In mostra solo per una settimana
Dopo 400 anni tornano nella Cappella Sistina i dieci arazzi di Raffaello
Il Sacrificio di Listra, 1517-1519 Foto © Governatorato SCV – Direzione dei Musei
Samantha De Martin
17/02/2020
L’azzurro dell’acqua, in contrasto con il rosso acceso delle vesti, riflette le sagome delle figure, assorbendo nel suo placido scorrere lo sguardo dello spettatore, protagonista anche lui della miracolosa pesca degli apostoli.
I volti che assistono alla guarigione dello storpio sono quelli di persone qualunque. Lo stupore dei visi della Conversione di San Paolo incrocia il terrore sul volto di Anania, lo sgomento scaturito dall’accecamento di Elima, la concentrazione della folla ad Atene, assorta tra le parole di San Paolo.
Per la prima volta dopo 400 anni tornano nella Cappella Sistina, nel luogo per il quale furono pensati e voluti da Papa Leone X, i dieci arazzi della serie Atti degli Apostoli realizzati su cartoni di Raffaello presso la nota bottega del tessitore fiammingo Pieter van Aelst e arrivati in Vaticano tra il 1519 e il 1521.
La pesca miracolosa, 1517-1519 Foto © Governatorato SCV – Direzione dei Musei
Una commissione importante
A commissionarli al maestro di Urbino, nel 1515, era stato Papa Leone X, convinto a voler rivestire la zona inferiore delle pareti della cappella Magna, affrescate a finti tendaggi, ma soprattutto desideroso di completare tramite l’arte il messaggio religioso di uno dei luoghi più sacri della cristianità, già intrapreso dai suoi predecessori Sisto IV e Giulio II con la realizzazione del ciclo pittorico delle pareti e della volta michelangiolesca.
“Il 26 dicembre 1519, pochi mesi prima della prematura ed improvvisa scomparsa dell’artista - spiega la direttrice dei Musei vaticani, Barbara Jatta - per la festività di Santo Stefano, i primi sette arazzi della serie vennero esposti alla presenza del suo illustre committente. Il cerimoniere della Cappella Papale, Paris de Grassis, annotava che a universale giudizio non si era mai visto niente di più bello al mondo: ut fuit universale juditium, sunt res qua non est aliquid in orbe nunc pulchrius”.
Un pensiero condiviso, a 500 anni di distanza anche dal pubblico, abbagliato dagli intrecci di fili d’oro e seta di questi capolavori. Solitamente gli arazzi sono esposti, a turno, protetti dal vetro, nel Salone di Raffaello della Pinacoteca Vaticana, accanto alla Pala degli Oddi, alla Trasfigurazione e alla Madonna di Foligno di Raffaello.
“In realtà - continua Barbara Jatta - avremmo voluto far coincidere l’esposizione con quella stessa data, il 26 dicembre. Ma oltre al fatto che i musei del Papa sono chiusi in quel giorno, abbiamo preferito un periodo di minore afflusso dei visitatori, per preservare il più possibile questi delicati capolavori”.
Polvere, luce, umidità, il contatto con il pubblico potrebbero infatti danneggiarli.
La scelta dei Musei del Papa: condividere la bellezza in omaggio a Raffaello
“La scelta di esporre gli arazzi nel luogo per il quale furono concepiti - prosegue Jatta - è dovuta all’intenzione dei Musei del Papa di condividere, a cinquecento anni di distanza, quella la stessa bellezza in omaggio al divino Raffaello, figura chiave del Rinascimento”.
Dal Salone di Raffaello della Pinacoteca vaticana alla Cappella Sistina
È la prima volta che gli arazzi vengono esposti tutti insieme. Nel lontano passato adornavano, com’era consuetudine, la maggiore Cappella Papale durante le solenni cerimonie liturgiche. Replicati (Francesco I ne aveva una copia), razziati durante il Sacco di Roma e sottratti dai Francesi a fine Settecento, per poi essere ricomposti, gli arazzi sono solitamente esposti - custoditi sotto vetro - nel Salone di Raffaello della Pinacoteca vaticana. Nonostante una breve "comparsa" nel 1983 e nel 2010, è la prima volta che sono esposti tutti insieme per una settimana, completando il messaggio ontologico visivo della cappella Sistina: il Verbo portato alla Gente.
Gli arazzi di Raffaello durante il trasporto verso la Cappella Sistina. Foto © Governatorato SCV – Direzione dei Musei
Un allestimento durato 13 ore
È difficile immaginare la Cappella Sistina più bella di come siamo sempre stati abituati ad ammirarla. Eppure oggi si mostra al pubblico in una veste completamente nuova. Abbagliante. L’allestimento degli arazzi ha richiesto 13 ore.
“Non è stato facile issarli - spiega Alessandra Rodolfo, curatrice dei Reparti Arazzi e Tessuti e Arte dei secoli XVII e XVII dei Musei Vaticani -. Ciascuno pesa circa 60 chili ed occupa una superficie di trenta metri quadri. I ganci sono originali. Purtroppo non abbiamo documenti in grado di illustrarci dove fossero disposti”.
L’eccezionale rievocazione è il frutto di lunghi anni di impegnativi studi da parte di specialisti internazionali, che hanno confrontato le scarne notizie storiche riguardanti le rare antiche solenni cerimonie liturgiche per le quali erano stati adoperati gli arazzi con la realtà delle pareti della Cappella Sistina.
Gli arazzi di Raffaello e il Giudizio di Michelangelo a confronto
Quando gli arazzi di Raffaello furono issati per la prima volta sulle pareti della Cappella Sistina, il Giudizio Universale di Michelangelo, nella parete d’altare, non c’era ancora. Vedere oggi i due maestri a confronto è un ennesimo “miracolo” di questa grande, seppur breve, esposizione.
“Raffaello fu debitore a Michelangelo, più di quanto non si immagini - spiega Alessandra Rodolfo - Il maestro di Urbino, nel creare i suoi arazzi, si adegua alla Cappella, la osserva, la studia, ne studia la volta. Ritroviamo negli arazzi la stessa monumentale potenza dei corpi michelangioleschi”.
Due arazzi alle Scuderie del Quirinale e alla National Gallery
Dopo l’appuntamento in Cappella Sistina, gli arazzi raffaelleschi saranno al centro di alcuni appuntamenti. Il Sacrificio di Listra raggiungerà le Scudrie del Quirinale, in occasione della grande mostra dedicata a Raffaello, che inaugura il prossimo 5 marzo.
“San Paolo che predica ad Atene” volerà invece alla National Gallery di Londra.
L’esposizione si potrà ammirare per una settimana, durante il consueto orario di apertura museale, da lunedì 17 a sabato 23 febbraio dalle 9 alle 18 (ultimo accesso ore 16). La visita è libera e inclusa nel biglietto d’ingresso dei Musei Vaticani. Domenica 23 febbraio l'ingresso sarà consentito dalle 9 alle 14 (ultimo accesso ore 12.30).
San Paolo ad Atene, 1517-1521. Foto © Governatorato SCV – Direzione dei Musei
Presto in mostra il "Raffaello privato" del Papa
Nell’ambito delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Raffaello, saranno esposte nei musei del Papa due capolavori di Raffaello, raffiguranti i patroni di Roma San Pietro e San Paolo, e attualmente nell’Appartamento Pontificio, visibili solo dal selezionatissimo pubblico delle udienze private del Santo Padre.
“Le tele non vengono esposte dal 1983 - spiega Barbara Jatta -. Stiamo provvedendo al loro restauro e presto saranno visibili a tutti, grazie alla condivisione da parte del Santo Padre”.
Leggi anche:
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Per la prima volta dopo 400 anni tornano nella Cappella Sistina, nel luogo per il quale furono pensati e voluti da Papa Leone X, i dieci arazzi della serie Atti degli Apostoli realizzati su cartoni di Raffaello presso la nota bottega del tessitore fiammingo Pieter van Aelst e arrivati in Vaticano tra il 1519 e il 1521.
La pesca miracolosa, 1517-1519 Foto © Governatorato SCV – Direzione dei Musei
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A commissionarli al maestro di Urbino, nel 1515, era stato Papa Leone X, convinto a voler rivestire la zona inferiore delle pareti della cappella Magna, affrescate a finti tendaggi, ma soprattutto desideroso di completare tramite l’arte il messaggio religioso di uno dei luoghi più sacri della cristianità, già intrapreso dai suoi predecessori Sisto IV e Giulio II con la realizzazione del ciclo pittorico delle pareti e della volta michelangiolesca.
“Il 26 dicembre 1519, pochi mesi prima della prematura ed improvvisa scomparsa dell’artista - spiega la direttrice dei Musei vaticani, Barbara Jatta - per la festività di Santo Stefano, i primi sette arazzi della serie vennero esposti alla presenza del suo illustre committente. Il cerimoniere della Cappella Papale, Paris de Grassis, annotava che a universale giudizio non si era mai visto niente di più bello al mondo: ut fuit universale juditium, sunt res qua non est aliquid in orbe nunc pulchrius”.
Un pensiero condiviso, a 500 anni di distanza anche dal pubblico, abbagliato dagli intrecci di fili d’oro e seta di questi capolavori. Solitamente gli arazzi sono esposti, a turno, protetti dal vetro, nel Salone di Raffaello della Pinacoteca Vaticana, accanto alla Pala degli Oddi, alla Trasfigurazione e alla Madonna di Foligno di Raffaello.
“In realtà - continua Barbara Jatta - avremmo voluto far coincidere l’esposizione con quella stessa data, il 26 dicembre. Ma oltre al fatto che i musei del Papa sono chiusi in quel giorno, abbiamo preferito un periodo di minore afflusso dei visitatori, per preservare il più possibile questi delicati capolavori”.
Polvere, luce, umidità, il contatto con il pubblico potrebbero infatti danneggiarli.
La scelta dei Musei del Papa: condividere la bellezza in omaggio a Raffaello
“La scelta di esporre gli arazzi nel luogo per il quale furono concepiti - prosegue Jatta - è dovuta all’intenzione dei Musei del Papa di condividere, a cinquecento anni di distanza, quella la stessa bellezza in omaggio al divino Raffaello, figura chiave del Rinascimento”.
Dal Salone di Raffaello della Pinacoteca vaticana alla Cappella Sistina
È la prima volta che gli arazzi vengono esposti tutti insieme. Nel lontano passato adornavano, com’era consuetudine, la maggiore Cappella Papale durante le solenni cerimonie liturgiche. Replicati (Francesco I ne aveva una copia), razziati durante il Sacco di Roma e sottratti dai Francesi a fine Settecento, per poi essere ricomposti, gli arazzi sono solitamente esposti - custoditi sotto vetro - nel Salone di Raffaello della Pinacoteca vaticana. Nonostante una breve "comparsa" nel 1983 e nel 2010, è la prima volta che sono esposti tutti insieme per una settimana, completando il messaggio ontologico visivo della cappella Sistina: il Verbo portato alla Gente.
Gli arazzi di Raffaello durante il trasporto verso la Cappella Sistina. Foto © Governatorato SCV – Direzione dei Musei
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È difficile immaginare la Cappella Sistina più bella di come siamo sempre stati abituati ad ammirarla. Eppure oggi si mostra al pubblico in una veste completamente nuova. Abbagliante. L’allestimento degli arazzi ha richiesto 13 ore.
“Non è stato facile issarli - spiega Alessandra Rodolfo, curatrice dei Reparti Arazzi e Tessuti e Arte dei secoli XVII e XVII dei Musei Vaticani -. Ciascuno pesa circa 60 chili ed occupa una superficie di trenta metri quadri. I ganci sono originali. Purtroppo non abbiamo documenti in grado di illustrarci dove fossero disposti”.
L’eccezionale rievocazione è il frutto di lunghi anni di impegnativi studi da parte di specialisti internazionali, che hanno confrontato le scarne notizie storiche riguardanti le rare antiche solenni cerimonie liturgiche per le quali erano stati adoperati gli arazzi con la realtà delle pareti della Cappella Sistina.
Gli arazzi di Raffaello e il Giudizio di Michelangelo a confronto
Quando gli arazzi di Raffaello furono issati per la prima volta sulle pareti della Cappella Sistina, il Giudizio Universale di Michelangelo, nella parete d’altare, non c’era ancora. Vedere oggi i due maestri a confronto è un ennesimo “miracolo” di questa grande, seppur breve, esposizione.
“Raffaello fu debitore a Michelangelo, più di quanto non si immagini - spiega Alessandra Rodolfo - Il maestro di Urbino, nel creare i suoi arazzi, si adegua alla Cappella, la osserva, la studia, ne studia la volta. Ritroviamo negli arazzi la stessa monumentale potenza dei corpi michelangioleschi”.
Due arazzi alle Scuderie del Quirinale e alla National Gallery
Dopo l’appuntamento in Cappella Sistina, gli arazzi raffaelleschi saranno al centro di alcuni appuntamenti. Il Sacrificio di Listra raggiungerà le Scudrie del Quirinale, in occasione della grande mostra dedicata a Raffaello, che inaugura il prossimo 5 marzo.
“San Paolo che predica ad Atene” volerà invece alla National Gallery di Londra.
L’esposizione si potrà ammirare per una settimana, durante il consueto orario di apertura museale, da lunedì 17 a sabato 23 febbraio dalle 9 alle 18 (ultimo accesso ore 16). La visita è libera e inclusa nel biglietto d’ingresso dei Musei Vaticani. Domenica 23 febbraio l'ingresso sarà consentito dalle 9 alle 14 (ultimo accesso ore 12.30).
San Paolo ad Atene, 1517-1521. Foto © Governatorato SCV – Direzione dei Musei
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