Il Museo di Capodimonte apre una nuova sezione dedicata all’Ottocento napoletano
![](http://www.arte.it/foto/600x450/06/13650-Museo_di_Capodimonte_Napoli.jpg)
Museo di Capodimonte, Napoli
15/12/2012
Napoli - Negli spazi del “piano matto”, quelli che un tempo erano strettamente riservati ai re e alle famiglie reali, sia all’epoca della dinastia dei Borbone che di quella dei Savoia, situati sul lato più caldo e luminoso della reggia, quello meridionale, accessibile attraverso un suggestivo scalone esagonale, il Museo di Capodimonte ha aperto oggi una nuova sezione dell’allestimento. Le opere esposte in questo spazio - oltre duecento tra dipinti, sculture, oggetti d’arredo,tessuti e
tendaggi - completano la selezione dedicata all’Ottocento, ospitata nelle sale al terzo piano del museo.
Un contenuto di grande fascino, dunque, ospitato in un contenitore non da meno, affacciato sul verde del parco e sui cortili monumentali del museo.
L’allestimento, scrivono i curatori, “suggerisce una dimensione più intima, lontana dalla maestosità degli ambienti di rappresentanza dell'Appartamento Reale al piano nobile della Reggia”.
I pezzi scelti per l’esposizione, infatti, consentono di approfondire l’evoluzione dei vari aspetti del gusto e della cultura figurativa napoletana del XIX secolo. Tra questi, i paesaggi della Scuola di Posillipo e di Resina, gli acquerelli sui ''Siti reali'' borbonici e le opere di grandi artisti come Domenico Morelli, Gioacchino Toma e Filippo Palazzi. Si tratta di opere pervenute al Museo per acquisto sia dei sovrani borbonici che di quelli di Casa Savoia, alle quali nel corso del XX secolo se ne sono aggiunte altre donate allo Stato da collezionisti napoletani come Alfonso Marino (1957), Gustavo Toma (1961), Giuseppe Cenzato (1969) e Angelo Astarita (1970).
Il progetto Ottocento a Capodimonte, per il quale è stato utilizzato un fondo di 900.000 euro, è stato ideato e realizzato dalla Soprintendenza Speciale per il patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli, con il sostegno della Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di ARCUS.
L'apparato informativo dell'allestimento (vale a dire didascalie, pannelli di sala, segnaletica) è stato invece realizzato seguendo le indicazioni che i cittadini hanno fornito attraverso il web attraverso un'iniziativa sperimentale intitolata "Capodimonte per te", che permetteva la visita in anteprima delle sale.
Nicoletta Speltra
tendaggi - completano la selezione dedicata all’Ottocento, ospitata nelle sale al terzo piano del museo.
Un contenuto di grande fascino, dunque, ospitato in un contenitore non da meno, affacciato sul verde del parco e sui cortili monumentali del museo.
L’allestimento, scrivono i curatori, “suggerisce una dimensione più intima, lontana dalla maestosità degli ambienti di rappresentanza dell'Appartamento Reale al piano nobile della Reggia”.
I pezzi scelti per l’esposizione, infatti, consentono di approfondire l’evoluzione dei vari aspetti del gusto e della cultura figurativa napoletana del XIX secolo. Tra questi, i paesaggi della Scuola di Posillipo e di Resina, gli acquerelli sui ''Siti reali'' borbonici e le opere di grandi artisti come Domenico Morelli, Gioacchino Toma e Filippo Palazzi. Si tratta di opere pervenute al Museo per acquisto sia dei sovrani borbonici che di quelli di Casa Savoia, alle quali nel corso del XX secolo se ne sono aggiunte altre donate allo Stato da collezionisti napoletani come Alfonso Marino (1957), Gustavo Toma (1961), Giuseppe Cenzato (1969) e Angelo Astarita (1970).
Il progetto Ottocento a Capodimonte, per il quale è stato utilizzato un fondo di 900.000 euro, è stato ideato e realizzato dalla Soprintendenza Speciale per il patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli, con il sostegno della Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di ARCUS.
L'apparato informativo dell'allestimento (vale a dire didascalie, pannelli di sala, segnaletica) è stato invece realizzato seguendo le indicazioni che i cittadini hanno fornito attraverso il web attraverso un'iniziativa sperimentale intitolata "Capodimonte per te", che permetteva la visita in anteprima delle sale.
Nicoletta Speltra
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