Un ponte tra Milano e Roma nel segno del contemporaneo
Siglato l’accordo tra Brera e la GNAM. Si parte con “La forza di sognare”, una grande mostra su Mario Ceroli
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma
Francesca Grego e Eleonora Zamparutti
16/10/2024
Roma - Valorizzazione dei patrimoni storico-artistici, progetti di studio, promozione e ricerca scientifica, eventi espositivi condivisi: sono questi gli obiettivi dell’accordo tra la GNAM - Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e la Pinacoteca di Brera presentato questa mattina a Roma. Prima tappa, una grande mostra dedicata al maestro del contemporaneo Mario Ceroli: da dicembre potremo ammirarla a Palazzo Citterio nei nuovi spazi per le collezioni moderne e contemporanee di Brera, e dalla prossima primavera alla GNAM in versione ampliata, nella forma di una vera e propria antologica.
“L’intenzione è di produrre grandi mostre con uno sforzo comune. Milano e Roma sono città vicine ma abbastanza lontane per non sovrapporsi nelle iniziative”, ha affermato durante la conferenza stampa la direttrice della Gnam Cristina Mazzantini, che ha esposto la sua intenzione di voler essere una “nuova forza di sognare” per disegnare il futuro dell’arte e della cultura italiane. Giunta alla GNAM da pochi mesi, Mazzantini tesse relazioni, partnership, progetti con istituzioni pubbliche e private nazionali e internazionali, con l'obiettivo di dar vita ad una nuova geografia dell’arte dentro e fuori dal Paese. Dopo gli accordi siglati con i Musei Reali di Torino e le Gallerie dell’Umbria, è la volta della Pinacoteca di Brera diretta da Angelo Crespi.
“Il 7 dicembre - ha aggiunto Crespi - inaugureremo a Palazzo Citterio l’allestimento della nuova Sala 40, dedicata alle collezioni Jesi e Vitali della prima metà del Novecento, con importanti opere di Morandi, Boccioni… È stato perciò naturale guardare alla Gnam di Roma, che conserva la più importante collezione di arte tra la fine dell’Ottocento e il contemporaneo. Una collezione assolutamente coerente con la produzione artistica che Brera esplorerà negli spazi di Palazzo Citterio, di prossima apertura al pubblico”.
“L’accordo siglato con la Galleria Nazionale - prosegue Crespi - punta a mettere in relazione due musei di Stato valorizzandone le collezioni e aprendo nuovi studi di conservazione e restauro, che partiranno con l’inaugurazione di un laboratorio di chimica per la diagnostica delle opere“.
Da sinistra: Angelo Crespi, Cristina Mazzantini, Mario Ceroli, Ernesto Fürstenberg Fassio I Courtesy GNAM
Forte del supporto di Banca Ifis, che sosterrà la partnership a lungo termine tra le due istituzioni, il progetto dedicato a Mario Ceroli si articolerà in vari momenti e luoghi, con un “ritorno sociale e culturale per il Paese”, annuncia Mazzantini. Oltre alla mostra itinerante tra Milano e Roma, sono previste due pubblicazioni, tra cui il catalogo generale delle opere dell’artista, la creazione di una fondazione per la conservazione e la valorizzazione dell’Archivio Ceroli e in prospettiva l’apertura al pubblico della casa dell’artista, nonché pubblicazioni destinate agli studenti degli istituti d’arte con distribuzione gratuita nelle scuole.
“Banca Ifis ha creato Ifis Art, un contenitore di iniziative che opera in Italia e a livello internazionale per incrementare la fruizione dell’arte da parte dei giovani”, ha spiegato il presidente della banca Ernesto Fürstenberg Fassio. Ma l’impegno profuso nel progetto Ceroli nasce anche da ragioni personali: “Esiste un legame tra la nostra famiglia e Mario dagli anni Sessanta - racconta Fürstenberg - Mario mi ha chiesto di tutelare il suo percorso e i luoghi della sua arte: l’abitazione, lo studio, la collezione, l’adiacente falegnameria e laboratorio, e il percorso espositivo che sta nella sua casa. Un patrimonio di 250 opere realizzate in 70 anni, un ponte tra il Novecento e il Duemila. Casa Ceroli diventerà un museo e porteremo la sua arte all’estero, a New York, Londra, Parigi, grazie a un comodato d’uso con le ambasciate e il Quirinale”.
Mentre fervono i lavori per salvare dalla dispersione la collezione Ceroli, l’esposizione in arrivo permetterà al pubblico di conoscere meglio questo maestro dell’arte italiana: “Un artista unico, già esponente di spicco dell’Arte Povera e della stagione Pop”, spiega Mazzantini: “Questa mostra celebra la sua straordinaria carriera, pervasa da una costante ricerca della meraviglia”.
Mario Ceroli, Discorsi platonici sulla geometria (Uomo con Cubo), 1985-1990, Legno di pino russo
A Palazzo Citterio le architetture ipogee in cemento della Sala Stirling accoglieranno cinque installazioni di Ceroli, tra cui la monumentale Venezia, fatta di tronchi d’albero di pino provenienti dal giardino dell’abitazione romana dell’artista, tagliati in seguito alla loro morte prematura per un attacco della cocciniglia tartaruga. “Alberi che hanno pagato prezzo della globalizzazione: la cocciniglia tartaruga ha colpito i pini, ma i tronchi hanno ricevuto nuova vita”, spiega il curatore Cesare Biasini Selvaggi, ricordando come all’inizio della carriera Ceroli raccogliesse i rami dalle potature lungo il Tevere, trovando nel legno un “complice d’elezione”. Noto per aver lavorato con i materiali più disparati - marmo, vetro, terre colorate, stoffa, cenere, acqua, ghiaccio - nel 1957 l’artista iniziò la sua avventura nel mondo della scultura vincendo il premio della Galleria Nazionale d’Arte d’Arte Moderna con un’opera fatta di soli tronchi e chiodi.
L’installazione site specific che presenterà a Milano - una sorta di “Stonehenge lignea” - è da un lato un omaggio alla città che accolse l’artista giovanissimo nel ‘66, in occasione della Biennale che ne determinò la precoce affermazione, dall’altro una meditazione sulla bellezza, sull’unicità della Serenissima e sull’ingegno alla base della costruzione e della longevità di una città sull’acqua, cresciuta su semplici pali di legno infissi nel sedimento della laguna.
Dal documentario Mario Ceroli. Le forme della meraviglia" di Guido Talarico I Courtesy Rai Cultura
“Gli alberi sono la vita, e assomigliano molto all’uomo, alla sua struttura fisica”, ha ricordato Ceroli, che da sempre ama portare la propria opera in strada, alle comunità, perché “nelle case non serve”. Nella mostra Venezia: la forza di sognare scopriremo la personalità di un “eterno ragazzo artista”, portatore di cultura nel senso più profondo, e la sua straordinaria capacità di interpretare il presente nel corso di settant’anni, attraversando movimenti e tendenze con spirito sempre indipendente.
Pensata come una vera e propria antologica, nella sua versione romana l’esposizione giungerà fino agli ultimi decenni del lavoro di Ceroli, mostrando la sua ricerca creativa sia ancora in divenire e presentando anche lavori raramente esposti. In primo piano, la sua attitudine scenica, il talento nella rappresentazione di spazi possibili. In quest’ottica, anticipa Biasini Selvaggi, “saranno esposte anche le carte di Mario, fondamentali per comprenderne il percorso. E si approfondirà il suo contributo alla scenografia teatrale e cinematografica”.
In attesa della mostra, per chi desidera avvicinarsi alla figura di questo artista poliedrico e originale l’appuntamento è su Raiplay con il documentario di Guido Talarico Mario Ceroli. Le forme della meraviglia prodotto Fad e Lilium Distribution in collaborazione con Rai Cultura e già andato in onda nel programma Art Night di Silvia De Felice su RAI 5.
Dal documentario Mario Ceroli. Le forme della meraviglia" di Guido Talarico I Courtesy Rai Cultura
“L’intenzione è di produrre grandi mostre con uno sforzo comune. Milano e Roma sono città vicine ma abbastanza lontane per non sovrapporsi nelle iniziative”, ha affermato durante la conferenza stampa la direttrice della Gnam Cristina Mazzantini, che ha esposto la sua intenzione di voler essere una “nuova forza di sognare” per disegnare il futuro dell’arte e della cultura italiane. Giunta alla GNAM da pochi mesi, Mazzantini tesse relazioni, partnership, progetti con istituzioni pubbliche e private nazionali e internazionali, con l'obiettivo di dar vita ad una nuova geografia dell’arte dentro e fuori dal Paese. Dopo gli accordi siglati con i Musei Reali di Torino e le Gallerie dell’Umbria, è la volta della Pinacoteca di Brera diretta da Angelo Crespi.
“Il 7 dicembre - ha aggiunto Crespi - inaugureremo a Palazzo Citterio l’allestimento della nuova Sala 40, dedicata alle collezioni Jesi e Vitali della prima metà del Novecento, con importanti opere di Morandi, Boccioni… È stato perciò naturale guardare alla Gnam di Roma, che conserva la più importante collezione di arte tra la fine dell’Ottocento e il contemporaneo. Una collezione assolutamente coerente con la produzione artistica che Brera esplorerà negli spazi di Palazzo Citterio, di prossima apertura al pubblico”.
“L’accordo siglato con la Galleria Nazionale - prosegue Crespi - punta a mettere in relazione due musei di Stato valorizzandone le collezioni e aprendo nuovi studi di conservazione e restauro, che partiranno con l’inaugurazione di un laboratorio di chimica per la diagnostica delle opere“.
Da sinistra: Angelo Crespi, Cristina Mazzantini, Mario Ceroli, Ernesto Fürstenberg Fassio I Courtesy GNAM
Forte del supporto di Banca Ifis, che sosterrà la partnership a lungo termine tra le due istituzioni, il progetto dedicato a Mario Ceroli si articolerà in vari momenti e luoghi, con un “ritorno sociale e culturale per il Paese”, annuncia Mazzantini. Oltre alla mostra itinerante tra Milano e Roma, sono previste due pubblicazioni, tra cui il catalogo generale delle opere dell’artista, la creazione di una fondazione per la conservazione e la valorizzazione dell’Archivio Ceroli e in prospettiva l’apertura al pubblico della casa dell’artista, nonché pubblicazioni destinate agli studenti degli istituti d’arte con distribuzione gratuita nelle scuole.
“Banca Ifis ha creato Ifis Art, un contenitore di iniziative che opera in Italia e a livello internazionale per incrementare la fruizione dell’arte da parte dei giovani”, ha spiegato il presidente della banca Ernesto Fürstenberg Fassio. Ma l’impegno profuso nel progetto Ceroli nasce anche da ragioni personali: “Esiste un legame tra la nostra famiglia e Mario dagli anni Sessanta - racconta Fürstenberg - Mario mi ha chiesto di tutelare il suo percorso e i luoghi della sua arte: l’abitazione, lo studio, la collezione, l’adiacente falegnameria e laboratorio, e il percorso espositivo che sta nella sua casa. Un patrimonio di 250 opere realizzate in 70 anni, un ponte tra il Novecento e il Duemila. Casa Ceroli diventerà un museo e porteremo la sua arte all’estero, a New York, Londra, Parigi, grazie a un comodato d’uso con le ambasciate e il Quirinale”.
Mentre fervono i lavori per salvare dalla dispersione la collezione Ceroli, l’esposizione in arrivo permetterà al pubblico di conoscere meglio questo maestro dell’arte italiana: “Un artista unico, già esponente di spicco dell’Arte Povera e della stagione Pop”, spiega Mazzantini: “Questa mostra celebra la sua straordinaria carriera, pervasa da una costante ricerca della meraviglia”.
Mario Ceroli, Discorsi platonici sulla geometria (Uomo con Cubo), 1985-1990, Legno di pino russo
A Palazzo Citterio le architetture ipogee in cemento della Sala Stirling accoglieranno cinque installazioni di Ceroli, tra cui la monumentale Venezia, fatta di tronchi d’albero di pino provenienti dal giardino dell’abitazione romana dell’artista, tagliati in seguito alla loro morte prematura per un attacco della cocciniglia tartaruga. “Alberi che hanno pagato prezzo della globalizzazione: la cocciniglia tartaruga ha colpito i pini, ma i tronchi hanno ricevuto nuova vita”, spiega il curatore Cesare Biasini Selvaggi, ricordando come all’inizio della carriera Ceroli raccogliesse i rami dalle potature lungo il Tevere, trovando nel legno un “complice d’elezione”. Noto per aver lavorato con i materiali più disparati - marmo, vetro, terre colorate, stoffa, cenere, acqua, ghiaccio - nel 1957 l’artista iniziò la sua avventura nel mondo della scultura vincendo il premio della Galleria Nazionale d’Arte d’Arte Moderna con un’opera fatta di soli tronchi e chiodi.
L’installazione site specific che presenterà a Milano - una sorta di “Stonehenge lignea” - è da un lato un omaggio alla città che accolse l’artista giovanissimo nel ‘66, in occasione della Biennale che ne determinò la precoce affermazione, dall’altro una meditazione sulla bellezza, sull’unicità della Serenissima e sull’ingegno alla base della costruzione e della longevità di una città sull’acqua, cresciuta su semplici pali di legno infissi nel sedimento della laguna.
Dal documentario Mario Ceroli. Le forme della meraviglia" di Guido Talarico I Courtesy Rai Cultura
“Gli alberi sono la vita, e assomigliano molto all’uomo, alla sua struttura fisica”, ha ricordato Ceroli, che da sempre ama portare la propria opera in strada, alle comunità, perché “nelle case non serve”. Nella mostra Venezia: la forza di sognare scopriremo la personalità di un “eterno ragazzo artista”, portatore di cultura nel senso più profondo, e la sua straordinaria capacità di interpretare il presente nel corso di settant’anni, attraversando movimenti e tendenze con spirito sempre indipendente.
Pensata come una vera e propria antologica, nella sua versione romana l’esposizione giungerà fino agli ultimi decenni del lavoro di Ceroli, mostrando la sua ricerca creativa sia ancora in divenire e presentando anche lavori raramente esposti. In primo piano, la sua attitudine scenica, il talento nella rappresentazione di spazi possibili. In quest’ottica, anticipa Biasini Selvaggi, “saranno esposte anche le carte di Mario, fondamentali per comprenderne il percorso. E si approfondirà il suo contributo alla scenografia teatrale e cinematografica”.
In attesa della mostra, per chi desidera avvicinarsi alla figura di questo artista poliedrico e originale l’appuntamento è su Raiplay con il documentario di Guido Talarico Mario Ceroli. Le forme della meraviglia prodotto Fad e Lilium Distribution in collaborazione con Rai Cultura e già andato in onda nel programma Art Night di Silvia De Felice su RAI 5.
Dal documentario Mario Ceroli. Le forme della meraviglia" di Guido Talarico I Courtesy Rai Cultura
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