Davide e Golia
L'opera è documentata nelle collezioni reali spagnole nel 1781, all'epoca di re Carlo III. Venne trasferita nel Museo del Prado dalla regina Maria Isabella di Braganza, moglie di Ferdinando VII.
Il dipinto venne eseguito durante i primi anni di carriera dell'artista, al tempo in cui viveva come membro della famiglia del Cardinale Francesco Maria Del Monte. Il volto di Golia è un autoritratto del pittore###. Il pittore conosce abilmente gli effetti della luce e sa giocare con essa; non ritrae fedelmente il chiaroscuro naturale ma evidenzia con i suoi giochi di ombre solo ciò che ritiene importante. Il Caravaggio si ritrae nelle vesti del gigante decapitato perché è un peccatore angosciato, avvezzo ad ogni tipo di vizio ma tutto invaso da un forte senso di colpa cristiano.
Il dipinto e altri due realizzati intorno allo stesso periodo - la prima versione del Sacrificio di Isacco e il primo San Giovanni Battista - vennero portati in Spagna subito dopo la loro esecuzione,e qui divennero oggetto di copie e imitazioni da parte degli artisti locali.
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