A Venezia dal 9 aprile al 26 settembre
La magia del Surrealismo si svela alla Collezione Peggy Guggenheim
Leonora Carrington, I piaceri di Dagoberto , 1945, Tempera all’uovo su masonite, 74.9 × 86.7 cm, Collezione privata | © Leonora Carrington, by SIAE 2022
Francesca Grego
07/04/2022
Venezia - È una delle mostre più attese del 2022 quella presentata oggi a Palazzo Venier dei Leoni, sede della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Da sabato 9 aprile fino al prossimo 26 settembre, il Surrealismo si racconta da un punto di vista speciale e affascinante, quello del connubio tra sogno e magia, che ai protagonisti dell’avanguardia novecentesca apparve del tutto naturale. “La magia è il mezzo per avvicinarsi all’ignoto per vie diverse dalla scienza e dalla ragione”, scriveva Max Ernst nel 1946. Come alchimisti, rabdomanti o sciamani, gli artisti si avventuravano negli oscuri territori dell’irrazionale, scandagliando le lande più recondite della propria psiche con metodi mai visti e portando alla luce emozioni sopite, associazioni visionarie, immagini archetipiche e indicibili tabù.
Anteprima stampa di Surrealismo e magia. La modernità incantata, Venezia, Peggy Guggenheim Collection, 9 aprile - 26 settembre 2022 | Disegno di Alvise Bittente repARTer 001 per ARTE.it, Venezia 7 aprile 2022 | Giorgio de Chirico, Il cervello del bambino, 1914, Olio su tela, 60 × 65 cm, Moderna Museet, Stockholm, Purchase 1964 (The Museum of Our Wishes)
Intima amica di Max Ernst e André Breton, negli anni Trenta nel Novecento Peggy Guggenheim è tra le più attive collezioniste del Surrealismo. Proprio per questo oggi il museo a lei intitolato può contare su “uno straordinario corpus di opere iconiche che riflettono con enfasi il dialogo tra i surrealisti e la tradizione dell’occulto”, ha spiegato durante la presentazione della mostra Karole P.B. Vail, direttrice della Collezione e nipote di Peggy. Il progetto realizzato in collaborazione con il Museum Barberini di Potsdam, tuttavia, è molto più ampio e raccoglie circa 60 capolavori in prestito da 40 musei e raccolte private internazionali, tra cui il Centre Pompidou di Parigi, il Museo Reina Sofia di Madrid, il Metropolitan Museum e il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, l’Art Institute di Chicago, il Museo di Rivoli a Torino, l’Israel Museum di Gerusalemme.
L’idea di Surrealismo e magia. La modernità incantata, racconta la curatrice Gražina Subelytė, è nata sette anni fa, durante il suo dottorato di ricerca al Courtauld Institute of Art di Londra. “Trovo incredibile che nel momento storico che stiamo vivendo, ci siano così tanti parallelismi con gli anni in cui si è sviluppato il Surrealismo”, afferma Subelytė: “Di fronte all’insensata realtà delle due guerre mondiali, i surrealisti si sono rivolti al mondo interiore, ai sogni, all’inconscio e alla magia e alchimia cercando modi alternativi di comprendere l’universo. Per loro la magia diviene il lasciapassare per una rinascita culturale e spirituale post-bellica, che permette di raggiungere l’obiettivo di una rivoluzione totale, soprattutto una trasformazione individuale che diventa il mezzo con cui cambiare il mondo. Credo che oggi più che mai si possano trovare parallelismi con la nostra epoca, segnata dall’angoscia pandemica, dalla crisi climatica e dalle guerre, penso in special modo alla catastrofica invasione dell’Ucraina”.
Max Ernst, L'Europa dopo la pioggia, 1940-1942, Olio su tela, 54.8 × 147.8 cm, Wadsworth Atheneum Museum of Art, Hartford, The Ella Gallup Sumner and Mary Catlin Sumner Collection Fund, Inv. 1942.281 | © Max Ernst, by SIAE 2022
Il percorso della mostra inizia nel 1915 con Giorgio De Chirico, considerato dallo stesso Breton il principale precursore del movimento surrealista, per spingersi fino agli anni Quaranta, con Leonora Carrington e Remedios Varo ancora intente a sondare le galassie dell’occulto. Se l’immagine icona della mostra è la visionaria Vestizione della sposa di Max Ernst (1940), di casa alla Collezione Peggy Guggenheim, l’allestimento è un caleidoscopio di stimoli e di opere da osservare con attenzione. Tra i circa 20 artisti inclusi nel percorso, spiccano - oltre a quelli già citati - i nomi di René Magritte, Salvador Dalì, Yves Tanguy, Paul Delvaux, Victor Brauner, Leonor Fini, Roberto Matta, Dorothea Tanning. Il tutto mentre Venezia attende con trepidazione l’apertura della 59° Biennale d’Arte, intitolata Il latte dei sogni in omaggio alla pittrice surrealista Leonora Carrington.
Allestita negli spazi dedicati alle esposizioni temporanee, Surrealismo e magia sconfina con naturalezza nell’itinerario permanente di Palazzo Venier dei Leoni: i capolavori surrealisti dialogano infatti con opere provenienti dall’Africa e dall’Oceania, delle quali la padrona di casa fu un’appassionata collezionista. Il significato spirituale attribuito a queste culture e alla loro arte esercitò infatti un potente richiamo sugli artisti dell’avanguardia surrealista, influenzandone profondamente le rappresentazioni di eventi magici e affascinanti metamorfosi.
Anteprima stampa di Surrealismo e magia. La modernità incantata, Venezia, Peggy Guggenheim Collection, 9 aprile - 26 settembre 2022 | Disegno di Alvise Bittente repARTer 001 per ARTE.it, Venezia 7 aprile 2022
Leggi anche:
• L'arte contro la guerra. Quando i surrealisti volevano cambiare il mondo con i sogni
• Surrealismo e magia: l'incanto del Moderno presto in mostra a Venezia
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• Mostre Migrating Objects. Arte dall’Africa, dall'Oceania e dalle Americhe nella Collezione Peggy Guggenheim
Anteprima stampa di Surrealismo e magia. La modernità incantata, Venezia, Peggy Guggenheim Collection, 9 aprile - 26 settembre 2022 | Disegno di Alvise Bittente repARTer 001 per ARTE.it, Venezia 7 aprile 2022 | Giorgio de Chirico, Il cervello del bambino, 1914, Olio su tela, 60 × 65 cm, Moderna Museet, Stockholm, Purchase 1964 (The Museum of Our Wishes)
Intima amica di Max Ernst e André Breton, negli anni Trenta nel Novecento Peggy Guggenheim è tra le più attive collezioniste del Surrealismo. Proprio per questo oggi il museo a lei intitolato può contare su “uno straordinario corpus di opere iconiche che riflettono con enfasi il dialogo tra i surrealisti e la tradizione dell’occulto”, ha spiegato durante la presentazione della mostra Karole P.B. Vail, direttrice della Collezione e nipote di Peggy. Il progetto realizzato in collaborazione con il Museum Barberini di Potsdam, tuttavia, è molto più ampio e raccoglie circa 60 capolavori in prestito da 40 musei e raccolte private internazionali, tra cui il Centre Pompidou di Parigi, il Museo Reina Sofia di Madrid, il Metropolitan Museum e il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, l’Art Institute di Chicago, il Museo di Rivoli a Torino, l’Israel Museum di Gerusalemme.
L’idea di Surrealismo e magia. La modernità incantata, racconta la curatrice Gražina Subelytė, è nata sette anni fa, durante il suo dottorato di ricerca al Courtauld Institute of Art di Londra. “Trovo incredibile che nel momento storico che stiamo vivendo, ci siano così tanti parallelismi con gli anni in cui si è sviluppato il Surrealismo”, afferma Subelytė: “Di fronte all’insensata realtà delle due guerre mondiali, i surrealisti si sono rivolti al mondo interiore, ai sogni, all’inconscio e alla magia e alchimia cercando modi alternativi di comprendere l’universo. Per loro la magia diviene il lasciapassare per una rinascita culturale e spirituale post-bellica, che permette di raggiungere l’obiettivo di una rivoluzione totale, soprattutto una trasformazione individuale che diventa il mezzo con cui cambiare il mondo. Credo che oggi più che mai si possano trovare parallelismi con la nostra epoca, segnata dall’angoscia pandemica, dalla crisi climatica e dalle guerre, penso in special modo alla catastrofica invasione dell’Ucraina”.
Max Ernst, L'Europa dopo la pioggia, 1940-1942, Olio su tela, 54.8 × 147.8 cm, Wadsworth Atheneum Museum of Art, Hartford, The Ella Gallup Sumner and Mary Catlin Sumner Collection Fund, Inv. 1942.281 | © Max Ernst, by SIAE 2022
Il percorso della mostra inizia nel 1915 con Giorgio De Chirico, considerato dallo stesso Breton il principale precursore del movimento surrealista, per spingersi fino agli anni Quaranta, con Leonora Carrington e Remedios Varo ancora intente a sondare le galassie dell’occulto. Se l’immagine icona della mostra è la visionaria Vestizione della sposa di Max Ernst (1940), di casa alla Collezione Peggy Guggenheim, l’allestimento è un caleidoscopio di stimoli e di opere da osservare con attenzione. Tra i circa 20 artisti inclusi nel percorso, spiccano - oltre a quelli già citati - i nomi di René Magritte, Salvador Dalì, Yves Tanguy, Paul Delvaux, Victor Brauner, Leonor Fini, Roberto Matta, Dorothea Tanning. Il tutto mentre Venezia attende con trepidazione l’apertura della 59° Biennale d’Arte, intitolata Il latte dei sogni in omaggio alla pittrice surrealista Leonora Carrington.
Allestita negli spazi dedicati alle esposizioni temporanee, Surrealismo e magia sconfina con naturalezza nell’itinerario permanente di Palazzo Venier dei Leoni: i capolavori surrealisti dialogano infatti con opere provenienti dall’Africa e dall’Oceania, delle quali la padrona di casa fu un’appassionata collezionista. Il significato spirituale attribuito a queste culture e alla loro arte esercitò infatti un potente richiamo sugli artisti dell’avanguardia surrealista, influenzandone profondamente le rappresentazioni di eventi magici e affascinanti metamorfosi.
Anteprima stampa di Surrealismo e magia. La modernità incantata, Venezia, Peggy Guggenheim Collection, 9 aprile - 26 settembre 2022 | Disegno di Alvise Bittente repARTer 001 per ARTE.it, Venezia 7 aprile 2022
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