Svelato il soggetto dell'opera da poco ritrovata
Squillo di trombe per il nuovo Moretto di Brescia
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Moretto, Trombettiere di San Giovanni Evangelista, c. 1535
E. Bramati
27/05/2014
Brescia - E' stata finalmente svelata l'identità del soggetto raffigurato nell'opera di Alessandro Bonvicini, meglio noto come Moretto, ritrovato per caso in una collezione privata della città.
Il dipinto rappresenta il "Trombettiere di San Giovanni Evangelista", un lavoro di grandissima importanza sotto il profilo storico-critico. Fu infatti eseguito dal Moretto intorno al 1535 per la Chiesa di San Giovanni Evangelista a Brescia, un luogo in cui il maestro fu a lungo attivo. La tela, che in origine faceva parte di un gruppo di tre andate disperse nel corso dei secoli, è citata da diverse fonti antiche settecentesche.
Un rapido e accurato intervento di pulitura ha fatto riemergere l'eccellente qualità della pittura dell'artista, particolarmente evidente nel vigoroso modellato plastico della monumentale figura del trombettiere, nella potenza espressiva del suo volto e nell'accurata definizione volumetrica dei panneggi.
Ora sarà nuovamente visibile dopo oltre 200 anni, e andrà ad aggiungersi alle altre opere presenti a Palazzo Martinengo, all'interno della mostra "Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti. 100 capolavori dalle collezioni private bresciane".
Il dipinto rappresenta il "Trombettiere di San Giovanni Evangelista", un lavoro di grandissima importanza sotto il profilo storico-critico. Fu infatti eseguito dal Moretto intorno al 1535 per la Chiesa di San Giovanni Evangelista a Brescia, un luogo in cui il maestro fu a lungo attivo. La tela, che in origine faceva parte di un gruppo di tre andate disperse nel corso dei secoli, è citata da diverse fonti antiche settecentesche.
Un rapido e accurato intervento di pulitura ha fatto riemergere l'eccellente qualità della pittura dell'artista, particolarmente evidente nel vigoroso modellato plastico della monumentale figura del trombettiere, nella potenza espressiva del suo volto e nell'accurata definizione volumetrica dei panneggi.
Ora sarà nuovamente visibile dopo oltre 200 anni, e andrà ad aggiungersi alle altre opere presenti a Palazzo Martinengo, all'interno della mostra "Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti. 100 capolavori dalle collezioni private bresciane".
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