Alla scoperta del capolavoro del Kunsthistorisches Museum
Un miracolo di naturalezza. La Madonna del Belvedere di Raffaello
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Raffaello Sanzio, Madonna del Belvedere, 1506, Olio su tavola, Vienna, Kunsthistorisches Museum
Francesca Grego
11/05/2020
Oggi la grazia armoniosa delle Vergini di Raffaello è quasi entrata a far parte del nostro sguardo, al punto che pensiamo a loro come alle Madonne per antonomasia. Ma al suo apparire questa mescolanza di altissima religiosità e di umana dolcezza, di senso del divino e di bellezza tutta terrena dovette sembrare un prodigio. L’accordo sublime non si limita alla figura di Maria, ma abbraccia il Bambino e gli eventuali altri personaggi, per poi spandersi sullo sfondo mettendo in comunicazione osmotica i mondi degli uomini, di Dio e della Natura. Un aspetto particolarmente evidente nella Madonna del Belvedere, capolavoro del Kunsthistorisches Museum di Vienna noto anche come Madonna del Prato proprio per l’importanza assunta dall’ameno paesaggio in cui sono immersi Maria, Gesù e il piccolo San Giovanni. A guardarlo bene, rappresenta un indizio cruciale per volare in una specialissima fase della vita e della carriera di Raffaello.
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Leonardo da Vinci, Sant’Anna, la Vergine e il Bambino, 1503 - 1519 circa, Olio su tavola di legno di pioppo, 168 x 130 cm, Parigi, Musée du Louvre
L’incontro con Leonardo
All’inizio del Cinquecento un giovanissimo Raffaello sta lavorando a Siena con Pinturicchio, quando gli giunge notizia delle straordinarie novità di Leonardo e di Michelangelo, che a Firenze si sfidano negli affreschi della Battaglia di Anghiari e della Battaglia di Cascina. Partirà verso l’epicentro del Rinascimento e nonostante l’accanita concorrenza riuscirà subito a conquistare il pubblico fiorentino. Tra le prime commissioni c’è la tavola della Madonna del Belvedere, dove l’influenza di Leonardo è palpabile. Dal genio di Vinci l’Urbinate assimila la struttura piramidale del gruppo, le espressioni vive dei personaggi, l’amore per il paesaggio e l’uso della prospettiva aerea, i colori morbidi, quasi vellutati, che tuttavia non si spingono troppo in là nell’utilizzo dello sfumato. L’eco leonardiano di Sant’Anna, la Vergine e il Bambino del Louvre è forte. Ma Raffaello resta estraneo alla ricerca dei più reconditi moti dell’animo e agli oscuri sistemi di simboli che caratterizzano i lavori dell’anziano collega, e dona al gruppo la sua personalissima impronta.
La grazia che viene dalla natura: una nuova generazione di Madonne
Sentimenti di calma, naturalezza e spontanea familiarità caratterizzano la scena, che vede al centro la figura luminosa e monumentale della Vergine. Con sguardo colmo di affettuosa tenerezza, Maria sorveglia il gioco dei bambini sul prato. Curioso e spensierato come tutti i suoi coetanei, Gesù prende tra le mani la croce che il cuginetto gli porge, prefigurazione del martirio che attende entrambi. Tra l’erba spunta un altro indizio del destino di passione, morte e resurrezione, i fiori rossi di una piantina di papavero. Maria non sembra troppo turbata e il suo sguardo appare solo velato da una dolce malinconia. L’abilità di Raffaello nel ritratto femminile si esprime qui nell’idealizzazione della bellezza di colei che è regina di tutte le madri: la sua figura maestosa, vestita di vividi colori, e soprattutto la grazia che si irradia dal volto ne fanno un’autentica icona. Fin dall’inizio le Madonne di Raffaello riscuotono grande successo. Dello stesso periodo sono la celebre Madonna del Cardellino conservata agli Uffizi e la Belle Jardiniére del Louvre, in cui ritroviamo temi e caratteri del dipinto viennese.
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Raffaello Sanzio, Madonna del cardellino, 1506 circa, Olio su tavola, 107 x 77 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi
Dove si trova la veduta dipinta sullo sfondo?
Nella Madonna del Belvedere Raffaello si dimostra un maestro nella pittura di paesaggio. La campagna dell’Umbria si rivela in tutto il suo splendore, in una rappresentazione che somiglia molto a quelle di Leonardo. Siamo probabilmente sul Lago Trasimeno, che il pittore ha visitato durante il soggiorno a Perugia: alberi, case e una fortezza sulla collina incorniciano lo specchio d’acqua. Non ci sono i dettagli fotografici dei fiamminghi, né le asprezze misteriose del paesaggio leonardesco: l’insieme è improntato alla limpidezza, alla pace e al magnifico equilibrio che diverranno il filo conduttore dell’opera di Raffaello. Ma di Leonardo sono le ombre azzurrine che avvolgono le colline lontane e il gusto per i particolari botanici: oltre al papavero, riconosciamo sul prato piantine di fragole e margherite.
Per chi fu creata la Madonna del Belvedere?
A Firenze Raffaello fu “molto onorato e particolarmente da Taddeo Taddei, il quale lo volle sempre in casa sua e alla sua tavola, come quegli che amò sempre tutti gli uomini inclinati alla virtù”, scrive Giorgio Vasari nelle Vite. Fu il mecenate e umanista a commissionare la Madonna del Prato al ventitreenne artista urbinate. Poco dopo la metà del Seicento ritroviamo l’opera nella collezione dell’arciduca Ferdinando d’Austria, in un castello nei pressi di Innsbruck. Nel 1773 è trasferita nelle collezioni imperiali: il suo nome deriva infatti dal Palazzo del Belvedere di Vienna.
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Raffaello Sanzio, Madonna del Belvedere, 1506, Olio su tavola, Vienna, Kunsthistorisches Museum
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Leonardo da Vinci, Sant’Anna, la Vergine e il Bambino, 1503 - 1519 circa, Olio su tavola di legno di pioppo, 168 x 130 cm, Parigi, Musée du Louvre
L’incontro con Leonardo
All’inizio del Cinquecento un giovanissimo Raffaello sta lavorando a Siena con Pinturicchio, quando gli giunge notizia delle straordinarie novità di Leonardo e di Michelangelo, che a Firenze si sfidano negli affreschi della Battaglia di Anghiari e della Battaglia di Cascina. Partirà verso l’epicentro del Rinascimento e nonostante l’accanita concorrenza riuscirà subito a conquistare il pubblico fiorentino. Tra le prime commissioni c’è la tavola della Madonna del Belvedere, dove l’influenza di Leonardo è palpabile. Dal genio di Vinci l’Urbinate assimila la struttura piramidale del gruppo, le espressioni vive dei personaggi, l’amore per il paesaggio e l’uso della prospettiva aerea, i colori morbidi, quasi vellutati, che tuttavia non si spingono troppo in là nell’utilizzo dello sfumato. L’eco leonardiano di Sant’Anna, la Vergine e il Bambino del Louvre è forte. Ma Raffaello resta estraneo alla ricerca dei più reconditi moti dell’animo e agli oscuri sistemi di simboli che caratterizzano i lavori dell’anziano collega, e dona al gruppo la sua personalissima impronta.
La grazia che viene dalla natura: una nuova generazione di Madonne
Sentimenti di calma, naturalezza e spontanea familiarità caratterizzano la scena, che vede al centro la figura luminosa e monumentale della Vergine. Con sguardo colmo di affettuosa tenerezza, Maria sorveglia il gioco dei bambini sul prato. Curioso e spensierato come tutti i suoi coetanei, Gesù prende tra le mani la croce che il cuginetto gli porge, prefigurazione del martirio che attende entrambi. Tra l’erba spunta un altro indizio del destino di passione, morte e resurrezione, i fiori rossi di una piantina di papavero. Maria non sembra troppo turbata e il suo sguardo appare solo velato da una dolce malinconia. L’abilità di Raffaello nel ritratto femminile si esprime qui nell’idealizzazione della bellezza di colei che è regina di tutte le madri: la sua figura maestosa, vestita di vividi colori, e soprattutto la grazia che si irradia dal volto ne fanno un’autentica icona. Fin dall’inizio le Madonne di Raffaello riscuotono grande successo. Dello stesso periodo sono la celebre Madonna del Cardellino conservata agli Uffizi e la Belle Jardiniére del Louvre, in cui ritroviamo temi e caratteri del dipinto viennese.
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Raffaello Sanzio, Madonna del cardellino, 1506 circa, Olio su tavola, 107 x 77 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi
Dove si trova la veduta dipinta sullo sfondo?
Nella Madonna del Belvedere Raffaello si dimostra un maestro nella pittura di paesaggio. La campagna dell’Umbria si rivela in tutto il suo splendore, in una rappresentazione che somiglia molto a quelle di Leonardo. Siamo probabilmente sul Lago Trasimeno, che il pittore ha visitato durante il soggiorno a Perugia: alberi, case e una fortezza sulla collina incorniciano lo specchio d’acqua. Non ci sono i dettagli fotografici dei fiamminghi, né le asprezze misteriose del paesaggio leonardesco: l’insieme è improntato alla limpidezza, alla pace e al magnifico equilibrio che diverranno il filo conduttore dell’opera di Raffaello. Ma di Leonardo sono le ombre azzurrine che avvolgono le colline lontane e il gusto per i particolari botanici: oltre al papavero, riconosciamo sul prato piantine di fragole e margherite.
Per chi fu creata la Madonna del Belvedere?
A Firenze Raffaello fu “molto onorato e particolarmente da Taddeo Taddei, il quale lo volle sempre in casa sua e alla sua tavola, come quegli che amò sempre tutti gli uomini inclinati alla virtù”, scrive Giorgio Vasari nelle Vite. Fu il mecenate e umanista a commissionare la Madonna del Prato al ventitreenne artista urbinate. Poco dopo la metà del Seicento ritroviamo l’opera nella collezione dell’arciduca Ferdinando d’Austria, in un castello nei pressi di Innsbruck. Nel 1773 è trasferita nelle collezioni imperiali: il suo nome deriva infatti dal Palazzo del Belvedere di Vienna.
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Raffaello Sanzio, Madonna del Belvedere, 1506, Olio su tavola, Vienna, Kunsthistorisches Museum
Notizie
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Raffaello alle Scuderie del Quirinale - La nostra recensione
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Raffaello in tv per una notte di grande arte
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Nel regno dell’armonia. Raffaello e lo Sposalizio della Vergine
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Raffaello, il sogno non si ferma!
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Se il calore di Raffaello, in mostra alle Scuderie del Quirinale, può aiutarci a superare la paura
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La Fornarina come non l’avete vista mai
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Raffaello superstar alle Scuderie del Quirinale con 200 capolavori
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Tutto pronto per la mostra "epocale" dedicata a Raffaello, artista di pace
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Le Marche celebrano Raffaello: tutti gli appuntamenti in programma
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Perugia si prepara a celebrare Raffaello con tre grandi mostre
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Aspettando Raffaello: dai teatri alla Domus Aurea, tutti gli appuntamenti con il "divin pittore"
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Raffaello e i tesori di Roma antica: l'attualità di una lettera di 500 anni fa
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Dopo 400 anni tornano nella Cappella Sistina i dieci arazzi di Raffaello
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MOSTRE
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DAL 22/10/2020 AL 05/03/2021 Roma | Accademia Nazionale di San Luca
RAFFAELLO. L’Accademia di San Luca e il mito dell’Urbinate
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DAL 05/03/2020 AL 02/06/2020 Roma | Scuderie del Quirinale
Raffaello 1520 - 1483
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DAL 30/10/2020 AL 14/03/2021 Torino | Galleria Sabauda
LA FORTUNA DI RAFFAELLO NELLE COLLEZIONI DEI MUSEI REALI
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DAL 24/03/2020 AL 10/01/2021 Roma | Domus Aurea
Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche
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DAL 04/03/2020 AL 07/06/2020 Bologna | Pinacoteca Nazionale
Un dialogo tra le arti a Bologna nel segno di Raffaello
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DAL 31/10/2019 AL 27/09/2020 Urbino | Galleria Nazionale delle Marche | Palazzo Ducale di Urbino
Raphael Ware. I colori del Rinascimento
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DAL 08/04/2020 AL 10/01/2021 Perugia | Sedi varie
Raffaello in Umbria
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DAL 15/11/2019 AL 15/03/2020 Mondovì | Museo della Ceramica
Le trame di Raffaello. Il restauro dell’arazzo Madonna del Divino Amore del Museo Pontificio di Loreto
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DAL 03/10/2020 AL 10/01/2021 Perugia | Galleria Nazionale dell’Umbria
La fortuna della Deposizione Baglioni di Raffaello nelle copie perugine