Dal 30 aprile in mostra da Bottegantica
Il Giovane Boccioni è in arrivo a Milano
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Umberto Boccioni, Trittico. Veneriamo la Madre, 1907-1908. Olio su tavola, 27 x 56 cm. Collezione privata
Francesca Grego
26/01/2021
Un’icona del Futurismo sotto una nuova luce: è la proposta di Galleria Bottegantica nella mostra che dedica a Umberto Boccioni, in programma dal 30 aprile al 30 giugno 2021. Che cosa c’è dietro capolavori d’avanguardia come La Città che sale, Elasticità, Forme uniche della continuità nello spazio? Come arrivò il pittore e scultore novecentesco a formulare il suo originalissimo linguaggio? Oltre la travolgente avventura futurista, c’è ancora un Boccioni da scoprire? Forse sì, visto che finora nessuna mostra si era mai concentrata sulle origini dell’arte boccioniana e il periodo giovanile del maestro non era mai stato indagato in profondità. Curata da Virginia Baradei, tra le più accreditate studiose dell’artista, Il giovane Boccioni racconterà un tempo di sperimentazioni e vagabondaggi, di città in città, di suggestione in suggestione, in cui lo studio del passato si lega a uno slancio irrefrenabile verso il presente e a uno sguardo proiettato prepotentemente verso il futuro.
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Umberto Boccioni, Finestra, 1904-1906. Matita e biacca su tela I Collezione privata
Roma, Padova, Venezia, Milano sono alcune delle tappe toccate in questo periodo Boccioni, che si sposta lungo lo Stivale a seguito del padre, dipendente pubblico, e che con l’aiuto dei genitori viaggia alla volta di Parigi, o della Russia. In ognuno di questi luoghi il giovane pittore troverà maestri, compagni di strada, illustri capolavori da cui prendere spunto o novità artistiche capaci di infiammare l’immaginazione. Nel suo universo i venti di rinnovamento che percorrono l’arte europea incontrano la tradizione classica rinascimentale, mentre alla pratica della pittura, appresa nello studio di un cartellonista romano, si affiancano interessanti esperimenti nel campo dell’incisione.
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Umberto Boccioni, La madre, 1912, Olio su tela, 35 x 52 cm. Piacenza, Galleria d’arte moderna Ricci Oddi
Dal maestro Giacomo Balla, di cui Boccioni frequentò la scuola di nudo a Roma, a Gaetano Previati e Giovanni Segantini, gli influssi che colpiscono il giovane artista sono tanti e variegati. Lo scopriremo meglio da Bottegantica, tra nuove forme di paesaggio e ritratti di grande espressività - come il celebre Madre malata del 1908 - grafiche e oli, trame divisioniste, allucinazioni simboliste, pennellate postimpressioniste, visioni architettoniche e curiose caricature.
Il racconto della mostra si conclude con il trasferimento di Boccioni a Milano dove, anche grazie a lui, la bomba futurista sarà presto pronta a deflagrare. Ma questa è un’altra storia.
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Umberto Boccioni, Finestra, 1904-1906. Matita e biacca su tela I Collezione privata
Roma, Padova, Venezia, Milano sono alcune delle tappe toccate in questo periodo Boccioni, che si sposta lungo lo Stivale a seguito del padre, dipendente pubblico, e che con l’aiuto dei genitori viaggia alla volta di Parigi, o della Russia. In ognuno di questi luoghi il giovane pittore troverà maestri, compagni di strada, illustri capolavori da cui prendere spunto o novità artistiche capaci di infiammare l’immaginazione. Nel suo universo i venti di rinnovamento che percorrono l’arte europea incontrano la tradizione classica rinascimentale, mentre alla pratica della pittura, appresa nello studio di un cartellonista romano, si affiancano interessanti esperimenti nel campo dell’incisione.
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Umberto Boccioni, La madre, 1912, Olio su tela, 35 x 52 cm. Piacenza, Galleria d’arte moderna Ricci Oddi
Dal maestro Giacomo Balla, di cui Boccioni frequentò la scuola di nudo a Roma, a Gaetano Previati e Giovanni Segantini, gli influssi che colpiscono il giovane artista sono tanti e variegati. Lo scopriremo meglio da Bottegantica, tra nuove forme di paesaggio e ritratti di grande espressività - come il celebre Madre malata del 1908 - grafiche e oli, trame divisioniste, allucinazioni simboliste, pennellate postimpressioniste, visioni architettoniche e curiose caricature.
Il racconto della mostra si conclude con il trasferimento di Boccioni a Milano dove, anche grazie a lui, la bomba futurista sarà presto pronta a deflagrare. Ma questa è un’altra storia.
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