Sul sito del museo londinese un percorso interattivo in 3D
Al Victoria and Albert Museum i cartoni di Raffaello sotto la lente
Raffaello Sanzio, Cartone, La pesca miracolosa, 1515-16, Italia | Foto: © Victoria and Albert Museum, Londra | Courtesy Royal Collection Trust / Her Majesty Queen Elizabeth II 2021
Samantha De Martin
29/01/2021
Gli aironi in primo piano, i muscoli di Giacomo e di Giovanni, intenti a tirare in barca le pesanti reti della pesca miracolosa, i capelli corvino di Paolo, scomposti dall’appassionata predica nell'Areopago, e un’enfasi drammatica che si propaga tra i presenti sconvolti dalla morte di Anania.
A sale spente, per il momento ferme a causa della pandemia, il Victoria and Albert Museum di Londra continua a sedurre i suoi utenti con l’invito a esplorare, come mai prima d’ora, i cartoni di Raffaello custoditi nella stanza 48.
Basta entrare nella pagina ufficiale del museo per ripercorrere la storia di questi sette cartoni per gli arazzi a grandezza naturale (oggi alla Pinacoteca Vaticana) commissionati nel 1515 al pittore di Urbino, al tempo all’apice della sua carriera, da Papa Leone X per la Cappella Sistina e raffiguranti le vite di San Pietro e San Paolo tratte dai Vangeli e dagli Atti degli apostoli.
Dei dieci progetti originali solo sette sono sopravvissuti al tempo. E appartengono tutti alla British Royal Collection che, dal 1865, li ha dati in prestito al Victoria and Albert Museum.
Raffaello Sanzio, Cartone, Morte di Anania, 1515-16, Italia | Foto: © Victoria and Albert Museum, Londra | Courtesy Royal Collection Trust / Her Majesty Queen Elizabeth II 2021
Un percorso virtuale interattivo con scansioni in 3D
Grazie a un progetto del museo londinese, realizzato in collaborazione con Factum Foundation - organizzazione leader nella digitalizzazione del patrimonio culturale - questi modelli preparatori sono attualmente visibili online attraverso un percorso virtuale interattivo con scansioni in 3D, che permette la fruizione delle opere in maniera straordinariamente dettagliata e in altissima definizione, approfondendo la loro storia, i contenuti delle scene, i particolari e le sfide che l’Urbinate dovette affrontare durante la loro realizzazione.
Così, dalla Sala 48 del V&A, dove sono solitamente custoditi, ma attualmente inaccessibili per via della pandemia, i cartoni si trasferiscono sul web per essere scrutati nel dettaglio da ogni parte del mondo. Basta cliccare sull’opera per diventare un protagonista della Pesca miracolosa, per partecipare alla scena della Consegna delle chiavi, osservare la Punizione di Elima, assistere al Sacrificio di Listra e alla Guarigione dello storpio, alla Predica di San Paolo o per stringersi all'incredulità dei presenti sconvolti dalla morte di Anania.
Per ogni immagine basta cliccare sul personaggio per visualizzare i dettagli, il simbolismo, la tecnica dell'autore, ma anche le modifiche del disegno effettuate durante la realizzazione degli arazzi, a dimostrazione della libertà con la quale i tessitori hanno adattato talvolta il disegno al tessuto.
Non mancano le curiosità legate ai personaggi. Come nella Guarigione dello storpio, dove la donna che porta sulla testa una cesta potrebbe essere stata ispirata all’Urbinate da una perduta statua di Donatello.
Raffaello Sanzio, Cartone, Guarigione dello storpio, 1515-16, Italia | Foto: © Victoria and Albert Museum, Londra | Courtesy Royal Collection Trust / Her Majesty Queen Elizabeth II 2021
Muovendosi agilmente nella sezione dedicata al progetto, il visitatore virtuale può seguire il processo di creazione di un cartone e dell’ arazzo corrispondente, o anche scoprire il modo in cui i cartoni dall’Italia giunsero oltremanica.
Il lungo viaggio dei cartoni di Raffaello
Una volta completati, i cartoni di Raffaello furono inviati a Bruxelles alla bottega del mercante-tessitore Pieter van Aelst che trasformò i disegni in monumentali arazzi. Dopo la morte dell’Urbinate, nell'aprile 1520 non è chiaro quale fosse la loro destinazione finale. Quello che è certo è che per quasi un secolo se ne perse traccia. Riapparvero a Genova, all'inizio del XVII secolo, e furono acquistati dal principe Carlo, futuro re Carlo I, che li portò in Inghilterra nel 1623.
Dopo la morte del re i cartoni furono acquistati da Cromwell, che li fece tenere in casse nella Banqueting House di Whitehall, per tornare, dopo la Restaurazione, nuovamente in possesso dei reali.
Rimasero nella Royal Collection e furono prestati al South Kensington Museum - ora Victoria and Albert Museum - dalla regina Vittoria nel 1865, dove ancora oggi custoditi.
Registrazione del colore dei cartoni di Raffaello al V&A utilizzando la fotografia composita panoramica | Foto: © Gabriel Scarpa per Factum Foundation
Leggi anche:
• Dopo 400 anni tornano nella Cappella Sistina i dieci arazzi di Raffaello
A sale spente, per il momento ferme a causa della pandemia, il Victoria and Albert Museum di Londra continua a sedurre i suoi utenti con l’invito a esplorare, come mai prima d’ora, i cartoni di Raffaello custoditi nella stanza 48.
Basta entrare nella pagina ufficiale del museo per ripercorrere la storia di questi sette cartoni per gli arazzi a grandezza naturale (oggi alla Pinacoteca Vaticana) commissionati nel 1515 al pittore di Urbino, al tempo all’apice della sua carriera, da Papa Leone X per la Cappella Sistina e raffiguranti le vite di San Pietro e San Paolo tratte dai Vangeli e dagli Atti degli apostoli.
Dei dieci progetti originali solo sette sono sopravvissuti al tempo. E appartengono tutti alla British Royal Collection che, dal 1865, li ha dati in prestito al Victoria and Albert Museum.
Raffaello Sanzio, Cartone, Morte di Anania, 1515-16, Italia | Foto: © Victoria and Albert Museum, Londra | Courtesy Royal Collection Trust / Her Majesty Queen Elizabeth II 2021
Un percorso virtuale interattivo con scansioni in 3D
Grazie a un progetto del museo londinese, realizzato in collaborazione con Factum Foundation - organizzazione leader nella digitalizzazione del patrimonio culturale - questi modelli preparatori sono attualmente visibili online attraverso un percorso virtuale interattivo con scansioni in 3D, che permette la fruizione delle opere in maniera straordinariamente dettagliata e in altissima definizione, approfondendo la loro storia, i contenuti delle scene, i particolari e le sfide che l’Urbinate dovette affrontare durante la loro realizzazione.
Così, dalla Sala 48 del V&A, dove sono solitamente custoditi, ma attualmente inaccessibili per via della pandemia, i cartoni si trasferiscono sul web per essere scrutati nel dettaglio da ogni parte del mondo. Basta cliccare sull’opera per diventare un protagonista della Pesca miracolosa, per partecipare alla scena della Consegna delle chiavi, osservare la Punizione di Elima, assistere al Sacrificio di Listra e alla Guarigione dello storpio, alla Predica di San Paolo o per stringersi all'incredulità dei presenti sconvolti dalla morte di Anania.
Per ogni immagine basta cliccare sul personaggio per visualizzare i dettagli, il simbolismo, la tecnica dell'autore, ma anche le modifiche del disegno effettuate durante la realizzazione degli arazzi, a dimostrazione della libertà con la quale i tessitori hanno adattato talvolta il disegno al tessuto.
Non mancano le curiosità legate ai personaggi. Come nella Guarigione dello storpio, dove la donna che porta sulla testa una cesta potrebbe essere stata ispirata all’Urbinate da una perduta statua di Donatello.
Raffaello Sanzio, Cartone, Guarigione dello storpio, 1515-16, Italia | Foto: © Victoria and Albert Museum, Londra | Courtesy Royal Collection Trust / Her Majesty Queen Elizabeth II 2021
Muovendosi agilmente nella sezione dedicata al progetto, il visitatore virtuale può seguire il processo di creazione di un cartone e dell’ arazzo corrispondente, o anche scoprire il modo in cui i cartoni dall’Italia giunsero oltremanica.
Il lungo viaggio dei cartoni di Raffaello
Una volta completati, i cartoni di Raffaello furono inviati a Bruxelles alla bottega del mercante-tessitore Pieter van Aelst che trasformò i disegni in monumentali arazzi. Dopo la morte dell’Urbinate, nell'aprile 1520 non è chiaro quale fosse la loro destinazione finale. Quello che è certo è che per quasi un secolo se ne perse traccia. Riapparvero a Genova, all'inizio del XVII secolo, e furono acquistati dal principe Carlo, futuro re Carlo I, che li portò in Inghilterra nel 1623.
Dopo la morte del re i cartoni furono acquistati da Cromwell, che li fece tenere in casse nella Banqueting House di Whitehall, per tornare, dopo la Restaurazione, nuovamente in possesso dei reali.
Rimasero nella Royal Collection e furono prestati al South Kensington Museum - ora Victoria and Albert Museum - dalla regina Vittoria nel 1865, dove ancora oggi custoditi.
Registrazione del colore dei cartoni di Raffaello al V&A utilizzando la fotografia composita panoramica | Foto: © Gabriel Scarpa per Factum Foundation
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