Lavoratore instancabile, definito dal Vasari persona "allegra e piacevole"
500 anni per Donato Bramante, l'architetto del "mirabile artificio"
Donato Bramante, Santa Maria presso San Satiro, Milano.
E. Bramati
11/04/2014
Cinquecento anni fa veniva a mancare Donato Bramante, architetto, pittore e letterato, ma soprattutto genio del Rinascimento italiano, estremamente ammirato dai suoi contemporanei.
In occasione di questo importante anniversario la città di Fermignano, dove egli nacque nel 1444, ha da tempo costituito un Comitato preposto all'organizzazione delle celebrazioni del grande artista.
Lavoratore instancabile, ma anche persona "allegra e piacevole", come lo definì il Vasari, Bramante lasciò numerose testimonianze della sua incessante ricerca artistica e architettonica in diverse località italiane.
Dopo gli studi nella vicina Urbino, si trasferì dapprima a Bergamo, e quindi alla corte di Ludovico il Moro a Milano. Fu proprio nel capoluogo lombardo che tra il 1492 e il 1496 egli lavorò ad una delle sue opere architettoniche più importanti, la chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Attraverso un "mirabile artificio" e una studiatissima illusione prospettica, Bramante progettò un finto abside, superando così le limitazioni di spazio.
Suo è anche il "Cristo alla Colonna" conservato presso la Pinacoteca di Brera, dove emergono forti influenze di Piero della Francesca. In quegli anni sarà inoltre consulente, insieme a Leonardo da Vinci, per il tiburio del Duomo, e seguirà alcuni progetti per il Duomo di Pavia e per la Piazza Ducale di Vigevano.
Intorno al 1500 fu accolto a Roma da Papa Giulio II. Nella capitale il suo incessante studio delle architetture antiche giunse al culmine con la realizzazione del Tempietto di San Pietro in Montorio, al quale seguirono diversi contributi per la Basilica di San Pietro, per il Cortile del Belvedere e per altri possedimenti papali del territorio.
A testimonianza dell'importanza di questo grande artista, lo stesso Vasari racconta che l'11 aprile 1514 "in Roma con onoratissime esequie fu portato dalla corte del Papa, e da tutti gli scultori, architetti e pittori" fino alla sua tomba nelle Grotte Vaticane.
In occasione di questo importante anniversario la città di Fermignano, dove egli nacque nel 1444, ha da tempo costituito un Comitato preposto all'organizzazione delle celebrazioni del grande artista.
Lavoratore instancabile, ma anche persona "allegra e piacevole", come lo definì il Vasari, Bramante lasciò numerose testimonianze della sua incessante ricerca artistica e architettonica in diverse località italiane.
Dopo gli studi nella vicina Urbino, si trasferì dapprima a Bergamo, e quindi alla corte di Ludovico il Moro a Milano. Fu proprio nel capoluogo lombardo che tra il 1492 e il 1496 egli lavorò ad una delle sue opere architettoniche più importanti, la chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Attraverso un "mirabile artificio" e una studiatissima illusione prospettica, Bramante progettò un finto abside, superando così le limitazioni di spazio.
Suo è anche il "Cristo alla Colonna" conservato presso la Pinacoteca di Brera, dove emergono forti influenze di Piero della Francesca. In quegli anni sarà inoltre consulente, insieme a Leonardo da Vinci, per il tiburio del Duomo, e seguirà alcuni progetti per il Duomo di Pavia e per la Piazza Ducale di Vigevano.
Intorno al 1500 fu accolto a Roma da Papa Giulio II. Nella capitale il suo incessante studio delle architetture antiche giunse al culmine con la realizzazione del Tempietto di San Pietro in Montorio, al quale seguirono diversi contributi per la Basilica di San Pietro, per il Cortile del Belvedere e per altri possedimenti papali del territorio.
A testimonianza dell'importanza di questo grande artista, lo stesso Vasari racconta che l'11 aprile 1514 "in Roma con onoratissime esequie fu portato dalla corte del Papa, e da tutti gli scultori, architetti e pittori" fino alla sua tomba nelle Grotte Vaticane.
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