A Roma, a Palazzo Carpegna, un’importante donazione
Nella collezione dell'Accademia di San Luca 33 nuove opere nel segno di Giano

Giovanni Paolo Panini, Capriccio architettonico, 1735 circa, Olio su tela, 90 x 80 cm | Foto: © Mauro Coen e Franco Borrelli
Samantha De Martin
16/05/2025
Roma - A coronamento della sua “attività scellerata da collezionista” come lui stesso definisce la sua viscerale passione per l’arte, 86 anni appena compiuti, Gian Enzo Sperone arricchisce l’Accademia nazionale di San Luca con un generoso atto d’amore.
Palazzo Carpegna, nel cuore di Roma, accoglie da oggi, venerdì 16 maggio, le 33 opere donate dal gallerista e mercante d’arte torinese, che, grazie alle sue gallerie aperte nel tempo, da Torino a Milano, da Roma a New York, ha ricoperto un ruolo centrale nelle vicende artistiche dagli anni Sessanta a oggi.
Un filo segreto, intimo, invisibile ai più, tessuto negli anni da Sperone, lega i lavori che fino al 7 giugno resteranno in mostra al piano terra del Palazzo per essere trasferite, a partire dal prossimo autunno, in uno spazio restaurato per l’occasione dove saranno esposte in maniera permanente. L'appassionato racconto del donatore riesce a spiegare il motore, talvolta misterioso, che muove i personalissimi meccanismi del collezionismo.
Solo per fare un esmpio, Il Ritratto di gentiluomo con fiocco rosso di Salomon Adler ha qualcosa in comune con la tela di Vittore Ghislandi, detto Fra Galgario. “Ho deciso di comprarlo quando ho scoperto che Adler e Ghislandi erano compagni di scuola” ha confessato Sperone. Capriccio e vezzo da collezionista? Chissà. Sta di fatto che Sperone non ha mai venduto per ricomprare, devoto a quelle opere che chiama “figlie” e la cui donazione rappresenta il più importante lascito giunto all’Accademia dal 1934, anno il cui il barone Lazzaroni lasciò in eredità dieci quadri della sua collezione, seguendo l’esempio di altri donatori illustri.

Accademia nazionale di San Luca, donazione Sperone | Foto: © Andrea Veneri
“L’Accademia - ha sottolineato il suo presidente Francesco Cellini - è profondamente onorata di ricevere questa prestigiosa donazione. Questa viene a conferma dell’alta considerazione che la nostra istituzione gode anche dai rappresentanti più rilevanti del mondo artistico internazionale per essere punto di sicuro riferimento per la promozione, la valorizzazione e la tutela di ogni forma d’arte visiva. Ovviamente eserciteremo la massima cura e attenzione nel conservare ed esporre degnamente queste opere, promuovendone la diffusione per facilitarne l’approfondimento e lo studio”.
Ad accogliere i visitatori è Il Crepuscolo degli Idoli di Giulio Paolini, una grande installazione nella quale la classicità è evocata nella sua caduta e nei suoi frammenti scomposti, autentica “visione” del suo crepuscolo. Ed eccolo Giulio Paolini che ritorna tra i personaggi della grandiosa Costellazione del Leone di Carlo Maria Mariani, altra opera parte della donazione Sperone, disegno preparatorio della grande tela ad olio esposta nel 1981 nelle gallerie di Sperone a Roma e New York. In questa grande rappresentazione collettiva “all’antica” dei personaggi del mondo dell’arte della fine degli anni Settanta del secolo scorso si riconosce il suo autore nelle vesti accademiche, circondato da mercanti e storici dell’arte a lui coevi, ma anche da artisti, da Jannis Kounellis a Luigi Ontani, da Mario Merz allo stesso Paolini.
Accademia nazionale di San Luca, donazione Sperone | Foto: © Andrea Veneri
Se tra i lavori realizzati tra Sei e Settecento spiccano i dipinti di Gioacchino Assereto, Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, Ludovico Cardi, detto il Cigoli - con la sua Maddalena penitente che ha fatto parte della collezione del Getty Museum di Los Angeles - e ancora Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, Giovanni Antonio Guardi con Crasso saccheggia il Tempio di Gerusalemme, dipinto che, prima di entrare nella raccolta Sperone, è appartenuto al giurista milanese Guido Rossi - il Novecento si fa largo con una Natura morta melodrammatica di Filippo de Pisis e con una bella maschera buffa di Francesco Paolo Michetti. Bellissimo il ritratto di Antonio Canova, colto, nel 1819 dal pittore John Jackson, in un’espressione realistica, insolitamente esitante, quasi timida, ben lontana dalle raffigurazioni in veste celebrativa scelte da altri grandi maestri.
La mostra sarà aperta al pubblico dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19 (ultimo ingresso alle 18.39. Il sabato dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18.30). Sabato 17 maggio, in occasione della Notte Europea dei Musei, l’accademia aprirà dalle 20 alle 24 (ultimo ingresso alle 23.30). Durante la serata sarà possibile ammirare la Galleria accademica con l’allestimento rinnovato e un nuovo percorso espositivo articolato in base al criterio delle donazioni storiche, dei lasciti testamentari o degli eredi degli artisti.
Palazzo Carpegna, nel cuore di Roma, accoglie da oggi, venerdì 16 maggio, le 33 opere donate dal gallerista e mercante d’arte torinese, che, grazie alle sue gallerie aperte nel tempo, da Torino a Milano, da Roma a New York, ha ricoperto un ruolo centrale nelle vicende artistiche dagli anni Sessanta a oggi.
Un filo segreto, intimo, invisibile ai più, tessuto negli anni da Sperone, lega i lavori che fino al 7 giugno resteranno in mostra al piano terra del Palazzo per essere trasferite, a partire dal prossimo autunno, in uno spazio restaurato per l’occasione dove saranno esposte in maniera permanente. L'appassionato racconto del donatore riesce a spiegare il motore, talvolta misterioso, che muove i personalissimi meccanismi del collezionismo.
Solo per fare un esmpio, Il Ritratto di gentiluomo con fiocco rosso di Salomon Adler ha qualcosa in comune con la tela di Vittore Ghislandi, detto Fra Galgario. “Ho deciso di comprarlo quando ho scoperto che Adler e Ghislandi erano compagni di scuola” ha confessato Sperone. Capriccio e vezzo da collezionista? Chissà. Sta di fatto che Sperone non ha mai venduto per ricomprare, devoto a quelle opere che chiama “figlie” e la cui donazione rappresenta il più importante lascito giunto all’Accademia dal 1934, anno il cui il barone Lazzaroni lasciò in eredità dieci quadri della sua collezione, seguendo l’esempio di altri donatori illustri.

Accademia nazionale di San Luca, donazione Sperone | Foto: © Andrea Veneri
“L’Accademia - ha sottolineato il suo presidente Francesco Cellini - è profondamente onorata di ricevere questa prestigiosa donazione. Questa viene a conferma dell’alta considerazione che la nostra istituzione gode anche dai rappresentanti più rilevanti del mondo artistico internazionale per essere punto di sicuro riferimento per la promozione, la valorizzazione e la tutela di ogni forma d’arte visiva. Ovviamente eserciteremo la massima cura e attenzione nel conservare ed esporre degnamente queste opere, promuovendone la diffusione per facilitarne l’approfondimento e lo studio”.
Ad accogliere i visitatori è Il Crepuscolo degli Idoli di Giulio Paolini, una grande installazione nella quale la classicità è evocata nella sua caduta e nei suoi frammenti scomposti, autentica “visione” del suo crepuscolo. Ed eccolo Giulio Paolini che ritorna tra i personaggi della grandiosa Costellazione del Leone di Carlo Maria Mariani, altra opera parte della donazione Sperone, disegno preparatorio della grande tela ad olio esposta nel 1981 nelle gallerie di Sperone a Roma e New York. In questa grande rappresentazione collettiva “all’antica” dei personaggi del mondo dell’arte della fine degli anni Settanta del secolo scorso si riconosce il suo autore nelle vesti accademiche, circondato da mercanti e storici dell’arte a lui coevi, ma anche da artisti, da Jannis Kounellis a Luigi Ontani, da Mario Merz allo stesso Paolini.

Accademia nazionale di San Luca, donazione Sperone | Foto: © Andrea Veneri
Se tra i lavori realizzati tra Sei e Settecento spiccano i dipinti di Gioacchino Assereto, Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, Ludovico Cardi, detto il Cigoli - con la sua Maddalena penitente che ha fatto parte della collezione del Getty Museum di Los Angeles - e ancora Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, Giovanni Antonio Guardi con Crasso saccheggia il Tempio di Gerusalemme, dipinto che, prima di entrare nella raccolta Sperone, è appartenuto al giurista milanese Guido Rossi - il Novecento si fa largo con una Natura morta melodrammatica di Filippo de Pisis e con una bella maschera buffa di Francesco Paolo Michetti. Bellissimo il ritratto di Antonio Canova, colto, nel 1819 dal pittore John Jackson, in un’espressione realistica, insolitamente esitante, quasi timida, ben lontana dalle raffigurazioni in veste celebrativa scelte da altri grandi maestri.
La mostra sarà aperta al pubblico dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19 (ultimo ingresso alle 18.39. Il sabato dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18.30). Sabato 17 maggio, in occasione della Notte Europea dei Musei, l’accademia aprirà dalle 20 alle 24 (ultimo ingresso alle 23.30). Durante la serata sarà possibile ammirare la Galleria accademica con l’allestimento rinnovato e un nuovo percorso espositivo articolato in base al criterio delle donazioni storiche, dei lasciti testamentari o degli eredi degli artisti.
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