Tra Firenze e le Alpi Apuane, due nuovi spazi legati alla storia del Maestro

Sulle tracce di Michelangelo: la Stanza Segreta e il nuovo Museo di Carrara

Foto Paolo Woods © National Geographic | La Stanza Segreta di Michelangelo alle Cappelle Medicee
 

Francesca Grego

14/11/2017

Mentre la grande mostra sui disegni di Michelangelo accende d’entusiasmo il pubblico americano al Metropolitan Museum di New York, in Toscana fervono i preparativi per la valorizzazione di due luoghi legati alla memoria del genio del Rinascimento.
 
È di poche ore fa l’annuncio dell’apertura entro i prossimi tre anni della cosiddetta Stanza Segreta di Michelangelo presso le Cappelle Medicee di Firenze, le cui pareti conservano disegni e schizzi tracciati dall’artista nel lontano 1530.
 
Nel Parco della Padula di Carrara, invece, un nuovo spazio museale suggellerà lo speciale rapporto tra la Città del Marmo e lo scultore, che nelle cave locali selezionò le materie prime per capolavori come la Pietà e la Tomba di Giulio II.
 
• La Stanza Segreta alle Cappelle Medicee

È un ambiente angusto di sette metri per due situato proprio sotto le Cappelle Medicee di San Lorenzo, quello in cui secondo gli studiosi si rifugiò a Michelangelo nel 1530 per sfuggire alla vendetta dei Medici, dopo il fallimento della rivolta popolare cui aveva dato il proprio sostegno.
 
Pregevoli disegni a gesso e a carboncino ne ornano le pareti, come in un inventario dell’arte passata e futura del Maestro. Ci sono dettagli del David, figure riconducibili alla volta della Cappella Sistina, una testa di cavallo e alcuni studi per le sculture della Sagrestia Nuova di San Lorenzo, ma anche un ipotetico autoritratto dell’artista ripiegato su se stesso, e poi corpi di uomini, animali e divinità che ricordano celebri disegni disseminati nelle più prestigiose collezioni del mondo.
 
Un tesoro rimasto nascosto per quasi cinque secoli, fino alla scoperta casuale nel 1975, ad opera dell’allora responsabile delle Cappelle Medicee Paolo Del Poggetto.

Da quel momento, non sono mancati dubbi e controversie sulle circostanze che portarono Michelangelo nella stanza sotterranea e sulla paternità dei disegni.
Secondo il professor William Wallace della Washington University of St Louis, esperto dell’arte del Buonarroti, i disegni sarebbero stati tracciati in un periodo precedente, durante la costruzione della Sagrestia Nuova, il capolavoro di architettura e scultura che avrebbe accolto le tombe di Lorenzo il Magnifico e di suo fratello Giuliano.
Probabilmente la stanzetta serviva da luogo di riposo per l’artista e i suoi aiutanti, che avrebbero lasciato i propri segni sulle pareti insieme al Maestro.
 
In ogni caso, ha dichiarato Wallace, “Stare in quella stanza è entusiasmante: ci si sente privilegiati, a tu per tu con il metodo di lavoro di un maestro e dei suoi discepoli e assistenti”.
 
Dal 1975 il pubblico ha potuto ammirare il rifugio segreto di Michelangelo solo attraverso un percorso interattivo virtuale approntato nel 2014.
Entro il 2020, promette la direttrice del Museo del Bargello Paola d’Agostino, i suoi spazi si apriranno per la prima volta su una pagina inedita della vita e dell'arte del genio toscano.
 
• Michelangelo e Carrara in un nuovo museo

Nel frattempo Carrara si prepara a ospitare un nuovo progetto museale dedicato all’artista.
Nell’ottocentesca Villa Fabbricotti sono già iniziati i lavori per l’allestimento di un percorso che evidenzierà l’importanza della scultura nel lavoro di Michelangelo: non solo un settore fondamentale della sua produzione artistica, ma soprattutto un metodo, una lente attraverso cui guardare la realtà da rappresentare, come dimostrano, insieme ai suoi scritti, il Tondo Doni e altre fondamentali opere pittoriche.
 
Tra le tappe dell’itinerario, sono previsti un focus sul David, sezioni dedicate alla simbiosi tra scultura, pittura e architettura, nonché un’esplorazione approfondita delle attività del Michelangelo scultore, con il supporto di opere e materiali litici.
 
E poi ampio spazio alle relazioni tra il Maestro e Carrara, dispensatrice dei marmi prediletti dal Buonarroti. Nella Città del Marmo Michelangelo andava ad approvvigionarsi personalmente delle materie prime necessarie al proprio lavoro, trattenendosi a lungo nelle cave per scovare le pietre migliori. Nel 1505, per esempio, impiegò ben otto mesi a selezionare e a estrarre i blocchi con cui avrebbe scolpito la Tomba di Papa Giulio II.
 
Il percorso, arricchito da strumenti multimediali, incisioni, dipinti e documenti originali, terminerà con due sale dedicate all’eredità di Michelangelo nell’arte del Novecento. Tra i protagonisti della sezione, Jan Fabre, con una provocatoria versione della Pietà.
 
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