Dal 9 febbraio al 10 giugno a Palazzo della Meridiana
Van Dyck e Genova in una grande mostra
Antoon Van Dyck, Ritratto di Ansaldo Pallavicino, 1625 circa. Galleria Nazionale di Palazzo Spinola
Francesca Grego
10/02/2018
Genova - La bellezza luminosa di Antoon Van Dyck risplende a Palazzo della Meridiana, in una mostra che rende onore agli anni che l’allievo prediletto di Rubens trascorse a Genova, adornandone i palazzi, instaurando collaborazioni con gli artisti locali, diffondendo uno stile destinato a lasciare il segno.
Cinquanta opere, tra dipinti, disegni e incisioni, aprono lo sguardo su una stagione unica, in cui la Superba fu crogiolo di culture, crocevia di commerci, luogo di incontro di artisti e saperi.
Otto i dipinti firmati da Van Dyck provenienti da musei e collezioni private, tra cui quadri mai esposti al pubblico come il Ritratto dell’ammiraglio Ambrogio Spinola e La Ninfa e il Satiro, realizzato in collaborazione con Jan Roos. Intorno a loro si dispongono le opere di colleghi fiamminghi e italiani che condivisero gli anni genovesi del maestro: Cornelis de Wael, Jans Wildens, Guilliam Van Deynen, Jan Roos, Giacomo Legi, Vincenzo Malò.
Nell’antico Palazzo della Meridiana, cuore del polo museale di Strada Nuova, rivivono le atmosfere della Genova seicentesca, in cui Van Dyck giunge poco più che ventenne da Anversa. Sezioni mirate raccontano le attività degli artisti fiamminghi già stanziati in città e gli atelier in cui pittori locali e forestieri collaborano anche sulla stessa tela, dando vita a un nuovo linguaggio: il cosiddetto stile fiammingo-genovese.
Scene quotidiane, paesaggi, battaglie navali o terrestri documentano la nuova pittura di genere, che sempre più spesso si svincola dalla committenza per entrare in un mercato libero senza precedenti, sul recente modello nordeuropeo. In questo panorama spiccano le composizioni di nature morte, cui è dedicata un’intera sezione: al centro un gioiello dei Musei di Strada Nuova come Vertumno e Pomona.
E per finire, due capitoli ad alta intensità che analizzano da vicino la ricerca del grande fiammingo: “Sacre Passioni”, costruita intorno al magnifico Crocifisso del Museo di Palazzo Reale, ma soprattutto una sfilza di straordinari ritratti, genere per cui Van Dyck divenne celebre nelle corti di tutta Europa: da non perdere, Il Gioielliere Puccio con il figlio e l’Ansaldo Pallavicino della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, in cui il maestro di Anversa mostra tutta la sua abilità nel catturare la delicata espressività dei bambini.
A cura di Anna Orlando, Van Dyck e i suoi amici fiamminghi a Genova 1600-1640 sarà visitabile a Palazzo della Meridiana fino al 10 giugno.
Leggi anche:
• Genova - Strada Nuova rivive grazie ai mecenati di ieri e di oggi
• Da Picasso a Ligabue agli scatti di Kertész: gli appuntamenti del 2018 a Palazzo Ducale
• Le guide di ARTE.it - Genova
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Otto i dipinti firmati da Van Dyck provenienti da musei e collezioni private, tra cui quadri mai esposti al pubblico come il Ritratto dell’ammiraglio Ambrogio Spinola e La Ninfa e il Satiro, realizzato in collaborazione con Jan Roos. Intorno a loro si dispongono le opere di colleghi fiamminghi e italiani che condivisero gli anni genovesi del maestro: Cornelis de Wael, Jans Wildens, Guilliam Van Deynen, Jan Roos, Giacomo Legi, Vincenzo Malò.
Nell’antico Palazzo della Meridiana, cuore del polo museale di Strada Nuova, rivivono le atmosfere della Genova seicentesca, in cui Van Dyck giunge poco più che ventenne da Anversa. Sezioni mirate raccontano le attività degli artisti fiamminghi già stanziati in città e gli atelier in cui pittori locali e forestieri collaborano anche sulla stessa tela, dando vita a un nuovo linguaggio: il cosiddetto stile fiammingo-genovese.
Scene quotidiane, paesaggi, battaglie navali o terrestri documentano la nuova pittura di genere, che sempre più spesso si svincola dalla committenza per entrare in un mercato libero senza precedenti, sul recente modello nordeuropeo. In questo panorama spiccano le composizioni di nature morte, cui è dedicata un’intera sezione: al centro un gioiello dei Musei di Strada Nuova come Vertumno e Pomona.
E per finire, due capitoli ad alta intensità che analizzano da vicino la ricerca del grande fiammingo: “Sacre Passioni”, costruita intorno al magnifico Crocifisso del Museo di Palazzo Reale, ma soprattutto una sfilza di straordinari ritratti, genere per cui Van Dyck divenne celebre nelle corti di tutta Europa: da non perdere, Il Gioielliere Puccio con il figlio e l’Ansaldo Pallavicino della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, in cui il maestro di Anversa mostra tutta la sua abilità nel catturare la delicata espressività dei bambini.
A cura di Anna Orlando, Van Dyck e i suoi amici fiamminghi a Genova 1600-1640 sarà visitabile a Palazzo della Meridiana fino al 10 giugno.
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