Al cinema dal 13 al 15 settembre il nuovo film di Phil Grabsky
Raffaello alle Scuderie del Quirinale - La nostra recensione
Raffaello Sanzio, Madonna Sistina, 1513-1514 circa, Olio su tela, 265 × 196 cm, Dresda, Gemäldegalerie
Francesca Grego
10/09/2021
“Qui è quel Raffaello dal quale, finché visse, Madre Natura temette di essere superata e quando morì ebbe paura di spegnersi insieme a lui”. Così è scritto nel Pantheon di Roma sulla tomba dell’Urbinate, e per secoli il Sanzio è stato considerato il massimo pittore di sempre. Poi la modernità gli ha imposto, per quanto possibile, il silenzio: troppo “classico”, imitato, inflazionato, troppo distante la sua sensibilità dai tumulti del Novecento. Ma, come tutti i grandi, Raffaello ha saputo aspettare che il vento passasse, con in mano un’incredibile sfilza di capolavori prodotti in soli 37 anni di vita. E il cinquecentenario della sua scomparsa è stato una dichiarazione d’amore a un gigante sempre vivo. In Europa nemmeno la pandemia ha saputo smorzare il clamore della mostra romana Raffaello 1520-1483, la più vasta che sia mai organizzata sulla sua opera. Per chi non ha potuto visitarla, per chi l’ha vista e ne ha nostalgia, per chi desidera conoscere meglio l’immenso lavoro del genio di Urbino, le luci sono pronte a riaccendersi al cinema con l’uscita di Raffaello alle Scuderie del Quirinale (Raphael Revealed), prodotto dall’inglese Seventh Art Productions in collaborazione con EOS - Exhibition on Screen, distribuito da Adler Entertainment e diretto dal pluripremiato regista Phil Grabsky, una garanzia per gli spettatori appassionati d’arte.
In sala il 13, il 14 e il 15 settembre in una proiezione evento, quello di Grabsky - che ha all’attivo 30 lungometraggi dedicati ai grandi maestri da Leonardo a Cézanne - è un documentario asciutto, pulito, in stile british, che punta a offrire al pubblico l’essenza di Raffaello senza fronzoli o trovate eccessive, con testimonianze e inside dall’esposizione romana. Le riprese in tecnologia Ultra HD fanno la differenza: molti dei 200 capolavori arrivati per la mostra da importanti musei internazionali si offrono allo sguardo dello spettatore con una qualità visiva veramente invidiabile, al punto che vien voglia di fermare l’immagine per assaporarli più a lungo.
Raffaello Sanzio, La Fornarina, 1520 circa, Olio su tavola, 63 x 87 cm | Courtesy Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma
Il racconto cinematografico è un viaggio nella vita, nell’opera e nella personalità di Raffaello. Contributi di esperti internazionali, interviste ai curatori dell’evento alle Scuderie del Quirinale, riprese dell’allestimento e focus sulle singole opere si alternano a brani che ripercorrono le orme dell’artista tra la raffinata Urbino, dove entriamo nella sua casa natale, Perugia, Città di Castello, Siena e Firenze, dove lavorò in giovinezza, e la Roma dei papi, il luogo della sua consacrazione e dei capolavori più noti, dalle bellissime Madonne ai potenti ritratti di Leone X e Giulio II, fino alle meraviglie delle Stanze Vaticane. L’Urbe rinascimentale, una città di soli 100 mila abitanti che dopo i secoli bui del Medioevo si sta lanciando verso nuovi fasti grazie a un pontefice mecenate, emerge in un excursus gustoso: lussi e contraddizioni, bellezza e decadenza, peculiarità presenti in nessun’altra capitale d’Europa non fanno che stimolare la sensibilità di Raffaello, primo difensore delle antichità e archeologo ante litteram.
Raffaello Sanzio, Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi, 1518, Olio su tavola, 155.2 × 118.9 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi
Nel film conosciamo da vicino l’artista, con la sua naturalezza e la sua armonia, la strabiliante abilità pittorica e i talenti poliedrici, la capacità appassionata di declinare al futuro l’ispirazione del passato, e incontriamo l’uomo, con i suoi amori, come la misteriosa Fornarina, il matrimonio procrastinato fino alla morte, le rivalità tra colleghi - da Sebastiano del Piombo a Benvenuto Cellini, da Rosso Fiorentino a Michelangelo - ma soprattutto la socievolezza, il fascino, la cultura, i modi piacevoli che gli accattivarono tante simpatie, gli permisero di dialogare alla pari con i mecenati più colti e prestigiosi, nonché di guidare una bottega all’avanguardia e coordinare squadre di oltre 50 collaboratori nella decorazione dei grandi palazzi.
Ghiotta è l’occasione di riscoprire aspetti a volte trascurati dell’attività del maestro: l’importanza del disegno, per esempio, e i cartoni che oggi ne raccontano il metodo di lavoro, o la genesi degli arazzi della Cappella Sistina, che impressionarono i contemporanei perché sembravano immensi dipinti.
Raffaello Sanzio, Autoritratto, 1504-1506, Tempera su tavola, 47.5 × 33 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi
Architetto, archeologo, pittore, Raffaello impressiona per la mole e la varietà di imprese iniziate e portate a termine in una carriera così breve. Il film di Grabsky rende giustizia alla profondità della sua ricerca, mettendo in luce il backstage di gioielli dati troppo spesso per scontati e la scena di uno dei più grandi eventi artistici di questi anni.
Raffaello alle Scuderie del Quirinale | Evento speciale, distribuito in sala da Adler Entertainment, il 13, 14 e 15 settembre 2021 | Docufilm di 88' prodotto da Seventh Art Productions in collaborazione con Exibition on Screen (EOS)
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In sala il 13, il 14 e il 15 settembre in una proiezione evento, quello di Grabsky - che ha all’attivo 30 lungometraggi dedicati ai grandi maestri da Leonardo a Cézanne - è un documentario asciutto, pulito, in stile british, che punta a offrire al pubblico l’essenza di Raffaello senza fronzoli o trovate eccessive, con testimonianze e inside dall’esposizione romana. Le riprese in tecnologia Ultra HD fanno la differenza: molti dei 200 capolavori arrivati per la mostra da importanti musei internazionali si offrono allo sguardo dello spettatore con una qualità visiva veramente invidiabile, al punto che vien voglia di fermare l’immagine per assaporarli più a lungo.
Raffaello Sanzio, La Fornarina, 1520 circa, Olio su tavola, 63 x 87 cm | Courtesy Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma
Il racconto cinematografico è un viaggio nella vita, nell’opera e nella personalità di Raffaello. Contributi di esperti internazionali, interviste ai curatori dell’evento alle Scuderie del Quirinale, riprese dell’allestimento e focus sulle singole opere si alternano a brani che ripercorrono le orme dell’artista tra la raffinata Urbino, dove entriamo nella sua casa natale, Perugia, Città di Castello, Siena e Firenze, dove lavorò in giovinezza, e la Roma dei papi, il luogo della sua consacrazione e dei capolavori più noti, dalle bellissime Madonne ai potenti ritratti di Leone X e Giulio II, fino alle meraviglie delle Stanze Vaticane. L’Urbe rinascimentale, una città di soli 100 mila abitanti che dopo i secoli bui del Medioevo si sta lanciando verso nuovi fasti grazie a un pontefice mecenate, emerge in un excursus gustoso: lussi e contraddizioni, bellezza e decadenza, peculiarità presenti in nessun’altra capitale d’Europa non fanno che stimolare la sensibilità di Raffaello, primo difensore delle antichità e archeologo ante litteram.
Raffaello Sanzio, Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi, 1518, Olio su tavola, 155.2 × 118.9 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi
Nel film conosciamo da vicino l’artista, con la sua naturalezza e la sua armonia, la strabiliante abilità pittorica e i talenti poliedrici, la capacità appassionata di declinare al futuro l’ispirazione del passato, e incontriamo l’uomo, con i suoi amori, come la misteriosa Fornarina, il matrimonio procrastinato fino alla morte, le rivalità tra colleghi - da Sebastiano del Piombo a Benvenuto Cellini, da Rosso Fiorentino a Michelangelo - ma soprattutto la socievolezza, il fascino, la cultura, i modi piacevoli che gli accattivarono tante simpatie, gli permisero di dialogare alla pari con i mecenati più colti e prestigiosi, nonché di guidare una bottega all’avanguardia e coordinare squadre di oltre 50 collaboratori nella decorazione dei grandi palazzi.
Ghiotta è l’occasione di riscoprire aspetti a volte trascurati dell’attività del maestro: l’importanza del disegno, per esempio, e i cartoni che oggi ne raccontano il metodo di lavoro, o la genesi degli arazzi della Cappella Sistina, che impressionarono i contemporanei perché sembravano immensi dipinti.
Raffaello Sanzio, Autoritratto, 1504-1506, Tempera su tavola, 47.5 × 33 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi
Architetto, archeologo, pittore, Raffaello impressiona per la mole e la varietà di imprese iniziate e portate a termine in una carriera così breve. Il film di Grabsky rende giustizia alla profondità della sua ricerca, mettendo in luce il backstage di gioielli dati troppo spesso per scontati e la scena di uno dei più grandi eventi artistici di questi anni.
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