Da scoprire gratuitamente sul sito web del Cenacolo
A tavola con Leonardo. Online per Pasqua una speciale visita all'Ultima Cena
Leonardo da Vinci, Ultima Cena, 1494 -1497 circa, Intonaco, pittura a tempera grassa , 460 x 880 cm, Milano, Museo del Cenacolo Vinciano
Francesca Grego
03/04/2021
Quali cibi consumarono Gesù e gli Apostoli durante l’Ultima Cena? In che modo Leonardo ha interpretato il pasto evangelico nel suo capolavoro milanese? Quali simboli si celano sulla tavola imbandita? Lo scopriremo nella visita tematica che il Cenacolo vinciano offre agli internauti in occasione delle festività pasquali. Creato dalla tech company di Franco Cosimo Panini Editore Haltadefinizione e dalla Direzione regionale Musei Lombardia, il percorso virtuale è un viaggio in 16 tappe tra dettagli nascosti, approfondimenti e curiosità. Per una volta spostiamo gli occhi dal teatro di gesti e di sguardi che nella parte centrale del dipinto preannuncia la Passione, per concentrarci sul racconto degli oggetti disposti sulla tovaglia.
Leonardo da Vinci, Ultima Cena, dettaglio I Courtesy Haltadefinizione
Il menu tradizionale della Pasqua ebraica si componeva di pane azzimo, erbe amare, vino e arrosto di agnello, in ricordo della cena consumata dagli ebrei prima della fuga in Egitto. Tutt’altra musica nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, dove Leonardo si ispirò ai banchetti del suo tempo. In questo modo i frati del convento potevano quasi specchiarsi nella mensa dipinta, avendo l’impressione di cenare insieme a Gesù e agli Apostoli. Ecco allora anguilla alle arance, melegrane e agrumi tagliati a fette. Anche le stoviglie di peltro, i bicchieri in vetro cristallino e la tovaglia decorata stimolano il confronto tra le tavole antiche e quelle del Rinascimento, oltre a mostrarci i risultati sopraffini delle ricerche di Leonardo sulla luce. Piccoli pesci e una saliera rovesciata evocano simboli potenti, mentre pieghe e ricami ricordano altri grandi dipinti quattrocenteschi. Un’occasione ghiotta - è il caso di dirlo - per guardare l’arte e la storia da un punto di vista quotidiano, tra nuovi ingredienti arrivati da lontano, mode che si avvicendano e tradizioni secolari.
Leonardo da Vinci, Ultima Cena, dettaglio con Bartolomeo, Giacomo, Andrea, Giuda, Pietro, Giovanni I Courtesy Haltadefinizione
“Il digitale non potrà mai sostituire l’emozione profonda che dà il trovarsi a tu per tu con l’opera, lo scoprirne le dimensioni, il coinvolgimento spaziale”, spiega Emanuela Daffra, direttore regionale Musei della Lombardia: “Questa tecnologia, tuttavia, ci permette un'esperienza impossibile: vedere da vicino, ben oltre i limiti dettati dalle necessità di conservazione del dipinto, a ingrandimenti impensabili per l’occhio umano che ci fanno scoprire segreti di tecnica esecutiva o dettagli che di solito passano inavvertiti. Insomma, sono un vero arricchimento dell’esperienza.”
Leonardo da Vinci, Ultima Cena, dettaglio della tavola con fette d'arancia I Courtesy Haltadefinizione
Accessibile gratuitamente sul sito web del Cenacolo, il percorso è stato reso possibile dall’acquisizione in gigapixel del capolavoro vinciano: una nuova tappa nel progetto di comunicazione digitale dell’opera, che si aggiunge alle attività social del museo e all’app gratuita di accompagnamento alla visita disponibile sugli store IOS e Android. “Nel 2007 il Cenacolo è stata la seconda opera acquisita da Haltadefinizione, una ripresa da 16,1 gigapixel che per anni è rimasta l’immagine digitale più grande del mondo mai realizzata”, ha detto il fondatore della tech company Luca Ponzio: “Con questa nuova iniziativa dedicata all’Ultima Cena vogliamo allargare la conoscenza delle opere attraverso un nuovo strumento che permette di creare ‘storie’, dei veri e propri percorsi di visita guidata virtuali per l’approfondimento di uno o più capolavori a disposizione nella nostra image bank”.
Leonardo da Vinci, Ultima Cena, dettaglio con Gesù, Tommaso, Giacomo Maggiore, Filippo I Courtesy Haltadefinizione
Vedi anche:
• FOTO - L'Ultima Cena nell'arte, da Leonardo a Warhol
Leonardo da Vinci, Ultima Cena, dettaglio I Courtesy Haltadefinizione
Il menu tradizionale della Pasqua ebraica si componeva di pane azzimo, erbe amare, vino e arrosto di agnello, in ricordo della cena consumata dagli ebrei prima della fuga in Egitto. Tutt’altra musica nel refettorio di Santa Maria delle Grazie, dove Leonardo si ispirò ai banchetti del suo tempo. In questo modo i frati del convento potevano quasi specchiarsi nella mensa dipinta, avendo l’impressione di cenare insieme a Gesù e agli Apostoli. Ecco allora anguilla alle arance, melegrane e agrumi tagliati a fette. Anche le stoviglie di peltro, i bicchieri in vetro cristallino e la tovaglia decorata stimolano il confronto tra le tavole antiche e quelle del Rinascimento, oltre a mostrarci i risultati sopraffini delle ricerche di Leonardo sulla luce. Piccoli pesci e una saliera rovesciata evocano simboli potenti, mentre pieghe e ricami ricordano altri grandi dipinti quattrocenteschi. Un’occasione ghiotta - è il caso di dirlo - per guardare l’arte e la storia da un punto di vista quotidiano, tra nuovi ingredienti arrivati da lontano, mode che si avvicendano e tradizioni secolari.
Leonardo da Vinci, Ultima Cena, dettaglio con Bartolomeo, Giacomo, Andrea, Giuda, Pietro, Giovanni I Courtesy Haltadefinizione
“Il digitale non potrà mai sostituire l’emozione profonda che dà il trovarsi a tu per tu con l’opera, lo scoprirne le dimensioni, il coinvolgimento spaziale”, spiega Emanuela Daffra, direttore regionale Musei della Lombardia: “Questa tecnologia, tuttavia, ci permette un'esperienza impossibile: vedere da vicino, ben oltre i limiti dettati dalle necessità di conservazione del dipinto, a ingrandimenti impensabili per l’occhio umano che ci fanno scoprire segreti di tecnica esecutiva o dettagli che di solito passano inavvertiti. Insomma, sono un vero arricchimento dell’esperienza.”
Leonardo da Vinci, Ultima Cena, dettaglio della tavola con fette d'arancia I Courtesy Haltadefinizione
Accessibile gratuitamente sul sito web del Cenacolo, il percorso è stato reso possibile dall’acquisizione in gigapixel del capolavoro vinciano: una nuova tappa nel progetto di comunicazione digitale dell’opera, che si aggiunge alle attività social del museo e all’app gratuita di accompagnamento alla visita disponibile sugli store IOS e Android. “Nel 2007 il Cenacolo è stata la seconda opera acquisita da Haltadefinizione, una ripresa da 16,1 gigapixel che per anni è rimasta l’immagine digitale più grande del mondo mai realizzata”, ha detto il fondatore della tech company Luca Ponzio: “Con questa nuova iniziativa dedicata all’Ultima Cena vogliamo allargare la conoscenza delle opere attraverso un nuovo strumento che permette di creare ‘storie’, dei veri e propri percorsi di visita guidata virtuali per l’approfondimento di uno o più capolavori a disposizione nella nostra image bank”.
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