Un allestimento inedito per l’Ala Ovest della Pilotta
I fiamminghi alla corte dei Farnese: un nuovo itinerario da scoprire a Parma
Veduta delle sale della pittura fiamminga con i ritratti di Alessandro Farnese, Complesso Monumentale della Pilotta. Foto di Giovanni Hänninen
Francesca Grego
05/07/2022
Parma - Un percorso espositivo nuovo di zecca si prepara a stupire il pubblico al Complesso della Pilotta di Parma, scrigno di capolavori come la Scapiliata di Leonardo, la Madonna di San Girolamo del Correggio, la Schiava turca del Parmigianino. Ma da oggi nell’Ala Ovest dell’antico Palazzo Ducale l’attenzione è tutta per i maestri fiamminghi vissuti tra il Quattrocento e il Seicento, con più di venti quadri – e altrettante cornici originali – restaurati di fresco. Accanto a loro in un itinerario di oltre 2 mila metri quadri troveremo i dipinti manieristi in voga nello stesso periodo alla corte dei Farnese, gioielli che per la prima volta escono dai depositi per mostrarsi in tutto il proprio splendore.
Jan Brueghel il Vecchio (Anversa, 1568–1625), Paesaggio con pastori e contadini, 1594-1595 circa, olio su rame. Provenienza: Parma, collezione Sanvitale, 1834, Inv. 253 (dopo il restauro)
“L’arte fiamminga venne richiamata a Parma per accrescere il prestigio della corte, contribuendo a sottolineare il ruolo cosmopolita del Ducato nell’ambito dell’Europa moderna”, racconta il direttore della Pilotta Simone Verde: “Tali opere, dipinte per essere viste da vicino, diffusero un gusto nuovo nella decorazione degli interni, fatto di preziosismi in cui immagini raffinate e quasi cesellate nella materia venivano disposte sulle pareti fino a riempirle. In tutte le tematiche - prosegue Verde - si evidenzia un modo di osservare la realtà nettamente diverso da quello della cultura italiana, emerso con prepotenza grazie all’egemonia spagnola in Europa”.
Hans Holbein il Giovane (bottega di) (Augusta, 1497/98–Londra, 1543), Erasmo da Rotterdam, 1530, olio su tavola. Provenienza: Parma, collezione Sanvitale, 1834, Inv. 355 (dopo il restauro)
Star del nuovo itinerario è senza dubbio il celebre umanista Erasmo da Rotterdam dipinto magistralmente da Hans Holbein, che l’autore dell’Elogio della Follia aveva scelto come proprio ritrattista ufficiale. Grazie al recente intervento di restauro, il quadro ha riacquistato i colori originari e l’altissima definizione, in un invito a osservare i tanti dettagli della fisionomia e dell’abbigliamento che avevano il compito di comunicare lo status del celebre filosofo.
Dallo stesso nucleo, la collezione Sanvitale, provengono una serie di opere diverse per tecnica e genere, ma accomunate dal gusto per i particolari tipicamente fiammingo e dai paesaggi sfumati che fecero scuola anche in Italia: tra questi troveremo i raffinati dipinti su rame di Paul Brill e Sebastiaen Vrancx, dove mille minuzie seducono la vista e fanno risplendere la natura, e le Tentazioni di Sant’Antonio di Jan Wellens de Cock, olio su tavola traboccante di invenzioni bizzarre che sembrano ispirate al Giardino delle Delizie di Hieronymus Bosch. E poi i paesaggi e i mercati dei Bruegel, le battaglie navali, i ritratti, fino alle due preziose tavole del San Giovanni e del San Girolamo di Jan Provost, tra gli artisti più significativi della Scuola di Bruges. Proviene invece dalla collezione Dalla Rosa Prati il ciclo della Genesi di Jan Soens, un maestro molto stimato alla corte dei Farnese, che mette in scena il racconto biblico in una natura lussureggiante.
Veduta della sala della pittura fiamminga: in primo piano Santa Cecilia di Denys Calvaert. Foto di Lorenzo Moreni
Al livello superiore, i dipinti parmensi mostrano come l’influenza fiamminga abbia cambiato il modo di fare arte nel ducato, anche grazie all’intensa circolazione di stampe e incisioni. Le novità arrivate dal Nord si fondono così con la lezione dei giganti locali Correggio e Parmigianino, dando vita a nuovi stili. Il fenomeno è visibile, per esempio, negli affreschi staccati dal cinquecentesco Palazzo del Giardino, destinato agli svaghi e ai divertimenti dei duchi. Qui favole e scene amorose tratte dai poemi cavallereschi di Boiardo e di Ariosto si susseguono in una narrazione continua, zeppa di invenzioni fantastiche e di eleganti soluzioni formali, frutto dell’incontro della cultura locale con i pittori giunti dal Nord grazie agli stretti rapporti dei Farnese – e in particolare della duchessa Margherita d’Asburgo – con la corte delle Fiandre.
Per chi desidera saperne di più sulla dinastia di casa e sulla sua straordinaria collezione, infine, alla Pilotta sarà in corso fino al 31 luglio la grande mostra I Farnese. Architettura, Arte, Potere.
Veduta della sala del manierismo parmense. Foto di Giovanni Hänninen
Leggi anche:
• Architettura, Arte, Potere: l'epopea dei Farnese va in scena a Parma
Jan Brueghel il Vecchio (Anversa, 1568–1625), Paesaggio con pastori e contadini, 1594-1595 circa, olio su rame. Provenienza: Parma, collezione Sanvitale, 1834, Inv. 253 (dopo il restauro)
“L’arte fiamminga venne richiamata a Parma per accrescere il prestigio della corte, contribuendo a sottolineare il ruolo cosmopolita del Ducato nell’ambito dell’Europa moderna”, racconta il direttore della Pilotta Simone Verde: “Tali opere, dipinte per essere viste da vicino, diffusero un gusto nuovo nella decorazione degli interni, fatto di preziosismi in cui immagini raffinate e quasi cesellate nella materia venivano disposte sulle pareti fino a riempirle. In tutte le tematiche - prosegue Verde - si evidenzia un modo di osservare la realtà nettamente diverso da quello della cultura italiana, emerso con prepotenza grazie all’egemonia spagnola in Europa”.
Hans Holbein il Giovane (bottega di) (Augusta, 1497/98–Londra, 1543), Erasmo da Rotterdam, 1530, olio su tavola. Provenienza: Parma, collezione Sanvitale, 1834, Inv. 355 (dopo il restauro)
Star del nuovo itinerario è senza dubbio il celebre umanista Erasmo da Rotterdam dipinto magistralmente da Hans Holbein, che l’autore dell’Elogio della Follia aveva scelto come proprio ritrattista ufficiale. Grazie al recente intervento di restauro, il quadro ha riacquistato i colori originari e l’altissima definizione, in un invito a osservare i tanti dettagli della fisionomia e dell’abbigliamento che avevano il compito di comunicare lo status del celebre filosofo.
Dallo stesso nucleo, la collezione Sanvitale, provengono una serie di opere diverse per tecnica e genere, ma accomunate dal gusto per i particolari tipicamente fiammingo e dai paesaggi sfumati che fecero scuola anche in Italia: tra questi troveremo i raffinati dipinti su rame di Paul Brill e Sebastiaen Vrancx, dove mille minuzie seducono la vista e fanno risplendere la natura, e le Tentazioni di Sant’Antonio di Jan Wellens de Cock, olio su tavola traboccante di invenzioni bizzarre che sembrano ispirate al Giardino delle Delizie di Hieronymus Bosch. E poi i paesaggi e i mercati dei Bruegel, le battaglie navali, i ritratti, fino alle due preziose tavole del San Giovanni e del San Girolamo di Jan Provost, tra gli artisti più significativi della Scuola di Bruges. Proviene invece dalla collezione Dalla Rosa Prati il ciclo della Genesi di Jan Soens, un maestro molto stimato alla corte dei Farnese, che mette in scena il racconto biblico in una natura lussureggiante.
Veduta della sala della pittura fiamminga: in primo piano Santa Cecilia di Denys Calvaert. Foto di Lorenzo Moreni
Al livello superiore, i dipinti parmensi mostrano come l’influenza fiamminga abbia cambiato il modo di fare arte nel ducato, anche grazie all’intensa circolazione di stampe e incisioni. Le novità arrivate dal Nord si fondono così con la lezione dei giganti locali Correggio e Parmigianino, dando vita a nuovi stili. Il fenomeno è visibile, per esempio, negli affreschi staccati dal cinquecentesco Palazzo del Giardino, destinato agli svaghi e ai divertimenti dei duchi. Qui favole e scene amorose tratte dai poemi cavallereschi di Boiardo e di Ariosto si susseguono in una narrazione continua, zeppa di invenzioni fantastiche e di eleganti soluzioni formali, frutto dell’incontro della cultura locale con i pittori giunti dal Nord grazie agli stretti rapporti dei Farnese – e in particolare della duchessa Margherita d’Asburgo – con la corte delle Fiandre.
Per chi desidera saperne di più sulla dinastia di casa e sulla sua straordinaria collezione, infine, alla Pilotta sarà in corso fino al 31 luglio la grande mostra I Farnese. Architettura, Arte, Potere.
Veduta della sala del manierismo parmense. Foto di Giovanni Hänninen
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