Le iniziative per i 60 anni dei Trattati di Roma

Artisti per l’Europa

Corrado Veneziano | UE: Un altro logo è possibile! Un altro logo è necessario!
 

Francesca Grego

24/03/2017

Roma -
È l’Angelo con la conchiglia del pittore Giampaolo Talani l’icona delle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma. Mentre nei giorni scorsi il dipinto originale ha accolto i delegati dei paesi europei alla manifestazione “Buon Compleanno Europa” presso Palazzo Ferrajoli, in piazza Colonna la facciata di Palazzo Wedekind si trasforma in un immenso quadro, con la proiezione dell’opera del maestro toscano.
Messaggero benaugurante e custode dell’armonia fra i popoli, quello di Talani è “un angelo laico – come ha spiegato lo stesso artista – richiamo costante a un umanesimo dal quale è nata tutta la mia ricerca artistica”.

Noto al grande pubblico per il monumentale affresco Partenze nella stazione fiorentina di Santa Maria Novella, Talani ha realizzato per i 150 anni dall’Unità d’Italia il busto di Garibaldi nelle due copie del Senato e del Quirinale, l’affresco Mille Uomini, ora al Museo del Risorgimento di Roma, e il dipinto L’Ombra dell’Eroe per la Pinacoteca del Quirinale.
È stato inoltre l’unico artista italiano a partecipare ai festeggiamenti del 2009 per il ventennale della caduta del Muro di Berlino, con l’installazione Die Mauer - Gli ombrelli della libertà.

Ma l’Angelo non è l’unica opera d’arte che saluterà i rappresentanti dei paesi dell’Unione in visita a Roma. Nei giorni scorsi al Senato è arrivato nientemeno che il Torso del Belvedere.
Ritrovata in una vigna romana all’inizio del Cinquecento, da quel momento l’opera che ispirò Michelangelo e Winkelmann non era più uscita dai Musei Vaticani: Goethe, Stendhal e i numerosi viaggiatori del Grand Tour dovettero recarsi in visita ai sacri palazzi per ammirarlo. Ora invece troneggia in tutta la sua drammatica bellezza nella Sala Nassirya di Palazzo Madama, quale simbolo delle radici classiche dell’Europa.

E mentre nella sede del Parlamento Europeo di Bruxelles si è da poco conclusa la mostra United Colors of Europe, un auspicio di integrazione attraverso le tele dei bulgari Ivan e Alexander Jakhnagiev, in Italia si moltiplicano le iniziative spontanee degli artisti sul tema.

Arrivano dalle campagne di Castagnaro (Verona) le vedute aeree dell’enorme Colosseo disegnato dal land artist Dario Gambarin su un terreno di 27 mila metri quadrati, con la dedica ai 60 anni dei Trattati che diedero il via all’avventura europea.
Unico artista al mondo a tracciare i propri segni con l’aratro “a mano libera” e senza punti di riferimento su superfici così vaste, Gambarin commenta così la sua ultima opera: “Il Colosseo è la testimonianza che ciò che si è costruito bene dura nel tempo. E questo è un messaggio di speranza”, pur lasciando “alla sensibilità dello spettatore cosa vedere in questa Europa 2017: i problemi economici, il lavoro, l’immigrazione, muri che dividono là dove ci dovrebbe essere l’unione”.

Critico ma costruttivo è il progetto UE: Un nuovo logo è possibile! Un nuovo logo è necessario! di Corrado Veneziano, l’artista ammirato da Marc Augé e Derrick De Kerkhove, a cui Achille Bonito Oliva ha attribuito il merito di “massaggiare il muscolo atrofizzato della memoria collettiva”.
Tre grandi installazioni ispirate alla bandiera europea, che esaminate da vicino mettono a nudo i lati oscuri dell’Europa attuale: sullo sfondo di un mare fatto di impermeabili e vecchie scarpe dipinte di blu, al posto delle dodici stelle campeggiano salvagenti rotti, copertoni avvolti da pesanti catene o mortuarie corone di fiori.

Immagini e materiali esemplificativi degli oneri, delle cicatrici e delle lacerazioni che pesano sul difficile cammino dell’Europa sognata da Monnet, Schuman e Spinelli, a partire dall’evidente riferimento all’emergenza migranti nel Mediterraneo. “Manca un immaginario, un respiro, una voce che faccia sentire coesa e densa l’attuale Unione Europea”, ha dichiarato l’artista, la cui opera sarà visibile fino al 2 aprile nello Spazio Veneziano di via Reno a Roma, aggiungendo “penso che proprio dall’arte si possa e si debba ripartire per costruire una nuova Europa dei popoli”.