Dal 29 ottobre al Museo di Santa Giulia
La Città del Leone: il Medioevo a Brescia in una grande mostra
Massimo Tapparelli d'Azeglio (Torino, 1798 - Milano, 1866), Il carroccio (La battaglia di Legnano), 1831. Olio su tela. Torino, GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
Francesca Grego
28/10/2022
Brescia - Una grande mostra al Museo di Santa Giulia inaugura la festa di Brescia e Bergamo Capitale italiana della Cultura 2023. Per l’occasione la Leonessa d’Italia ha scelto di indagare un periodo poco battuto ma fondamentale della sua storia. Dopo le radici romane, i Longobardi e gli splendori del Rinascimento, Brescia punta i riflettori sul Medioevo, un’epoca di affascinanti trasformazioni che daranno forma all’architettura e all’identità profonda della città.
A cura di Matteo Ferrari, ricercatore all’École Pratique des Hautes Études di Parigi, La città del Leone. Brescia nell’età dei comuni e delle signorie indaga gli anni che vanno dalla seconda metà del XII secolo, quando compaiono le prime istituzioni civiche, fino al 1426, inizio della dominazione di Venezia. A mettere in scena il racconto da domani, 29 ottobre, fino al prossimo 29 gennaio, sarà una selezione di opere ricca e vivace come la vita della città: sculture, dipinti, manoscritti miniati, ma anche preziosi oggetti di oreficeria, monete e rari documenti d’archivio, inclusi prestigiosi prestiti da musei italiani e internazionali. Come la splendente Madonna dell’Umiltà di Gentile da Fabriano, conservata al Museo Nazionale San Matteo di Pisa, che un tempo ornava la perduta Cappella di San Giorgio al Broletto, la residenza dei signori di Brescia. Per soddisfare il gusto raffinato dei Visconti, il maestro umbro impreziosì l’intero ambiente con sfarzose decorazioni, suscitando l’ammirazione di ospiti e visitatori, ma oggi di questo gioiello restano solo pochi frammenti.
Gentile da Fabriano (Fabriano, 1370 c. - Roma, 1427), Madonna dell'Umiltà, 1425 circa. Tempera e oro su tavola. Pisa, Museo Nazionale di San Matteo
“Raccontare Brescia medievale in una mostra è un’impresa ardua”, spiega il curatore Matteo Ferrari: “Molto è andato distrutto, molto altro è attestato soltanto attraverso testimonianze d’archivio, molto ancora non può essere esposto per ragioni d’ingombro o di conservazione. Attraverso una selezione di pezzi diversi per natura e formato (diplomi imperiali e registri amministrativi, pitture murali e su tavola, monete e sigilli, sculture e oreficerie), molti dei quali ignoti al grande pubblico, è stato però possibile tessere, per la prima volta, un suggestivo percorso attraverso tre secoli di storia, mettendo l’accento tanto sugli avvenimenti di cui la città è stata protagonista, quanto sugli uomini e le istituzioni che, attraverso la loro attività di governo e di committenza artistica, ne hanno forgiato la fisionomia e l’identità”.
Imprese leggendarie danno inizio al racconto al Museo di Santa Giulia: siamo negli anni Settanta del XII secolo e nelle lotte contro Federico Barbarossa si gioca l’autonomia della città. Nell’Ottocento dipinti e disegni celebreranno i fermenti e le vittorie di questa stagione: in mostra la rivivremo come in un romanzo per immagini, dal Giuramento di Pontida di Giuseppe Diotti (Pinacoteca di Brera) a Il carroccio. La battaglia di Legnano di Massimo Tapparelli d’Azeglio (GAM di Milano), fino alla Pace di Costanza di Giuseppe Bossi (Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco).
"La città del Leone. Brescia nell’età dei comuni e delle signorie", un'immagine dalla mostra al Museo di Santa Giulia © Archivio Fotografico Musei di Brescia
Lungo il percorso incontreremo personaggi come Arnaldo da Brescia e Pandolfo Malatesta, artisti come Pisanello, Gentile da Fabriano o il Maestro di Sant’Anastasia, e scopriremo l’origine di simboli e tradizioni cittadine, dallo stemma del leone rampante al culto delle Sante Croci, mentre documenti raramente esposti racconteranno la vita della città nei suoi aspetti più insoliti e curiosi. Ma il Medioevo è anche l’epoca in cui si forgia l’identità architettonica di Brescia, quando la cattedrale e il palazzo comunale vengono innalzati sulla piazza: con l’aiuto di una web app creata per l’occasione da EasyGuide, l’itinerario di visita si espanderà perciò oltre le mura del museo alla scoperta delle testimonianze della città medievale.
“Questa mostra straordinaria getta luce nuova su un periodo formidabile per la storia della città e per la formazione dell'identità civica”, afferma il direttore di Fondazione Brescia Musei Stefano Karadjov: “Una mostra multi-oggetto dal raffinato allestimento e con pezzi raramente accessibili, che ci permette anche di creare un ponte con la sezione dell'età comunale del Museo di Santa Giulia, di cui il progetto espositivo è una fortissima appendice temporanea. Un processo di valorizzazione delle nostre Collezioni che, oltre alla grandezza romana, longobarda e rinascimentale, finalmente ritorna a parlare dei secoli medievali in modo avvincente e formativo, alla vigilia dell'anno in cui Brescia sarà Capitale Italiana della Cultura”.
Luca Mannelli, Compendium moralis philosophiae, ante 1346. Parigi, Bibliothèque nationale de France © Bibliothèque nationale de France
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A cura di Matteo Ferrari, ricercatore all’École Pratique des Hautes Études di Parigi, La città del Leone. Brescia nell’età dei comuni e delle signorie indaga gli anni che vanno dalla seconda metà del XII secolo, quando compaiono le prime istituzioni civiche, fino al 1426, inizio della dominazione di Venezia. A mettere in scena il racconto da domani, 29 ottobre, fino al prossimo 29 gennaio, sarà una selezione di opere ricca e vivace come la vita della città: sculture, dipinti, manoscritti miniati, ma anche preziosi oggetti di oreficeria, monete e rari documenti d’archivio, inclusi prestigiosi prestiti da musei italiani e internazionali. Come la splendente Madonna dell’Umiltà di Gentile da Fabriano, conservata al Museo Nazionale San Matteo di Pisa, che un tempo ornava la perduta Cappella di San Giorgio al Broletto, la residenza dei signori di Brescia. Per soddisfare il gusto raffinato dei Visconti, il maestro umbro impreziosì l’intero ambiente con sfarzose decorazioni, suscitando l’ammirazione di ospiti e visitatori, ma oggi di questo gioiello restano solo pochi frammenti.
Gentile da Fabriano (Fabriano, 1370 c. - Roma, 1427), Madonna dell'Umiltà, 1425 circa. Tempera e oro su tavola. Pisa, Museo Nazionale di San Matteo
“Raccontare Brescia medievale in una mostra è un’impresa ardua”, spiega il curatore Matteo Ferrari: “Molto è andato distrutto, molto altro è attestato soltanto attraverso testimonianze d’archivio, molto ancora non può essere esposto per ragioni d’ingombro o di conservazione. Attraverso una selezione di pezzi diversi per natura e formato (diplomi imperiali e registri amministrativi, pitture murali e su tavola, monete e sigilli, sculture e oreficerie), molti dei quali ignoti al grande pubblico, è stato però possibile tessere, per la prima volta, un suggestivo percorso attraverso tre secoli di storia, mettendo l’accento tanto sugli avvenimenti di cui la città è stata protagonista, quanto sugli uomini e le istituzioni che, attraverso la loro attività di governo e di committenza artistica, ne hanno forgiato la fisionomia e l’identità”.
Imprese leggendarie danno inizio al racconto al Museo di Santa Giulia: siamo negli anni Settanta del XII secolo e nelle lotte contro Federico Barbarossa si gioca l’autonomia della città. Nell’Ottocento dipinti e disegni celebreranno i fermenti e le vittorie di questa stagione: in mostra la rivivremo come in un romanzo per immagini, dal Giuramento di Pontida di Giuseppe Diotti (Pinacoteca di Brera) a Il carroccio. La battaglia di Legnano di Massimo Tapparelli d’Azeglio (GAM di Milano), fino alla Pace di Costanza di Giuseppe Bossi (Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco).
"La città del Leone. Brescia nell’età dei comuni e delle signorie", un'immagine dalla mostra al Museo di Santa Giulia © Archivio Fotografico Musei di Brescia
Lungo il percorso incontreremo personaggi come Arnaldo da Brescia e Pandolfo Malatesta, artisti come Pisanello, Gentile da Fabriano o il Maestro di Sant’Anastasia, e scopriremo l’origine di simboli e tradizioni cittadine, dallo stemma del leone rampante al culto delle Sante Croci, mentre documenti raramente esposti racconteranno la vita della città nei suoi aspetti più insoliti e curiosi. Ma il Medioevo è anche l’epoca in cui si forgia l’identità architettonica di Brescia, quando la cattedrale e il palazzo comunale vengono innalzati sulla piazza: con l’aiuto di una web app creata per l’occasione da EasyGuide, l’itinerario di visita si espanderà perciò oltre le mura del museo alla scoperta delle testimonianze della città medievale.
“Questa mostra straordinaria getta luce nuova su un periodo formidabile per la storia della città e per la formazione dell'identità civica”, afferma il direttore di Fondazione Brescia Musei Stefano Karadjov: “Una mostra multi-oggetto dal raffinato allestimento e con pezzi raramente accessibili, che ci permette anche di creare un ponte con la sezione dell'età comunale del Museo di Santa Giulia, di cui il progetto espositivo è una fortissima appendice temporanea. Un processo di valorizzazione delle nostre Collezioni che, oltre alla grandezza romana, longobarda e rinascimentale, finalmente ritorna a parlare dei secoli medievali in modo avvincente e formativo, alla vigilia dell'anno in cui Brescia sarà Capitale Italiana della Cultura”.
Luca Mannelli, Compendium moralis philosophiae, ante 1346. Parigi, Bibliothèque nationale de France © Bibliothèque nationale de France
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