interna, dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese. In quest’epoca di contrasti tra Roma e le città etrusche, e di conflitti all’interno della stessa Urbe, il santuario del Bagno Grande rappresentava un’oasi di pace, caratterizzato da un contesto multiculturale e plurilinguistico. Qui le nobili famiglie etrusche scelsero di dedicare all’acqua sacra le statue, che oggi prendono la parola per raccontare le relazioni tra due grandi civiltà del mondo antico.
Presentati come “il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto in Italia”, il tesoro di San Casciano è attualmente oggetto di ricerca da parte di un gran numero di studiosi. Al Quirinale diventa il tramite di un viaggio attraverso i secoli tra le acque termali dell’antica città-stato di Chiusi. “Dall’età del bronzo fino all’età imperiale, la grande tradizione delle produzioni in bronzo di quest’area dell’Etruria si dipana come una spirale”, scrivono gli autori della mostra: “Come l’acqua calda delle sorgenti termali si fa vortice e diviene travertino, così il visitatore scopre come le offerte in bronzo incontrino l’acqua non solo a San Casciano, ma in una moltitudine di luoghi sacri del territorio”.
Gli dei ritornano. I bronzi di San Casciano sarà visitabile previa prenotazione dal 23 giugno al 25 luglio e dal 2 settembre al 29 ottobre presso il Palazzo del Quirinale.
Una delle statue in bronzo rinvenute a San Casciano dei Bagni | Courtesy Ministero della Cultura
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