Ritratto di Ginevra Benci

Leonardo da Vinci

National Gallery of Art

 
DESCRIZIONE:
L’espressione enigmatica, il volto emaciato, l’ambientazione all’aperto e la mancanza di gioielli fanno di questo quadro un ritratto femminile atipico. Anche per Leonardo.

Presso i Benci, ricchi banchieri fiorentini, l’artista era di casa: Tommaso, poeta e discepolo di Marsilio Ficino, era suo amico e nella sua dimora fu conservata l’Adorazione dei Magi, rimasta incompiuta dopo la partenza del pittore per Milano. Ginevra, che Lorenzo il Magnifico ricordava come una delle giovani più colte di Firenze, è stata identificata nel ritratto grazie alla presenza delle foglie di ginepro che alludono al suo nome: interpretazione confermata da ulteriori particolari come la citazione di Giorgio Vasari all’interno delle sue Vite.
 
Quel che fino a poco tempo fa non era noto, è invece il senso del motto che compare nella ghirlanda dipinta sul retro del quadro: “virtutem forma decorat”. Anagrammando il motto come in una “macchina alfabetica”, la ricercatrice Carla Glori ha scoperto 50 frasi tutte firmate dal genio vinciano, che insieme raccontano la storia di Ginevra: una giovane virtuosa, ma prossima al matrimonio con un uomo detestato - il vedovo Luigi di Bernardo Niccolini, più anziano di lei di 15 anni - e innamorata dell’ambasciatore veneziano Bernardo Bembo. Esami ai raggi infrarossi condotti dalla National Gallery di Washington hanno poi scoperto un’altra frase celata: “virtus et honor”, il motto del Bembo, che aveva proprio la ghirlanda come simbolo nobiliare. Naturalmente non ci fu nulla da fare: Ginevra era ormai prossima alle nozze.
 
Di lei resta il ritratto dipinto a tempera e olio su tavola che il museo americano acquistò nel 1967 dai principi di Liechtenstein per la cifra record di oltre cinque milioni di dollari. Mancano le mani, originariamente in una posa simile a quella della Gioconda, che possiamo ammirare in un disegno conservato nella Royal Library del Castello di Windsor.
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