Dopo 50 anni di ricerche, si ricompone un puzzle millenario
Alle Terme di Diocleziano il dio Mitra ritrova il suo toro
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo |
Il Mitra Tauroctonos
Francesca Grego
14/07/2017
Roma - Dopo migliaia di anni torna al suo posto uno dei frammenti più ricercati della storia.
Arriva da Cagliari la testa di toro in marmo lunense che mancava per ricomporre il puzzle del monumentale Mitra Tauroctonos, tra i fiori all’occhiello del Museo Nazionale Romano.
L’hanno ritrovato i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale nella bottega di un antiquario del capoluogo sardo.
Dopo il sequestro, gli accertamenti della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e le ricerche nella Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente Sottratti, la conferma definitiva è arrivata dalla sede del Museo Romano alle Terme di Diocleziano: il frammento che riproduce la testa del toro e la mano del dio combacia alla perfezione con il vuoto che ha campeggiato fino a oggi sul lato destro del grande rilievo.
Si chiude con quest’ultimo tassello un’appassionante vicenda archeologica che ha avuto origine nel lontano 1964. Fu allora che nei dintorni di Roma, in località Tor Cervara, un’operazione di bonifica da residuati bellici restituì 57 frammenti di un rilievo scultoreo di notevole peso e dimensioni.
Una volta ricomposta, l’opera presentava la nota iconografia di Mitra che uccide il toro sacro, cuore di ogni tempio romano dedicato alla divinità. Un reperto di altissimo valore storico artistico, che ci riporta alla diffusione dei culti orientali nella Roma imperiale e a riti legati all’astrologia e al succedersi delle stagioni.
Ma al rilievo mancavano ancora due parti fondamentali: la testa del toro e il volto del dio, proprio al centro della scena.
Solo nel 2014 gli studiosi hanno rintracciato le sembianze di Mitra in una testa conservata al Badisches Landesmuseum di Karlsruhe, in Germania, come ipotizzato dal ricercatore svizzero Rolf Andreas Stucky già negli anni Ottanta del Novecento.
La scoperta ha suscitato un vasto clamore e la ricomposizione della figura divina ha dato vita a eventi espositivi internazionali di grande successo.
Ora il cerchio si chiude. Ricollocata al suo posto, la mano del dio tornerà a uccidere il toro nel tempo eterno del mito e della pietra, in un’opera che nella sua versione completa ha un valore stimato di due milioni di euro.
Arriva da Cagliari la testa di toro in marmo lunense che mancava per ricomporre il puzzle del monumentale Mitra Tauroctonos, tra i fiori all’occhiello del Museo Nazionale Romano.
L’hanno ritrovato i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale nella bottega di un antiquario del capoluogo sardo.
Dopo il sequestro, gli accertamenti della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e le ricerche nella Banca Dati dei Beni Culturali Illecitamente Sottratti, la conferma definitiva è arrivata dalla sede del Museo Romano alle Terme di Diocleziano: il frammento che riproduce la testa del toro e la mano del dio combacia alla perfezione con il vuoto che ha campeggiato fino a oggi sul lato destro del grande rilievo.
Si chiude con quest’ultimo tassello un’appassionante vicenda archeologica che ha avuto origine nel lontano 1964. Fu allora che nei dintorni di Roma, in località Tor Cervara, un’operazione di bonifica da residuati bellici restituì 57 frammenti di un rilievo scultoreo di notevole peso e dimensioni.
Una volta ricomposta, l’opera presentava la nota iconografia di Mitra che uccide il toro sacro, cuore di ogni tempio romano dedicato alla divinità. Un reperto di altissimo valore storico artistico, che ci riporta alla diffusione dei culti orientali nella Roma imperiale e a riti legati all’astrologia e al succedersi delle stagioni.
Ma al rilievo mancavano ancora due parti fondamentali: la testa del toro e il volto del dio, proprio al centro della scena.
Solo nel 2014 gli studiosi hanno rintracciato le sembianze di Mitra in una testa conservata al Badisches Landesmuseum di Karlsruhe, in Germania, come ipotizzato dal ricercatore svizzero Rolf Andreas Stucky già negli anni Ottanta del Novecento.
La scoperta ha suscitato un vasto clamore e la ricomposizione della figura divina ha dato vita a eventi espositivi internazionali di grande successo.
Ora il cerchio si chiude. Ricollocata al suo posto, la mano del dio tornerà a uccidere il toro nel tempo eterno del mito e della pietra, in un’opera che nella sua versione completa ha un valore stimato di due milioni di euro.
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