Gli appuntamenti con l’arte dello scatto da Aosta a Senigallia

Da Jacques Henri Lartigue alla vita di Frida in cento scatti: sei mostre fotografiche da non perdere

Jacques Henri Lartigue, La Baule, 1979, Ministère de la culture (France), MAP-AAJHL | Courtesy Clp
 

Samantha De Martin

31/05/2021

Un viaggio accattivante, dal pennello all’obiettivo, guidati dai maestri dello scatto.
Da Aosta a Senigallia, sei appuntamenti con la fotografia accompagnano il pubblico sulle tracce di illustri nomi dell’arte, da Burri a Frida Kahlo, e, al tempo stesso, restituiscono un affresco storico e sociale dell’Italia degli ultimi trent’anni, carpito dall’acuto obiettivo di celebri fotografi.
Ecco alcuni appuntamenti da non perdere con la fotografia.

A Sansepolcro Frida Kahlo si racconta in cento scatti
Il ritratto di una donna straordinaria, oltre che di una grande artista, emerge dai cento scatti che ricostruiscono la vita controcorrente della pittrice messicana, icona pop.
Frida Kahlo. Una vita per immagini svela fino al 13 ottobre, al Museo Civico Piero della Francesca di Sansepolcro, lo straordinario “album fotografico” dell’artista, tra vicende dolorose, e appassionate, amori, avventure, amicizie.
Oltre alle foto di Frida realizzate dal padre Guillermo, fotografo di professione, durante l’infanzia e la giovinezza della figlia, la mostra restituisce gli scatti di grandi fotografi del calibro di Leo Matiz, Imogen Cunningham, Edward Weston, Nickolas Muray, accanto a un gruppo di fotografie molto intime della pittrice, opera dal gallerista Julien Levy.
Dal Messico del primo Novecento - sferzato da una rivoluzione che forgerà il carattere indomito dell’artista ribelle - alle vicende della famiglia Kahlo, la mostra è un racconto sincero scandito da autoritratti, debolezze, inquietudini e passioni. Come quella turbolenta per Diego Rivera, il pittore muralista e compagno di vita, ma anche per Leon Trotsky e André Breton.


Guillermo Kahlo, Frida Kahlo a quattro anni, Messico, 11 settembre 1911, Stampa alla gelatina d’argento, vintage 

Giacomelli e Burri a confronto a Senigallia
Una mostra itinerante, attraverso un corposo nucleo di fotografie, accende un focus sulla visione della terra e del paesaggio secondo Mario Giacomelli e Alberto Burri, scrutando le reciproche influenze tra i due artisti. La mostra Giacomelli / Burri. Fotografia e immaginario materico, dal 1° luglio al 26 settembre a Palazzo del Duca a Senigallia (in autunno al Museo MAXXI di Roma e successivamente alla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri a Città di Castello) ospita alcuni scatti di paesaggio che Giacomelli dedicò a Burri e a Nemo Sarteanesi. Le fotografie - appartenenti a serie come Presa di coscienza sulla natura, Storie di Terra o Motivo suggerito dal taglio dell’albero - ricostruiscono il legame tra le poetiche e gli stili dei due artisti, creando un dialogo con la pittura attraverso un linguaggio “astratto” e “informale”.
In mostra anche un’opera pittorica di Giacomelli che l’artista realizzò prima di consacrarsi interamente al mezzo fotografico. Accanto alle sue celebri fotografie di paesaggio, alcune opere grafiche e uniche di Burri come la serie Combustioni 1965, Cretti 1971, e un prezioso Cretto bianco.


Mario Giacomelli, Storie di terra, 1984 (fotografia donata a Nemo Sarteanesi) | Courtesy Archivio Sarteanesi Archivio Mario Giacomelli © Rita e Simone Giacomelli | Foto: © Alessandro Sarteanesi

Roma ricorda le città sospese
Per fortuna adesso sembrano solo un brutto ricordo, indelebile nella memoria di tutti. Sono le città sospese, siti Unesco ritratti nei giorni del lockdown da quattro fotografi del Ministero della Cultura nell’ambito di un’iniziativa voluta fortemente dal ministro Dario Franceschini. La mostra - ospitata fino al 16 luglio negli spazi di Palazzo Poli, sede dell’Istituto Centrale per la Grafica, e curata da Maria Francesca Bonetti, responsabile delle collezioni fotografiche dell’Istituto - presenta una campagna fotografica condotta tra Alberobello, Ferrara, Firenze, Matera, Napoli, Pisa, Roma, San Gimignano, Siena, Urbino e Venezia. A tracciare questo viaggio tra luoghi sospesi, come in un sonno malinconico, Alessandro Coco, Francesca Lo Forte, Alfredo Corrao, Giuseppe Zicarelli, supportati dai Caschi Blu della Cultura e dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale.


Alessandro Coco, Roma Piazza di Spagna 

L’invenzione della felicità secondo Jacques Henri Lartigue
Dalla fortunata rassegna del MoMA - che, nel 1963, presenta i suoi primi scatti che precedono la prima guerra mondiale, e che fanno di lui l’enfant prodige della fotografia - alle corse ippiche di Auteuil, con il loro pubblico elegante, la carriera di Jacques Henri Lartigue si svela al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano in 120 scatti. Fino al 10 ottobre, la mostra dal titolo L’invenzione della felicità, a cura di Denis Curti, Marion Perceval e Charles-Antoine Revol, in collaborazione con Casa Tre Oci di Venezia e con la Donation Jacques Henri Lartigue di Parigi, ripercorre la carriera del fotografo, dagli esordi, nei primi anni del ‘900, fino agli anni Ottanta segnati dalle collaborazioni con il mondo del cinema.

“La parte di mondo di Lartigue - scrive Denis Curti nel suo testo in catalogo - è quella di una Parigi ricca e borghese del nouveau siècle, e anche quando l’Europa verrà attraversata dagli orrori delle due guerre mondiali Lartigue continuerà a preservare la purezza del suo microcosmo fotografico. La fotografia diventa per lui il mezzo per riesumare la vita, per rivivere i momenti felici, ancora e ancora”.

A Torino brilla la creatività di P. Horst
Oltre 150 opere di diverso formato ripercorrono i principali periodi creativi di Horst, dagli esordi alle ultime realizzazioni. Il legame con l’arte classica, influenzata dalle avanguardie, la collaborazione con “Vogue”, i ritratti di personaggi del mondo della moda e dell’arte, le opere della fase parigina e del periodo newyorchese scandiscono la carriera del fotografo tedesco conosciuto per le sue fotografie di donne e di moda. Curato da Giangavino Pazzola, il percorso HORST P. HORST. Style and Glamour sarà nelle sale di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino fino al 4 luglio.


Horst P. Horst. American Vogue Cover, 15 May 1941 © Horst Estate/ Condé Nast | Courtesy Paci contemporary gallery

The families of man. Ad Aosta 57 fotografi raccontano un’epoca di cambiamenti
I grandi temi dell'uomo e della società degli ultimi decenni, dalla caduta del muro di Berlino alla recente pandemia, attraversano l’obiettivo di 57 fotografi italiani per cucire, in cento scatti, un affresco sulla contemporaneità storica, sociale, economica, ambientale degli ultimi trent’anni.
Ideata e realizzata dalla casa editrice Electa, a cura di Elio Grazioli e Walter Guadagnini, la mostra The Families of Man, in corso fino al 10 ottobre al Museo Archeologico regionale di Aosta, rintraccia il suo archetipo nel progetto fotografico ideato nel 1955 da Edward Steichen al Moma di New York. Presentata in piena guerra fredda e dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, The Family of Man, pensata per celebrare la dignità umana, aveva fatto il punto su un’epoca di cambiamenti. Allo stesso modo, guardando a quel modello leggendario, sebbene in un contesto storico e culturale decisamente diverso, il percorso al Museo Archeologico Regionale di Aosta si muove intorno a intorno a un asse cronologico (1989-2000; 2001-2019; 2020) e tematico (la fine della modernità; il mondo connesso; la pandemia) attraverso l'obiettivo di grandi maestri, da Gabriele Basilico a Letizia Battaglia, da Gianni Berengo Gardin a Mario Dondero, da Ferdinando Scianna a Oliviero Toscani.


Luca Campigotto, Hong Kong, 2016 | Courtesy Electa

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