La Grazia e la Luce. La pala di Senigallia del Perugino Armonia e discordanze nella pittura marchigiana di fine Quattrocento
Pietro Perugino, "Madonna e Santi", fine XV secolo, Chiesa di santa Maria delle Grazie, Senigallia
Dal 14 Giugno 2014 al 02 Novembre 2014
Senigallia | Ancona
Luogo: Palazzo del Duca / Pinacoteca Diocesana
Indirizzo: piazza Duca 1 / piazza Garibaldi 3
Orari: tutti i giorni 17-23; dall’8 settembre da lunedì a venerdì 15-19; sabato e festivi 10-13 / 15-19
Enti promotori:
- Comune di Senigallia
- Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici delle Marche
- Diocesi di Senigallia
Costo del biglietto: intero 4 €, ridotto 3 €, ragazzi tra i 18 e i 25 anni e convenzioni, gratuito under 18 e over 65, biglietto cumulativo Mostra + Rocca Roveresca 5 €
Telefono per informazioni: +39 333 4580190
E-Mail info: mariachiara@salvanelli.it
Sito ufficiale: http://www.comune.senigallia.an.it
Un’altra sede espositiva è stata allestita nella Pinacoteca Diocesana della città che accoglie opere di importanti artisti che hanno lavorato a Senigallia tra la fine del Cinquecento e la metà del secolo successivo.
E’ una delle opere pittoriche più belle e misteriose della storia dell’arte italiana.
Si tratta della pala d’altare eseguita da Pietro Perugino, uno dei maggiori esponenti del Rinascimento italiano, raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista, Ludovico, Francesco, Pietro, Paolo e Giacomo Maggiore(?), conservata nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Senigallia, dove, sino agli inizi del Novecento, si custodiva anche la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca.
Proprio questo capolavoro del Perugino, restaurato grazie al finanziamento di un illuminato gruppo d’imprenditori del territorio marchigiano, rappresenta il fulcro della bellissima mostra La Grazia e La Luce – La pala di Senigallia del Perugino. Armonia e discordanze nella pittura marchigiana di fine Quattrocento.
“E’ la prima grande iniziativa dopo la tragedia dell’alluvione che ha colpito questa città – ha dichiarato il Sindaco Maurizio Mangialardi – un evento che assume un forte valore simbolico perché dimostra come Senigallia sia nuovamente pronta ad accogliere turisti e visitatori. Credo sia particolarmente significativo ripartire dalla cultura, dall’arte e dalla bellezza, valori che ci appartengono e che hanno sempre fatto della nostra città una meta così tanto apprezzata”.
La tavola del Perugino della chiesa di Santa Maria delle Grazie di Senigallia, eseguita nell’ultimo decennio del Quattrocento - opera poco studiata che è al centro d’indagini diagnostiche e approfondite ricerche storico-critiche - è affiancata da una serie di opere che la mettono in relazione con la produzione artistica coeva, di cui è rimasta ampia testimonianza nella regione Marche.
Sono esposte in mostra opere pittoriche di Giovanni Santi, Luca Signorelli, Timoteo Viti, Lorenzo d’Alessandro, Pietro Paolo Agabiti, Carlo e Vittore Crivelli, Nicola d’Ancona, Antonio da Fabriano, Bernardino di Mariotto, Stefano Folchetti, Francesco di Ottaviano, Dionisio e Girolamo Nardini, Pietro Alemanno, Ludovico Urbani, Marcantonio di Andrea di Bartolo. Pregevoli testimonianze della straordinaria stagione artistica rinascimentale della fine del XV secolo, attraversata da reminiscenze del passato e da straordinari slanci verso nuove forme espressive.
Proprio tra la fine del Quattrocento e l’inizio del secolo successivo vanno intrecciandosi nelle Marche le più disparate correnti pittoriche. Accanto alle antiche scuole pittoriche marchigiane coi camerinesi Giovanni Boccati e Giovanni Angelo d’Antonio, con il sanseverinate Lorenzo d’Alessandro e il fabrianese Antonio, nel territorio urbinate germogliavano artisti come Evangelista da Pian di Meleto, Timoteo Viti e Girolamo Genga. Di particolare rilievo l’influsso artistico dell’immigrazione veneta, rappresentata soprattutto da Carlo Crivelli e da suo fratello Vittore che nel sud della regione diffusero una forma espressiva fatta di asprezze formali e di teneri contenuti, che riscosse larga fortuna influenzando un buon numero di artisti.
Un cenno particolare merita l’Annunciazione di Giovanni Santi che il pittore urbinate, padre di Raffaello, realizzò per la chiesa senigalliese di Santa Maria Maddalena, dove rimase per oltre tre secoli sino al tempo delle spoliazioni napoleoniche. Gli studiosi sono concordi nell’affermare che Giovanni Santi abbia lavorato, contemporaneamente al Perugino, per i frati minori dell’Osservanza di Fano dove il primo eseguì la Visitazione e il secondo l’Annunciazione, prima, e la tavola della Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista, Ludovico di Tolosa, Francesco, Pietro, Paolo e Maria Maddalena, poi..
Un panorama artistico quindi quello marchigiano di fine Quattrocento estremamente ricco e variegato, che ha spinto Vittorio Sgarbi a dire che Il Rinascimento è proprio delle Marche più ancora, quasi, della Toscana.
La mostra di Senigallia cercherà di sviluppare questo concetto ponendo al centro dell’evento espositivo la rappresentazione del sacro e riproponendo il costante rapporto tra espressione della fede ed efficacia delle figurazioni.
La seconda sezione dell’evento espositivo, allestita nella Pinacoteca Diocesana, svilupperà il tema mariano, ma con una disamina di opere che la città ha commissionato e accolto in età roveresca e in quella successiva alla devoluzione del ducato di Urbino e, quindi, dopo il ritorno sotto lo Stato della Chiesa. Tra le opere esposte in questa sezione ci sono veri e propri capolavori come la Madonna del Rosario di Federico Barocci, eseguita tra il 1589 e il 1593 per la Confraternita dell’Assunta e del Rosario.
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