Dall’8 ottobre all’8 marzo a Roma
A Palazzo Bonaparte un viaggio nell'universo di Mucha tra bellezza e seduzione
Alphonse Mucha, Les Amants, 1895, Litografia a colori, 106.5 × 137 cm | © Mucha Trust 2025
Samantha De Martin
07/10/2025
Roma - Fino all’8 marzo oltre 150 opere in prestito dal Mucha Museum di Praga guidano i visitatori a tu per tu con i linguaggi di uno tra i più influenti artisti dell'Art Nouveau.
Lavori come Gismonda, Médée, JOB, la serie The Stars del 1902 o quella sulle Pietre Preziose del 1900 o ancora gli studi sull’Epopea Slava dialogano con La contessa De Rasty (1879) di Boldini o con la Semiramide (A Babilonia) del 1905 di gusto orientalista di Saccaggi.
Arredi, oggetti Art Nouveau e di design, fotografie e materiali d’epoca consentono di leggere Mucha attraverso prospettive nuove, rivelando la continuità dell’ideale di bellezza femminile nel tempo.
Ospite speciale della mostra intitolata “Alphonse Mucha. Un trionfo di Bellezza e seduzione”, a rappresentare una sintesi perfetta del concetto di bellezza e seduzione, e icona del fascino senza tempo, è la Venere di Botticelli, prestito eccezionale dai Musei Reali – Galleria Sabauda di Torino, che traccia un ponte ideale tra l’arte rinascimentale e l’Art Nouveau. Recentemente oggetto di indagini diagnostiche, la Venere dialoga con le figure femminili di Mucha, rivelando come l’ideale di bellezza attraversi i secoli con straordinaria continuità.
“Alphonse Mucha. Un trionfo di Bellezza e seduzione”, Allestimento
Prodotto e organizzato da Arthemisia con la Mucha Foundation e i Musei Reali di Torino, in partnership con Generali Valore Cultura e la Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, a cura di Elizabeth Brooke e Annamaria Bava, con la direzione scientifica di Francesca Villanti, il percorso espositivo scivola tra donne, icone e muse che popolavano la Parigi di fine Ottocento, quando Alphonse Mucha si immerse nel vivace panorama artistico della capitale francese. Mucha e la fotografia, il suo interesse per il misticismo, l’occultismo e la teosofia, l’effervescente clima parigino, ma anche il successo dei manifesti pubblicitari, e poi il ritorno in patria, nel 1910, dopo venticinque anni di assenza, dove realizza i primi francobolli della Repubblica Cecoslovacca e si occupa della decorazione per la Casa Municipale di Praga ritornando pienamente all’iconografia tradizionale slava che, in realtà, non aveva mai abbandonato, sono alcune delle tappe più significative che scandiscono il viaggio a Palazzo Bonaparte.
“L’arte non può essere nuova. L’arte è eterna come il progresso dell’uomo e la sua funzione è quella di accendere di luce il cammino del mondo” scriveva l'artista. Da questa concezione dell’arte come faro dell’umanità nasce la ferma convinzione che una bella opera contribuisca a elevare l’animo umano, contribuendo a generare una società migliore. Coerentemente con questa missione universale, Mucha predilige temi semplici e immediati, dalle stagioni ai fiori, alle ore del giorno. Accessibilità che permetterà alle sue creazioni di moltiplicarsi negli oggetti della vita quotidiana come calendari, cartoline e persino oggettistica, portando la bellezza nelle case di tutti.
Lavori come Gismonda, Médée, JOB, la serie The Stars del 1902 o quella sulle Pietre Preziose del 1900 o ancora gli studi sull’Epopea Slava dialogano con La contessa De Rasty (1879) di Boldini o con la Semiramide (A Babilonia) del 1905 di gusto orientalista di Saccaggi.
Arredi, oggetti Art Nouveau e di design, fotografie e materiali d’epoca consentono di leggere Mucha attraverso prospettive nuove, rivelando la continuità dell’ideale di bellezza femminile nel tempo.
Ospite speciale della mostra intitolata “Alphonse Mucha. Un trionfo di Bellezza e seduzione”, a rappresentare una sintesi perfetta del concetto di bellezza e seduzione, e icona del fascino senza tempo, è la Venere di Botticelli, prestito eccezionale dai Musei Reali – Galleria Sabauda di Torino, che traccia un ponte ideale tra l’arte rinascimentale e l’Art Nouveau. Recentemente oggetto di indagini diagnostiche, la Venere dialoga con le figure femminili di Mucha, rivelando come l’ideale di bellezza attraversi i secoli con straordinaria continuità.
“Alphonse Mucha. Un trionfo di Bellezza e seduzione”, Allestimento
Prodotto e organizzato da Arthemisia con la Mucha Foundation e i Musei Reali di Torino, in partnership con Generali Valore Cultura e la Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, a cura di Elizabeth Brooke e Annamaria Bava, con la direzione scientifica di Francesca Villanti, il percorso espositivo scivola tra donne, icone e muse che popolavano la Parigi di fine Ottocento, quando Alphonse Mucha si immerse nel vivace panorama artistico della capitale francese. Mucha e la fotografia, il suo interesse per il misticismo, l’occultismo e la teosofia, l’effervescente clima parigino, ma anche il successo dei manifesti pubblicitari, e poi il ritorno in patria, nel 1910, dopo venticinque anni di assenza, dove realizza i primi francobolli della Repubblica Cecoslovacca e si occupa della decorazione per la Casa Municipale di Praga ritornando pienamente all’iconografia tradizionale slava che, in realtà, non aveva mai abbandonato, sono alcune delle tappe più significative che scandiscono il viaggio a Palazzo Bonaparte.
“L’arte non può essere nuova. L’arte è eterna come il progresso dell’uomo e la sua funzione è quella di accendere di luce il cammino del mondo” scriveva l'artista. Da questa concezione dell’arte come faro dell’umanità nasce la ferma convinzione che una bella opera contribuisca a elevare l’animo umano, contribuendo a generare una società migliore. Coerentemente con questa missione universale, Mucha predilige temi semplici e immediati, dalle stagioni ai fiori, alle ore del giorno. Accessibilità che permetterà alle sue creazioni di moltiplicarsi negli oggetti della vita quotidiana come calendari, cartoline e persino oggettistica, portando la bellezza nelle case di tutti.
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