Passeggiata in compagnia della curatrice Tine Van Poucke
Tra le sale del Groeninge Museum, scrigno di arte fiamminga
La sala del Groeningemuseum di Bruges dove è ospitato il capolavoro di Jan van Eyck, la Madonna e il canonico Joris van der Paele
Eleonora Zamparutti
11/05/2019
La collezione del Groeninge Museum di Bruges è ricca e variegata.
Accanto ai capolavori di Jan van Eyck (la Madonna con il canonico van der Paele), e di Hans Memling (il Trittico Moreel) si possono ammirare opere di alcuni maestri importanti della scuola di Bruges, come Gerard David e il fiammingo Pieter Pourbus, oltre a uno splendido trittico con la rappresentazione del Giudizio universale di Hieronymus Bosch, acquisito dal museo nel 1907 e oggetto di un meticoloso restauro concluso appena due anni fa.
Una delle sale del museo è dedicata alle opere del Neoclassicismo, con alcune tele di Joseph Benoît Suvée, artista belga originario di Bruges che all’inizio dell’Ottocento incontriamo a Roma, dove è chiamato a ricoprire la carica di direttore dell’Accademia di Francia presso villa Medici.
A Suvée, personaggio caduto nell’oblio per lungo tempo, è stata dedicata lo scorso anno la prima grande retrospettiva dal Musée des Beaux Arts di Tours, in Francia e oggi è in grande rispolvero.
Ad accoglierci all’ingresso del museo una guida d’eccezione: Tine Van Poucke, conservatore aggiunto della prestigiosa istituzione museale di Bruges. Tine si rivela subito un’accompagnatrice preziosa, capace di infondere nuova linfa vitale alle opere attraverso un racconto vivace e ricco di spunti.
UNA PUNIZIONE ESEMPLARE PER IL CORROTTO
Nella prima sala del Groeninge Museum, dedicata ai fiamminghi del ‘400 e ‘500, sono esposti lavori provenienti dal Municipio di Bruges e che un tempo decoravano le pareti degli uffici del borgomastro.
Chiedo alla mia guida di essere molto selettiva e di voler individuare opere che abbiano un senso particolare per un interlocutore che arriva dall’Italia.
Senza indugi, la curatrice Van Poucke va dritta alle due tavole di Gerard David, tardo pittore fiammingo. Il dittico Il Giudizio di Cambise è stato realizzato nel 1498: nelle intenzioni del committente doveva fungere da monito contro una gestione corrotta della giustizia.
L’opera - in origine collocata nell’ala del Municipio dove si amministrava la giustizia - trae ispirazione da un racconto di Erodoto e raffigura il giudizio e la pena inflitta dal re persiano Cambise nei confronti di un giudice corrotto di nome Sisamne, condannato alla “scuoiazione da vivo”. Le due tavole riportano vari episodi temporali della vicenda: il momento in cui il giudice riceve la borsa con il denaro, le conseguenze del reato di corruzione, la conta delle punizioni, la paura dipinta sul volto di Sisamne.
Gerard David, Il Giudizio di Cambise, 1498, Olio su tavola, Bruges, Museo Groeninge | Courtesy of Musea Brugge @ www.lukasweb.be - Arts in Flanders vzw | Foto: Hugo Maertens & Dominique Provost
Nella tavola di destra la scena rappresentata è macabra: i boia si accingono a scuoiare il vivo Sisamne, uno di essi ha il coltello tra i denti. Un bambino, l’unico personaggio che rivolge l’ingenuo sguardo verso l’esterno, tiene in mano una corda per aiutare i boia a strappare la pelle.
Gerard David, Il Giudizio di Cambise, 1498, Olio su tavola, (Tavola di destra), Bruges, Museo Groeninge | Courtesy of Musea Brugge @ www.lukasweb.be - Arts in Flanders vzw | Foto: Hugo Maertens & Dominique Provost
In alto a destra è rappresentata la quarta vicenda della storia: un giovane vestito di blu, figlio del giudice corrotto e succeduto al padre, siede sul trono coperto della pelle dell’infelice, un avvertimento a futura memoria.
INFLUENZE MICHELANGIOLESCHE NELL'OPERA DI POURBUS
Il Giudizio universale di Pieter Pourbus, artista che incontriamo a Bruges nella metà del ‘500 e che lavorava nella tradizione dei primitivi, è una delle opere che decorava le pareti del Brugse Vrije, gli uffici di amministrazione della regione intorno a Bruges.
Il lavoro richiama alla mente il grande capolavoro di Michelangelo alla Cappella Sistina per la possanza delle figure in primo piano, la caratterizzazione dei corpi e delle espressioni dei volti, e la composizione dell’opera. È probabile che l’autore avesse avuto sottomano delle stampe ad acquaforte che riproducevano, invertite, le figure dell’affresco romano: questo spiega perché la composizione appare capovolta rispetto al modello di riferimento.
Nel corso dei secoli i velati e molteplici strati di pittura traslucida sono venuti via, lasciando così trapelare le tracce del disegno sottostante, oggi ben visibili.
Pieter Pourbus, Giudizio Universale, 1551, Olio su tavola, Bruges, Museo Groeninge | Courtesy of Musea Brugge @ www.lukasweb.be - Arts in Flanders vzw | Foto: Hugo Maertens & Dominique Provost
IL GRANDE CAPOLAVORI D JAN VAN EYCK
La Madonna con il canonico van der Paele di Jan van Eyck è il grande capolavoro del Groeninge Museum, uno dei 20 lavori a noi giunti e tra i più apprezzati dell’artista fiammingo, secondo per dimensioni solo all’Agnello mistico di Gent.
Fu realizzato nel 1436, al tempo in cui in Italia l’astro di Masaccio volgeva al tramonto.
Osservando l’opera da vicino, si può apprezzare la portata innovatrice della tecnica pittorica messa a punto van Eyck, considerato il padre della pittura a olio.
Jan van Eyck, Madonna con il canonico van der Paele,1436, Olio su tavola, 157.8 x 122.1 cm, Bruges, Museo Groeninge | Courtesy of Musea Brugge @ www.lukasweb.be - Arts in Flanders vzw | Foto: Hugo Maertens & Dominique Provost
Lo straordinario realismo dei tessuti, dei riflessi sugli oggetti in metallo, la perfezione delle gemme preziose e dei particolari dei volti, è il frutto di una meticolosa capacità di portare ai massimi livelli l’applicazione della pittura a olio.
In origine la Madonna con il Canonico decorava l’altare della Chiesa di san Donaziano, demolita durante il periodo francese. Il committente, Joris van der Paele, è seduto sulla destra in atto di preghiera, alle sue spalle il San Giorgio. L’anziano canonico che indossa una tunica bianca, aveva raggiunto una importante carica ecclesiastica: lo si evince dagli oggetti, il libro e gli occhiali, che tiene tra le mani e che testimoniano il suo status di erudito. Tra i colori, spiccano il rosso, il blu, il bianco e l'oro: i colori araldici di Bruges.
Nella ricca collezione accolta tra le sale del Groeninge Museum, superbi capolavori con le loro tinte brillanti, i soggetti, le ambientazioni si lasciano scrutare. Ma sono solo alcuni dei gioielli di questo museo, tra i più rappresentativi dell' arte fiamminga.
Accanto ai capolavori di Jan van Eyck (la Madonna con il canonico van der Paele), e di Hans Memling (il Trittico Moreel) si possono ammirare opere di alcuni maestri importanti della scuola di Bruges, come Gerard David e il fiammingo Pieter Pourbus, oltre a uno splendido trittico con la rappresentazione del Giudizio universale di Hieronymus Bosch, acquisito dal museo nel 1907 e oggetto di un meticoloso restauro concluso appena due anni fa.
Una delle sale del museo è dedicata alle opere del Neoclassicismo, con alcune tele di Joseph Benoît Suvée, artista belga originario di Bruges che all’inizio dell’Ottocento incontriamo a Roma, dove è chiamato a ricoprire la carica di direttore dell’Accademia di Francia presso villa Medici.
A Suvée, personaggio caduto nell’oblio per lungo tempo, è stata dedicata lo scorso anno la prima grande retrospettiva dal Musée des Beaux Arts di Tours, in Francia e oggi è in grande rispolvero.
Ad accoglierci all’ingresso del museo una guida d’eccezione: Tine Van Poucke, conservatore aggiunto della prestigiosa istituzione museale di Bruges. Tine si rivela subito un’accompagnatrice preziosa, capace di infondere nuova linfa vitale alle opere attraverso un racconto vivace e ricco di spunti.
UNA PUNIZIONE ESEMPLARE PER IL CORROTTO
Nella prima sala del Groeninge Museum, dedicata ai fiamminghi del ‘400 e ‘500, sono esposti lavori provenienti dal Municipio di Bruges e che un tempo decoravano le pareti degli uffici del borgomastro.
Chiedo alla mia guida di essere molto selettiva e di voler individuare opere che abbiano un senso particolare per un interlocutore che arriva dall’Italia.
Senza indugi, la curatrice Van Poucke va dritta alle due tavole di Gerard David, tardo pittore fiammingo. Il dittico Il Giudizio di Cambise è stato realizzato nel 1498: nelle intenzioni del committente doveva fungere da monito contro una gestione corrotta della giustizia.
L’opera - in origine collocata nell’ala del Municipio dove si amministrava la giustizia - trae ispirazione da un racconto di Erodoto e raffigura il giudizio e la pena inflitta dal re persiano Cambise nei confronti di un giudice corrotto di nome Sisamne, condannato alla “scuoiazione da vivo”. Le due tavole riportano vari episodi temporali della vicenda: il momento in cui il giudice riceve la borsa con il denaro, le conseguenze del reato di corruzione, la conta delle punizioni, la paura dipinta sul volto di Sisamne.
Gerard David, Il Giudizio di Cambise, 1498, Olio su tavola, Bruges, Museo Groeninge | Courtesy of Musea Brugge @ www.lukasweb.be - Arts in Flanders vzw | Foto: Hugo Maertens & Dominique Provost
Nella tavola di destra la scena rappresentata è macabra: i boia si accingono a scuoiare il vivo Sisamne, uno di essi ha il coltello tra i denti. Un bambino, l’unico personaggio che rivolge l’ingenuo sguardo verso l’esterno, tiene in mano una corda per aiutare i boia a strappare la pelle.
Gerard David, Il Giudizio di Cambise, 1498, Olio su tavola, (Tavola di destra), Bruges, Museo Groeninge | Courtesy of Musea Brugge @ www.lukasweb.be - Arts in Flanders vzw | Foto: Hugo Maertens & Dominique Provost
In alto a destra è rappresentata la quarta vicenda della storia: un giovane vestito di blu, figlio del giudice corrotto e succeduto al padre, siede sul trono coperto della pelle dell’infelice, un avvertimento a futura memoria.
INFLUENZE MICHELANGIOLESCHE NELL'OPERA DI POURBUS
Il Giudizio universale di Pieter Pourbus, artista che incontriamo a Bruges nella metà del ‘500 e che lavorava nella tradizione dei primitivi, è una delle opere che decorava le pareti del Brugse Vrije, gli uffici di amministrazione della regione intorno a Bruges.
Il lavoro richiama alla mente il grande capolavoro di Michelangelo alla Cappella Sistina per la possanza delle figure in primo piano, la caratterizzazione dei corpi e delle espressioni dei volti, e la composizione dell’opera. È probabile che l’autore avesse avuto sottomano delle stampe ad acquaforte che riproducevano, invertite, le figure dell’affresco romano: questo spiega perché la composizione appare capovolta rispetto al modello di riferimento.
Nel corso dei secoli i velati e molteplici strati di pittura traslucida sono venuti via, lasciando così trapelare le tracce del disegno sottostante, oggi ben visibili.
Pieter Pourbus, Giudizio Universale, 1551, Olio su tavola, Bruges, Museo Groeninge | Courtesy of Musea Brugge @ www.lukasweb.be - Arts in Flanders vzw | Foto: Hugo Maertens & Dominique Provost
IL GRANDE CAPOLAVORI D JAN VAN EYCK
La Madonna con il canonico van der Paele di Jan van Eyck è il grande capolavoro del Groeninge Museum, uno dei 20 lavori a noi giunti e tra i più apprezzati dell’artista fiammingo, secondo per dimensioni solo all’Agnello mistico di Gent.
Fu realizzato nel 1436, al tempo in cui in Italia l’astro di Masaccio volgeva al tramonto.
Osservando l’opera da vicino, si può apprezzare la portata innovatrice della tecnica pittorica messa a punto van Eyck, considerato il padre della pittura a olio.
Jan van Eyck, Madonna con il canonico van der Paele,1436, Olio su tavola, 157.8 x 122.1 cm, Bruges, Museo Groeninge | Courtesy of Musea Brugge @ www.lukasweb.be - Arts in Flanders vzw | Foto: Hugo Maertens & Dominique Provost
Lo straordinario realismo dei tessuti, dei riflessi sugli oggetti in metallo, la perfezione delle gemme preziose e dei particolari dei volti, è il frutto di una meticolosa capacità di portare ai massimi livelli l’applicazione della pittura a olio.
In origine la Madonna con il Canonico decorava l’altare della Chiesa di san Donaziano, demolita durante il periodo francese. Il committente, Joris van der Paele, è seduto sulla destra in atto di preghiera, alle sue spalle il San Giorgio. L’anziano canonico che indossa una tunica bianca, aveva raggiunto una importante carica ecclesiastica: lo si evince dagli oggetti, il libro e gli occhiali, che tiene tra le mani e che testimoniano il suo status di erudito. Tra i colori, spiccano il rosso, il blu, il bianco e l'oro: i colori araldici di Bruges.
Nella ricca collezione accolta tra le sale del Groeninge Museum, superbi capolavori con le loro tinte brillanti, i soggetti, le ambientazioni si lasciano scrutare. Ma sono solo alcuni dei gioielli di questo museo, tra i più rappresentativi dell' arte fiamminga.
Alla scoperta della città di Van Eyck e dei Maestri fiamminghi su www.visitbruges.be
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