Stefano Soddu e Marcello Leone. Contrappunti
Dal 12 Giugno 2014 al 27 Giugno 2014
Milano
Luogo: Spazio Sole e Luna
Indirizzo: via Ulisse Dini 7
Orari: da lunedì a giovedì 10-18; venerdì 10-13
Curatori: Antonio Musella
Enti promotori:
- Provincia di Milano
Telefono per informazioni: +39 02 77403442 / 02 847477265.236
E-Mail info: p.merisio@provincia.milano.it
Sito ufficiale: http://www.provincia.milano.it
Questa mostra è un confronto fra due protagonisti ormai già affermati nel panorama artistico milanese: uno scultore, Stefano Soddu, e un pittore, Marcello Leone. Contrappunti, è il titolo della mostra che sottolinea il legame di continuità di sviluppo che contraddistingue, nella diversità, i due lavori; per ribadirne l'intrinseca coerenza che, in un caso e nell'altro, è il filo conduttore.
L'aspetto contrappuntistico, è l'eccezione confrontabile di spazialità dal lato della scultura come azione di taglio della lastra (di acciaio); dal lato del colore, invece, si può considerare come interferenza cromatica (texture) che tende ad espandersi idealmente oltre i confini del supporto di juta privo di cornice. Approfondendo, un tipo di rispondenza plausibile, è proprio il fatto di intervenire sul margine: per inciderlo o viceversa per negarlo. C'è tuttavia un richiamo, forse ancora più profondo e implicito, se si considera il segno in sé stesso: quello contrappuntisticamente frastagliato della superficie bruciata, cauterizzata dalla canna ossidrica, e quello pittorico, determinato dal movimento ritmico, continuo, ciclico di una stesura preziosa come un ricamo. Infine, il confronto dalle tecniche si sposta sul versante delle concezioni cosmico-elementari all'immagine di una fusis di cui ciascuno, per proprio conto, si fa interprete: da un lato il fuoco come potenza e dominio su una natura primordiale; dall'altro lato l'espansività luministica di energie che ricompongono i piani di un universo di percezioni liminari.
L'aspetto contrappuntistico, è l'eccezione confrontabile di spazialità dal lato della scultura come azione di taglio della lastra (di acciaio); dal lato del colore, invece, si può considerare come interferenza cromatica (texture) che tende ad espandersi idealmente oltre i confini del supporto di juta privo di cornice. Approfondendo, un tipo di rispondenza plausibile, è proprio il fatto di intervenire sul margine: per inciderlo o viceversa per negarlo. C'è tuttavia un richiamo, forse ancora più profondo e implicito, se si considera il segno in sé stesso: quello contrappuntisticamente frastagliato della superficie bruciata, cauterizzata dalla canna ossidrica, e quello pittorico, determinato dal movimento ritmico, continuo, ciclico di una stesura preziosa come un ricamo. Infine, il confronto dalle tecniche si sposta sul versante delle concezioni cosmico-elementari all'immagine di una fusis di cui ciascuno, per proprio conto, si fa interprete: da un lato il fuoco come potenza e dominio su una natura primordiale; dall'altro lato l'espansività luministica di energie che ricompongono i piani di un universo di percezioni liminari.
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