Disturbo?
Gabriele Paolini
24/02/2009
Con una media di 10.335.000 telespettatori e il 47.99% di share, cala il sipario sulla 59a edizione del Festival di Sanremo, copyright Bonolis. Cifre da capogiro che rianimano i fiori appassiti, visti negli ultimi anni, sul palco dell’Ariston.
Tra le novità: bandite le solite vallette a due teste, bionda e mora, per puntare su qualcosa di più provocatorio come l’82enne fondatore di Playboy Hugh Hefner, accompagnato dal poker di fidanzate-conigliette, la cui somma delle età supera di poco quella del boyfriend (forse più friend che boy).
In realtà, però, a provocare ci ha pensato una tigre dalle unghie laccate, piuttosto mansueta, la pornostar riminese Laura Perego, che con un balzo è zompata sul palco, seminuda (giusto il perizomino) e con il corpo dipinto a pelliccia di tigre, appunto. Inaspettata e subito allontanata dai domatori della sicurezza, tra il divertimento di Mr. Hefner e consorti e la nonchalance di Bonolis. Si saprà poi che la signorina è un’animalista e il suo scopo era protestare contro le torture inflitte agli animali da pelliccia. Ottimi propositi, ma la tigre inoffensiva è finita per un po’dove non avrebbe voluto nessuno: in gabbia, per fortuna, già riaperta.
A scene simili l’Ariston non è nuovo e, in fin dei conti, il Festival è un po’ un circo. Nel 1995, infatti, fu Pino Pagano, aspirante suicida, a mettere alla prova il conduttore Baudo, che si destreggiò da eroe con abilità psicologica ed umana. Peccato che, si seppe poi, fosse una bufala. Convincere qualcuno a fingere un tentativo di suicidio (per alzare lo share) con 25 milioni di ex lire, non è proprio eroico. SuperPippo fu indagato e condannato ad un anno e nove mesi di reclusione, anche per altri capi di imputazione, che poi patteggiò.
Nella storia della tv italiana c’è un altro mitico momento di panico vero ed inaspettato, causato, però, da uno scherzo veramente orrendo. Chiunque abbia una tv, sa chi sia Ciro. Nel 1990, infatti, durante la trasmissione "L’amore è una cosa meravigliosa", Sandra Milo riceve in diretta una telefonata con la falsa notizia del ricovero del figlio Ciro, in gravi condizioni. Cuore di mamma non regge e Sandra scappa di corsa, con quell’urlo che farà storia.
Ci sono poi le varie truffe smascherate in diretta, che risalgono persino ai tempi non sospetti in cui la tv bianconero sembrava senza sfumature “altre”, non solo cromatiche. Nel "Rischiatutto" del 1972 il supercampione Massimo Inardi, medico e parapsicologo bolognese, fu così incredibilmente dotato di memoria da essere sospettato di leggere il pensiero del conduttore Mike Bongiorno. Leggenda metropolitana docet, non si seppe mai la verità.
Oppure ricordiamo ancora Mike, nel 1990 a "TeleMike", sorprendere la concorrente (che sverrà per la vergogna) sbirciare i propri appunti.
Toccha poi a Mara Venier, edizione 1997 di "Domenica In", denunciare il notaio corrotto, dopo che il concorrente al telefono risponde alla domanda non ancora formulata.
Ma il re assoluto delle incursioni non desiderate è senza dubbio Gabriele Paolini, autoproclamatosi “inquinatore televisivo” e “profeta del condom” che ha collezionato tanti disturbi quante querele (e qualche risarcimento). E’ dal 1997 che Paolini sbuca da non si sa dove per rubare lo schermo al giornalista di turno, sventolando preservativi nella sua personale battaglia contro l’AIDS e i precetti della Chiesa Cattolica in fatto di contraccettivi. Non solo sessualità e prevenzione, ma anche politica, contro cui si scaglia con insulti o cartelli espliciti, costringendo spesso a interrompere i servizi. Pane per i denti cannibali di Blob, che mille e mille volte ha rimandato i famosi calci nel suo lato B, che un esasperato Paolo Frajese gli ha piazzato durante i Mondiali di Francia ’98. L’inviato del Tg1 si era veramente calato nell’atmosfera calcistica. Fu un autogol da cartellino rosso per Frajese e Paolini incassò un lauto risarcimento. Personaggio irriverente e bislacco, il disturbatore parrebbe essere anche un recordman: sul suo sito gabrielepaolini.com, dichiara di essere entrato nel Guinness dei Primati 2006 in virtù delle oltre 20.000 apparizioni tv alle spalle di giornalisti. Obiettivo raggiunto, per chi, come lui, non ama affatto togliere il disturbo.
Tra le novità: bandite le solite vallette a due teste, bionda e mora, per puntare su qualcosa di più provocatorio come l’82enne fondatore di Playboy Hugh Hefner, accompagnato dal poker di fidanzate-conigliette, la cui somma delle età supera di poco quella del boyfriend (forse più friend che boy).
In realtà, però, a provocare ci ha pensato una tigre dalle unghie laccate, piuttosto mansueta, la pornostar riminese Laura Perego, che con un balzo è zompata sul palco, seminuda (giusto il perizomino) e con il corpo dipinto a pelliccia di tigre, appunto. Inaspettata e subito allontanata dai domatori della sicurezza, tra il divertimento di Mr. Hefner e consorti e la nonchalance di Bonolis. Si saprà poi che la signorina è un’animalista e il suo scopo era protestare contro le torture inflitte agli animali da pelliccia. Ottimi propositi, ma la tigre inoffensiva è finita per un po’dove non avrebbe voluto nessuno: in gabbia, per fortuna, già riaperta.
A scene simili l’Ariston non è nuovo e, in fin dei conti, il Festival è un po’ un circo. Nel 1995, infatti, fu Pino Pagano, aspirante suicida, a mettere alla prova il conduttore Baudo, che si destreggiò da eroe con abilità psicologica ed umana. Peccato che, si seppe poi, fosse una bufala. Convincere qualcuno a fingere un tentativo di suicidio (per alzare lo share) con 25 milioni di ex lire, non è proprio eroico. SuperPippo fu indagato e condannato ad un anno e nove mesi di reclusione, anche per altri capi di imputazione, che poi patteggiò.
Nella storia della tv italiana c’è un altro mitico momento di panico vero ed inaspettato, causato, però, da uno scherzo veramente orrendo. Chiunque abbia una tv, sa chi sia Ciro. Nel 1990, infatti, durante la trasmissione "L’amore è una cosa meravigliosa", Sandra Milo riceve in diretta una telefonata con la falsa notizia del ricovero del figlio Ciro, in gravi condizioni. Cuore di mamma non regge e Sandra scappa di corsa, con quell’urlo che farà storia.
Ci sono poi le varie truffe smascherate in diretta, che risalgono persino ai tempi non sospetti in cui la tv bianconero sembrava senza sfumature “altre”, non solo cromatiche. Nel "Rischiatutto" del 1972 il supercampione Massimo Inardi, medico e parapsicologo bolognese, fu così incredibilmente dotato di memoria da essere sospettato di leggere il pensiero del conduttore Mike Bongiorno. Leggenda metropolitana docet, non si seppe mai la verità.
Oppure ricordiamo ancora Mike, nel 1990 a "TeleMike", sorprendere la concorrente (che sverrà per la vergogna) sbirciare i propri appunti.
Toccha poi a Mara Venier, edizione 1997 di "Domenica In", denunciare il notaio corrotto, dopo che il concorrente al telefono risponde alla domanda non ancora formulata.
Ma il re assoluto delle incursioni non desiderate è senza dubbio Gabriele Paolini, autoproclamatosi “inquinatore televisivo” e “profeta del condom” che ha collezionato tanti disturbi quante querele (e qualche risarcimento). E’ dal 1997 che Paolini sbuca da non si sa dove per rubare lo schermo al giornalista di turno, sventolando preservativi nella sua personale battaglia contro l’AIDS e i precetti della Chiesa Cattolica in fatto di contraccettivi. Non solo sessualità e prevenzione, ma anche politica, contro cui si scaglia con insulti o cartelli espliciti, costringendo spesso a interrompere i servizi. Pane per i denti cannibali di Blob, che mille e mille volte ha rimandato i famosi calci nel suo lato B, che un esasperato Paolo Frajese gli ha piazzato durante i Mondiali di Francia ’98. L’inviato del Tg1 si era veramente calato nell’atmosfera calcistica. Fu un autogol da cartellino rosso per Frajese e Paolini incassò un lauto risarcimento. Personaggio irriverente e bislacco, il disturbatore parrebbe essere anche un recordman: sul suo sito gabrielepaolini.com, dichiara di essere entrato nel Guinness dei Primati 2006 in virtù delle oltre 20.000 apparizioni tv alle spalle di giornalisti. Obiettivo raggiunto, per chi, come lui, non ama affatto togliere il disturbo.
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