"La Madonna che viene dal mare" e non solo: per diverse opere d'arte è tempo di fine restauro

Chiesa di Sant'Agostino | Madonna di Costantinopoli, XIV secolo, Chiese di Sant'Agostino, Salerno
 

13/12/2012

Salerno - Si è appena concluso il restauro del dipinto su tavola del XIV secolo raffigurante la Madonna di Costantinopoli, conosciuto e venerato dai Salernitani come “La Madonna che viene dal mare” e conservata dalla Chiesa di Sant'Agostino a Salerno. Se ne parlerà oggi, 13 dicembre 2012, alle ore 18 nella Sala Santa Caterina  del Museo Diocesano S. Matteo di Salerno, nell’ambito della manifestazione “...con the al Museo” , organizzata dalla Soprintendenza per i BSAE di Salerno e Avellino, guidata da Maura Picciau, di concerto con la Direzione del Museo. Sarà presente anche Alessandro Manzo, restauratore direttore coordinatore della Soprintendenza BSAE di Salerno e Avellino.

Il lavoro di restauro è stato condotto  dai tecnici del Laboratorio di restauro direttamente in locu, nella stessa sacrestia della chiesa. E proprio perché si tratta di una sacra icona molto conosciuta e molto venerata da parte dei fedeli salernitani, si è ritenuto opportuno illustrare al pubblico i risultati dell'intervento di cui l’opera è stata oggetto.

E rimanendo in tema di opere per le quali si sono appena conclusi i lavori di restauro, c’è da ricordare quello che ha interessato la Madonna col Bambino di Andrea Mantegna dell’Accademia Carrara di Bergamo, ritornata di recente ad essere esposta al pubblico dopo quattro lunghi anni, a conclusione di un complesso e innovativo intervento realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

Recentemente è stato tempo di fine restauro anche per il Tabernacolo dell’Arte dei Corazzai e Spadai, vale a dire quello che accoglie il San Giorgio di Donatello  presso la Chiesa di Orsanmichele a Firenze, così come per l’Elefantino di Piazza della Minerva a Roma, commissionato da Papa Alessandro VII Chigi a Gian Lorenzo Bernini che lo progettò avvalendosi per la realizzazione dello scultore Ercole Ferrata, suo abituale collaboratore, restituito alla fruizione del pubblico dopo sei mesi di lavori.

Nicoletta Speltra