Il racconto di Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona
L'età dell'innocenza nel sorriso di un Fanciullo: il dipinto di Caroto al Museo di Castelvecchio
Francesca Rossi, direttore Museo di Castelvecchio di Verona
Francesca Rossi
23/04/2020
Verona - “Sono Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona. Da casa, dove lavoro in questo periodo di emergenza sanitaria per il Covid-19, ho scelto di parlarvi di questo dipinto del Museo di Castelvecchio: Il Ritratto di Fanciullo con Disegno di Giovan Francesco Caroto. L’ho scelto perché il protagonista del ritratto è un giovane.
E’ un dipinto realizzato 500 anni fa da un pittore veronese che prima era stato allievo di Andrea Mantegna a Mantova e poi attivo nella Milano di Leonardo da Vinci. Vasari ce lo descrive come un cuor contento, un personaggio estroso e amante dello scherzo. La stravaganza che aveva questo pittore si coglie nel ritratto di questo bambino con i capelli lunghi che forse è il figlio del pittore di cui ci parlano le fonti.
Il bambino è ripreso a mezzo busto mentre ci guarda e ride. Nel linguaggio dei colori il verde del vestito e l’arancio dei capelli sono colori complementari. Il quadro infatti è abilmente studiato per restituire armonia come in musica. Ma c’è qualcosa di curioso nell’immagine.
Tre cose colpiscono: lo sguardo sveglio e simpatico che punta dritto e ti guarda negli occhi, la grande bocca dal sorriso aperto quasi sfacciato del ragazzino, e il disegno che tiene nella mano destra. E’ il disegno di una figura umana, tipico di un bambino.
Giovan Francesco Caroto, Ritratto di giovane con disegno infantile, 1520 circa, olio su tavola, cm 37x29, Verona, Museo di Castelvecchio (dettaglio dell'opera)
Ma che cosa significa questo dipinto che è un unicum nella storia della pittura?
Da sempre gli studiosi cercano di sciogliere il rebus. Attenzione però: nel foglio c’è anche un piccolo dettaglio ben disegnato di uno studio di occhio di profilo, che ricorda gli studi dei trattati anatomici di Leonardo da Vinci. Forse allora è un foglio di studi del pittore che il figlio ha riusato per un suo scarabocchio.
Ora più che mai il sorriso così pieno di fiducia di questo personaggio mi fa pensare all’età dell’innocenza e ai ragazzi che ci guardano e a cui lasciamo un futuro molto complicato da portare avanti. Ne abbiamo visti tanti nell’ultimo anno impegnarsi con passione per la difesa del pianeta. Aiutiamoli anche oggi perché sarà a loro che dovremmo riuscire a consegnare tutta la bellezza di questo mondo.”
Giovan Francesco Caroto, Ritratto di giovane con disegno infantile, 1520 circa, olio su tavola, cm 37x29, Verona, Museo di Castelvecchio
E’ un dipinto realizzato 500 anni fa da un pittore veronese che prima era stato allievo di Andrea Mantegna a Mantova e poi attivo nella Milano di Leonardo da Vinci. Vasari ce lo descrive come un cuor contento, un personaggio estroso e amante dello scherzo. La stravaganza che aveva questo pittore si coglie nel ritratto di questo bambino con i capelli lunghi che forse è il figlio del pittore di cui ci parlano le fonti.
Il bambino è ripreso a mezzo busto mentre ci guarda e ride. Nel linguaggio dei colori il verde del vestito e l’arancio dei capelli sono colori complementari. Il quadro infatti è abilmente studiato per restituire armonia come in musica. Ma c’è qualcosa di curioso nell’immagine.
Tre cose colpiscono: lo sguardo sveglio e simpatico che punta dritto e ti guarda negli occhi, la grande bocca dal sorriso aperto quasi sfacciato del ragazzino, e il disegno che tiene nella mano destra. E’ il disegno di una figura umana, tipico di un bambino.
Giovan Francesco Caroto, Ritratto di giovane con disegno infantile, 1520 circa, olio su tavola, cm 37x29, Verona, Museo di Castelvecchio (dettaglio dell'opera)
Ma che cosa significa questo dipinto che è un unicum nella storia della pittura?
Da sempre gli studiosi cercano di sciogliere il rebus. Attenzione però: nel foglio c’è anche un piccolo dettaglio ben disegnato di uno studio di occhio di profilo, che ricorda gli studi dei trattati anatomici di Leonardo da Vinci. Forse allora è un foglio di studi del pittore che il figlio ha riusato per un suo scarabocchio.
Ora più che mai il sorriso così pieno di fiducia di questo personaggio mi fa pensare all’età dell’innocenza e ai ragazzi che ci guardano e a cui lasciamo un futuro molto complicato da portare avanti. Ne abbiamo visti tanti nell’ultimo anno impegnarsi con passione per la difesa del pianeta. Aiutiamoli anche oggi perché sarà a loro che dovremmo riuscire a consegnare tutta la bellezza di questo mondo.”
Giovan Francesco Caroto, Ritratto di giovane con disegno infantile, 1520 circa, olio su tavola, cm 37x29, Verona, Museo di Castelvecchio
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