Conversione di San Paolo
La storia
L’attuale palazzo sorge sulla piazza dei SS. Apostoli dove un tempo si trovava la residenza dei Benzoni, famiglia originaria di Crema, a Roma sin dal Quattrocento. Come racconta il Baglione, nel 1622, “Il Maderno ristorò di dentro il Palagio e rifece il cortile de’ Signori Colonnesi; poi de’Signori Ludovisi incontro alla basilica de’SS. Apostoli”.
Il Palazzo infatti apparteneva in origine ai Colonna che lo vendettero nel 1622 ai Ludovisi per poi riacquistarlo sei anni dopo. Nel 1661 l’edificio venne ceduto in usufrutto al cardinale Flavio Chigi, che fece risistemare il palazzo dal Bernini. I Chigi vendettero il palazzo nel 1745 al principe Baldassare Odescalchi, pronipote di Papa Innocenzo XI Odescalchi (1676-1691) che incaricò Nicolò Salvi e Luigi Vanvitelli di renderlo più sontuoso e di ampliarlo, a spese del giardino, leggermente sopraelevato, che si trovava affianco al cortile del Maderno. Nel 1887 il palazzo fu gravemente danneggiato in un incendio e gli Odescalchi dovettero far restaurare la facciata sui SS. Apostoli e chiamare l’architetto Raffaelo Ojetti (1845-1924) per ricostruire la parte prospiciente via del Corso. Il complesso è ancora oggi proprietà degli Odescalchi ed è suddiviso in varie unità immobiliari, in affitto.
La costruzione
La parte originale del palazzo, riferibile al Bernini, sulla sinistra mostra due ordini di finestre, scanditi da lesene composite, con timpani alterni centinati e triangolari al primo e architravate al secondo. A coronamento è posto un cornicione arricchito di grosse mensole e sovrastato da una balaustra. Al pian terreno si aprono un grande portale, affiancato da due colonne, che regge un imponente balcone, e finestre architravate con inferriate. Sulla destra vediamo la parte della facciata realizzata a seguito dell’ampliamento settecentesco seguendo lo stile della parte originale, in cui si apre un secondo portale identico a quello berniniano. Dai due portali, al di sopra dei quali si trova lo stemma degli Odescalchi, si accede al cortile del Maderno, porticato al pian terreno. Le grandi arcate, di cui alcune sono state chiuse, sono sorrette da pilastri dorici e da due colonne doriche ai lati. Al primo piano si aprono finestre inserite in altrettante arcate chiuse, spartite da doppie lese ioniche con eleganti capitelli. Al centro del cortile è sposta su un piedistallo quadrato, una statua virile nuda mentre ai lati sono stati disposte a coppie di due otto statue. Sul lato di fronte all’entrata si trova una statua barocca, sormontata dallo stemma Odescalchi. In un calice a conchiglia, con al di sotto una vasca più grande, due delfini ed un aquila gettano acqua dalla bocca La facciata di via del Corso presenta forme eclettiche ad imitazione dei palazzi quattrocenteschi toscani.
Ospiti
Dal 1699 al 1702 fu ospite del principe Livio Odescalchi la regina Maria Casimiria, vedova del re di Polonia Giovanni III.
LE OPERE
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Galleria Borghese
Ritratto di Papa Paolo V / Crocifissione di San Pietro / San Matteo e l'angelo / San Francesco in meditazione / Madonna dei pellegrini / San Giovanni Battista / San Giovanni Battista / Deposizione dalla croce / Giove, Nettuno e Plutone / Riposo durante la Fuga in Egitto / Conversione di San Paolo