Le quattro versioni dell’opera dedicata alla dea della gioventù
Ode all'armonia: le Ebe di Antonio Canova, icone di grazia

Antonio Canova, Ebe, 1800 – 1805. marmo e bronzo dorato, 161 x 49 x 53,5. San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage, Photograph © The State Hermitage Museum, 2019
Samantha De Martin
30/03/2021
Battendo sul tempo, di oltre cento anni, le Lattine Campbell di Andy Warhol o le celebri serigrafie del re della Pop Art - a dire il vero superandole di gran lunga con un processo creativo costruito a colpi di disegno, modelli in gesso e repères fino alla scultura in marmo e all’ “ultima mano” del genio - Antonio Canova, con la sua capacità di dare vita a più versioni dello stesso soggetto, ha gettato per primo i semi della scultura moderna.
Grazie al maestro di Possagno, per la prima volta nella storia la scultura si smarca dalla committenza e predilige un’esecuzione che prevede diversi passaggi dai bozzetti al prototipo in gesso prima di passare alla sbozzatura del marmo. Se ancora oggi, a distanza di sue secoli, il poeta del marmo continua a commuovere il pubblico, è forse per quella scelta di portare il patrimonio immaginativo dell’universo classico al presente, attraverso un’arte animata da una profonda utopia.
“L’antico bisognava mandarselo in sangue, sino a farlo diventare naturale come la vita stessa”. Ne era convinto Canova. Già da quando, all’età di sei o sette anni, il giovane Antonio aveva eseguito - durante una cena di nobili veneziani, in una villa di Asolo - un leone di burro con tale bravura che tutti gli invitati ne rimasero meravigliati, si intuiva che il futuro campione del Neoclassicismo, avrebbe avuto un luminoso destino da artista.
Il suo incontro e confronto tra antico e moderno, che definisce il teorema perfetto del gusto neoclassico, trova una delle sue più alte rappresentazioni in Ebe, un’opera dalla storia articolata e della quale vennero realizzate quattro varianti in marmo, a partire da due diversi modelli in gesso.
Ebe, dea di gioventù
Come tutte le figure che animano i variegati sentieri del mito, anche l’identità di Ebe presenta delle varianti. C’è tuttavia una costante che connota sempre la figlia di Zeus e di Era: la sua connessione all’eterna giovinezza. Ancella e coppiera degli dei, la si ritrova spesso rappresentata nell’atto di servire nettare ed ambrosia, pietanze capaci di tenere lontana la vecchiaia. “Fra lor la veneranda Ebe versava le nettaree spume” si legge nell’Iliade.
Frugando nella letteratura latina ritroviamo la delicata Ebe in un passo delle Metamorfosi di Ovidio, mentre restituisce a Iolao le fattezze dei suoi anni giovanili. Purtroppo, dal punto di vista iconografico, l’arte antica non offre molte rappresentazioni di Ebe, tanto meno uniformi. Le sue raffigurazioni variano a seconda dell’episodio raccontato, e la sua immagine - in realtà priva di specifici attributi considerabili canonici, che potrebbero renderla riconoscibile anche senza l’indicazione scritta del nome - appare sfuggente. Anzi in alcuni casi Ebe non sembra molto diversa da Iris o Nike.
Se il Medioevo getta un’ombra sul mito di questa eterna giovane, emarginandola nel recinto della letteratura ed escludendola dall’arte, l’avvento della grande stagione rococò la riporta nuovamente in vita. Ed eccola Ebe, in veste da coppiera, nell’atto di abbeverare Zeus in forma d’aquila, nei dipinti della Francia settecentesca, dal ritratto di Anne Pitt di Lebrun alla Maria Antonietta di Drouais, fino alla sua piena affermazione grazie allo scalpello dell’artista inglese John Flaxman.
Antonio Canova, Ebe, 1796, modello in gesso, Milano, Civica galleria d'arte moderna | Foto: © Sailko - opera propria. Tramite Wikimedia Commons
Le quattro versioni
Antonio Canova realizzò la serie di sculture intitolate Ebe tra il 1796 e il 1817. Della statua che immortala la dolce dea esistono ben quattro versioni autografe, oltre all’originale modello in gesso ultimato nel 1796.
L’originale in gesso, passato da Antonio Canova al suo discepolo Pompeo Marchesi, è oggi custodito presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano. Da questo il maestro ricavò i due esemplari che si trovano a Berlino e a San Pietroburgo.
Il gesso utilizzato per gli altri due, conservati nel Regno Unito e a Forlì, si trova invece a Possagno.
L’opera arrivò nella collezione milanese nel 1861-1870, grazie alla donazione Marchesi-Fogliani. Uno dei suoi precedenti proprietari, Giuseppe Bossi, la ottenne dallo scultore stesso nel 1805 in seguito a un suo viaggio a Roma. I restauratori che hanno controllato recentemente la statua di Milano hanno riscontrato tracce di colore rosso sulle gote e sulle labbra, ma probabilmente il rosso doveva ricoprire l’intero gesso.
La Ebe di Berlino
La prima versione di Ebe, oggi visibile all’Alte Nationalgalerie di Berlino, venne commissionata dal veneziano Giuseppe Giacomo Albrizzi, e nel suo palazzo fu sistemata nel 1799. Sorretta da una nuvola, con l’incedere elegante, il braccio destro alzato a sorreggere un’anfora in bronzo, la mano sinistra a stringere una coppa pronta a deliziare gli dei con il suo contenuto, Ebe sembra danzare. Canova la immortala mentre si posa in punta di piedi, la gamba sinistra in appoggio, la destra ancora leggermente sollevata indietro. Il suo sguardo è fisso in avanti, la bocca leggermente socchiusa, mentre un sorriso appena percettibile discende sulle labbra. La pelle, quasi diafana, diffonde la luce in modo uniforme, mentre i capelli, sollevati e riuniti in un’acconciatura sobria, tra riccioli e ciocche, danno vita ad un vivace chiaroscuro.
Ritratta con il busto nudo, a mostrare gli acerbi seni scoperti, Ebe è avvolta, nella parte inferiore nel corpo, da un abito leggero e svolazzante, che valorizza le curve con il suo morbido panneggio.
I piedi della dea, carichi di un’infinita grazia, conferiscono all’opera estrema leggerezza. Appoggiati sulla punta, levigati con cura, sembrano sorreggere un corpo etereo.
Antonio Canova, Ebe, 1796, marmo bianco, Berlino, Alte Nationalgalerie | Foto: © Vassil opera propria | Tramite Wikimedia Commons
La Ebe di San Pietroburgo
La seconda versione di Ebe, oggi all’Ermitage, venne iniziata nel 1800 per un certo M.Duveriez, per poi passare, un anno dopo, a Giuseppina di Beauharnais. Ultimata nel 1805, fu esposta tre anni dopo al Salon parigino, per divenire parte delle collezioni Imperiali russe nel 1814. Anche in questa versione, il marmo, sapientemente lavorato, crea l'illusione di un drappeggio trasparente e svolazzante, che rafforza il senso del movimento. Purtroppo questa seconda versione di Ebe, assieme alla prima, non convinse la critica.
Il viso fu giudicato troppo poco espressivo, e quella nuvola a sorreggere la fanciulla, assieme all’aggiunta degli inserti in bronzo, proprio ai detrattori non andava giù.
“Mi sarebbe stata cosa assai facile il dargliela [l’espressione] ma certamente alle spese di essere criticato di chi sa conoscere il bello; l’Ebe sarebbe diventata una baccante” era stata la risposta di Canova. Ma nel frattempo il maestro si preparava a eseguire un altro gesso per Ebe, (oggi a Possagno), dal quale vennero realizzati i due marmi successivi: il terzo e il quarto. Uno dei pochi ad apprezzarla era stato Ippolito Pindemonte che aveva dedicato all'opera alcuni versi. “O Canova immortal, che addietro lassi / L’italico scalpello, e il greco arrivi …”.
Antonio Canova, Ebe, 1800 – 1805, marmo e bronzo dorato, 161 x 49 x 53,5. San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage, Photograph © The State Hermitage Museum, 2019
La Ebe di Chatsworth...senza la nuvola
Una fanciulla, appoggiata al tronco di un albero, avanza con il piede sinistro mentre sorregge, tra le mani, un’anfora e una coppa in bronzo. È la Ebe custodita oggi nel Castello di Chatsworth, nel Regno Unito, realizzata da Canova tra il 1808 e il 1814 per John Campbell Lord Cawdor. In questa versione la nuvola, considerata nelle versioni precedenti un elemento barocco, sparisce, sostituita dall’albero.
Antonio Canova, Ebe, 1808-1814, marmo, Bakewell, Castello di Chatsworth | Foto: © Daderot - opera propria. Pubblico dominio
Le peripezie della Ebe di Forlì
Chiunque visiti oggi la Pinacoteca civica presso i Musei di San Domenico di Forlì non può non rimanere abbagliato dalla magnetica grazia della quarta, e ultima, versione di Ebe realizzata da Canova. Il maestro vi si dedicò tra il 1816 e il 1817. A commissionare la statua era stata Veronica Zauli Naldi Guarini per la sua abitazione di palazzo Guarini Torelli di corso Garibaldi. Nel 1887 l'opera fu venduta dagli eredi di Veronica al Comune di Forlì che la acquistò dopo un'infuocata seduta del Consiglio comunale, una baruffa insomma, con tanto di appassionata arringa dei contrari sostenuta dal socialista Andrea Costa. Ma le peripezie di questo capolavoro non finiscono qui. Durante la seconda Guerra Mondiale, la Ebe di Forlì fu murata per essere preservata dalle distruzioni, per poi essere trasferita nella Pinacoteca a Palazzo Merenda. Oggi la statua brilla nella sala circolare dei Musei San Domenico, un ambiente concepito per ricordare la sala ottagonale di palazzo Guarini Torelli.
A chi si ispirò Canova?
Canova prese spunto da altri scultori per le sue Ebe? Evidentemente sì. A influenzare il maestro potrebbero essere stati artisti come Flaxman, scultore contemporaneo che sappiamo aver avuto stretti legami con il genio di Possagno. Di certo a esercitare una certa influenza per la realizzazione della Ebe deve essere stato anche il Mercurio volante di Giambologna, più antico di due secoli. È vero, la resa formale è incredibilmente diversa: Mercurio, vibrante, nella sua tensione che si propaga in ogni muscolo, incarna uno dei più riusciti esempi della figura serpentinata manierista. Ebe, invece, appare sin da subito un’icona di grazia ed armoniosa compostezza.
Leggi anche:
• Canova "rivelato". Un'opera misteriosa sotto l' Autoritratto come scultore
Grazie al maestro di Possagno, per la prima volta nella storia la scultura si smarca dalla committenza e predilige un’esecuzione che prevede diversi passaggi dai bozzetti al prototipo in gesso prima di passare alla sbozzatura del marmo. Se ancora oggi, a distanza di sue secoli, il poeta del marmo continua a commuovere il pubblico, è forse per quella scelta di portare il patrimonio immaginativo dell’universo classico al presente, attraverso un’arte animata da una profonda utopia.
“L’antico bisognava mandarselo in sangue, sino a farlo diventare naturale come la vita stessa”. Ne era convinto Canova. Già da quando, all’età di sei o sette anni, il giovane Antonio aveva eseguito - durante una cena di nobili veneziani, in una villa di Asolo - un leone di burro con tale bravura che tutti gli invitati ne rimasero meravigliati, si intuiva che il futuro campione del Neoclassicismo, avrebbe avuto un luminoso destino da artista.
Il suo incontro e confronto tra antico e moderno, che definisce il teorema perfetto del gusto neoclassico, trova una delle sue più alte rappresentazioni in Ebe, un’opera dalla storia articolata e della quale vennero realizzate quattro varianti in marmo, a partire da due diversi modelli in gesso.
Ebe, dea di gioventù
Come tutte le figure che animano i variegati sentieri del mito, anche l’identità di Ebe presenta delle varianti. C’è tuttavia una costante che connota sempre la figlia di Zeus e di Era: la sua connessione all’eterna giovinezza. Ancella e coppiera degli dei, la si ritrova spesso rappresentata nell’atto di servire nettare ed ambrosia, pietanze capaci di tenere lontana la vecchiaia. “Fra lor la veneranda Ebe versava le nettaree spume” si legge nell’Iliade.
Frugando nella letteratura latina ritroviamo la delicata Ebe in un passo delle Metamorfosi di Ovidio, mentre restituisce a Iolao le fattezze dei suoi anni giovanili. Purtroppo, dal punto di vista iconografico, l’arte antica non offre molte rappresentazioni di Ebe, tanto meno uniformi. Le sue raffigurazioni variano a seconda dell’episodio raccontato, e la sua immagine - in realtà priva di specifici attributi considerabili canonici, che potrebbero renderla riconoscibile anche senza l’indicazione scritta del nome - appare sfuggente. Anzi in alcuni casi Ebe non sembra molto diversa da Iris o Nike.
Se il Medioevo getta un’ombra sul mito di questa eterna giovane, emarginandola nel recinto della letteratura ed escludendola dall’arte, l’avvento della grande stagione rococò la riporta nuovamente in vita. Ed eccola Ebe, in veste da coppiera, nell’atto di abbeverare Zeus in forma d’aquila, nei dipinti della Francia settecentesca, dal ritratto di Anne Pitt di Lebrun alla Maria Antonietta di Drouais, fino alla sua piena affermazione grazie allo scalpello dell’artista inglese John Flaxman.

Antonio Canova, Ebe, 1796, modello in gesso, Milano, Civica galleria d'arte moderna | Foto: © Sailko - opera propria. Tramite Wikimedia Commons
Le quattro versioni
Antonio Canova realizzò la serie di sculture intitolate Ebe tra il 1796 e il 1817. Della statua che immortala la dolce dea esistono ben quattro versioni autografe, oltre all’originale modello in gesso ultimato nel 1796.
L’originale in gesso, passato da Antonio Canova al suo discepolo Pompeo Marchesi, è oggi custodito presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano. Da questo il maestro ricavò i due esemplari che si trovano a Berlino e a San Pietroburgo.
Il gesso utilizzato per gli altri due, conservati nel Regno Unito e a Forlì, si trova invece a Possagno.
L’opera arrivò nella collezione milanese nel 1861-1870, grazie alla donazione Marchesi-Fogliani. Uno dei suoi precedenti proprietari, Giuseppe Bossi, la ottenne dallo scultore stesso nel 1805 in seguito a un suo viaggio a Roma. I restauratori che hanno controllato recentemente la statua di Milano hanno riscontrato tracce di colore rosso sulle gote e sulle labbra, ma probabilmente il rosso doveva ricoprire l’intero gesso.
La Ebe di Berlino
La prima versione di Ebe, oggi visibile all’Alte Nationalgalerie di Berlino, venne commissionata dal veneziano Giuseppe Giacomo Albrizzi, e nel suo palazzo fu sistemata nel 1799. Sorretta da una nuvola, con l’incedere elegante, il braccio destro alzato a sorreggere un’anfora in bronzo, la mano sinistra a stringere una coppa pronta a deliziare gli dei con il suo contenuto, Ebe sembra danzare. Canova la immortala mentre si posa in punta di piedi, la gamba sinistra in appoggio, la destra ancora leggermente sollevata indietro. Il suo sguardo è fisso in avanti, la bocca leggermente socchiusa, mentre un sorriso appena percettibile discende sulle labbra. La pelle, quasi diafana, diffonde la luce in modo uniforme, mentre i capelli, sollevati e riuniti in un’acconciatura sobria, tra riccioli e ciocche, danno vita ad un vivace chiaroscuro.
Ritratta con il busto nudo, a mostrare gli acerbi seni scoperti, Ebe è avvolta, nella parte inferiore nel corpo, da un abito leggero e svolazzante, che valorizza le curve con il suo morbido panneggio.
I piedi della dea, carichi di un’infinita grazia, conferiscono all’opera estrema leggerezza. Appoggiati sulla punta, levigati con cura, sembrano sorreggere un corpo etereo.

Antonio Canova, Ebe, 1796, marmo bianco, Berlino, Alte Nationalgalerie | Foto: © Vassil opera propria | Tramite Wikimedia Commons
La Ebe di San Pietroburgo
La seconda versione di Ebe, oggi all’Ermitage, venne iniziata nel 1800 per un certo M.Duveriez, per poi passare, un anno dopo, a Giuseppina di Beauharnais. Ultimata nel 1805, fu esposta tre anni dopo al Salon parigino, per divenire parte delle collezioni Imperiali russe nel 1814. Anche in questa versione, il marmo, sapientemente lavorato, crea l'illusione di un drappeggio trasparente e svolazzante, che rafforza il senso del movimento. Purtroppo questa seconda versione di Ebe, assieme alla prima, non convinse la critica.
Il viso fu giudicato troppo poco espressivo, e quella nuvola a sorreggere la fanciulla, assieme all’aggiunta degli inserti in bronzo, proprio ai detrattori non andava giù.
“Mi sarebbe stata cosa assai facile il dargliela [l’espressione] ma certamente alle spese di essere criticato di chi sa conoscere il bello; l’Ebe sarebbe diventata una baccante” era stata la risposta di Canova. Ma nel frattempo il maestro si preparava a eseguire un altro gesso per Ebe, (oggi a Possagno), dal quale vennero realizzati i due marmi successivi: il terzo e il quarto. Uno dei pochi ad apprezzarla era stato Ippolito Pindemonte che aveva dedicato all'opera alcuni versi. “O Canova immortal, che addietro lassi / L’italico scalpello, e il greco arrivi …”.

Antonio Canova, Ebe, 1800 – 1805, marmo e bronzo dorato, 161 x 49 x 53,5. San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage, Photograph © The State Hermitage Museum, 2019
La Ebe di Chatsworth...senza la nuvola
Una fanciulla, appoggiata al tronco di un albero, avanza con il piede sinistro mentre sorregge, tra le mani, un’anfora e una coppa in bronzo. È la Ebe custodita oggi nel Castello di Chatsworth, nel Regno Unito, realizzata da Canova tra il 1808 e il 1814 per John Campbell Lord Cawdor. In questa versione la nuvola, considerata nelle versioni precedenti un elemento barocco, sparisce, sostituita dall’albero.

Antonio Canova, Ebe, 1808-1814, marmo, Bakewell, Castello di Chatsworth | Foto: © Daderot - opera propria. Pubblico dominio
Le peripezie della Ebe di Forlì
Chiunque visiti oggi la Pinacoteca civica presso i Musei di San Domenico di Forlì non può non rimanere abbagliato dalla magnetica grazia della quarta, e ultima, versione di Ebe realizzata da Canova. Il maestro vi si dedicò tra il 1816 e il 1817. A commissionare la statua era stata Veronica Zauli Naldi Guarini per la sua abitazione di palazzo Guarini Torelli di corso Garibaldi. Nel 1887 l'opera fu venduta dagli eredi di Veronica al Comune di Forlì che la acquistò dopo un'infuocata seduta del Consiglio comunale, una baruffa insomma, con tanto di appassionata arringa dei contrari sostenuta dal socialista Andrea Costa. Ma le peripezie di questo capolavoro non finiscono qui. Durante la seconda Guerra Mondiale, la Ebe di Forlì fu murata per essere preservata dalle distruzioni, per poi essere trasferita nella Pinacoteca a Palazzo Merenda. Oggi la statua brilla nella sala circolare dei Musei San Domenico, un ambiente concepito per ricordare la sala ottagonale di palazzo Guarini Torelli.
A chi si ispirò Canova?
Canova prese spunto da altri scultori per le sue Ebe? Evidentemente sì. A influenzare il maestro potrebbero essere stati artisti come Flaxman, scultore contemporaneo che sappiamo aver avuto stretti legami con il genio di Possagno. Di certo a esercitare una certa influenza per la realizzazione della Ebe deve essere stato anche il Mercurio volante di Giambologna, più antico di due secoli. È vero, la resa formale è incredibilmente diversa: Mercurio, vibrante, nella sua tensione che si propaga in ogni muscolo, incarna uno dei più riusciti esempi della figura serpentinata manierista. Ebe, invece, appare sin da subito un’icona di grazia ed armoniosa compostezza.

• Canova "rivelato". Un'opera misteriosa sotto l' Autoritratto come scultore
Notizie

I Musei Vaticani celebrano Canova. Una sala inedita e un percorso diffuso per "il principe degli scultori"

Antonio Canova, l'uomo e l'artista nell'Epistolario a cura di Giuseppe Pavanello

In principio era l'argilla. Antonio Canova protagonista di una grande mostra a Washington

Due secoli senza Canova. Tutti gli appuntamenti con il maestro che fermò nel marmo la bellezza

La Maddalena giacente, l'ultimo capolavoro di Canova, ospite d'eccezione della grande mostra a Bassano dedicata al maestro

Canova e Fidia: a Villa Carlotta un incontro nel segno dell'antico

All'asta da Christie's la Maddalena giacente di Canova

L'altro volto di Canova, il genio europeo che insegnò al mondo la speranza

Canova in Umbria, una storia da riscoprire

Ritrovata la Maddalena penitente, dipinto perduto di Canova

Se l'arte trionfa sulla guerra. "La Pace di Kiev" di Antonio Canova ospite illustre a Palazzo Vecchio

Canova e il dolore. Le due stele Mellerio si incontrano a Possagno

Un Canova segreto si svela a Treviso

Quella statua da giardino è di Canova! La Maddalena ritrovata va all'asta da Christie's

A Possagno Canova a tu per tu con la scultura contemporanea

Nella primavera di Treviso brilla Antonio Canova

Canova tra innocenza e peccato. Al Mart un dialogo con i grandi fotografi del XX secolo

La rinascita di Ebe: Canova in mostra ai Musei Civici di Bassano

Canova e Bologna: le origini della Pinacoteca nazionale raccontate in una mostra

Il 2022 dei Musei Civici di Bassano è nel segno di Canova

Caravaggio e Canova: un dialogo inedito nel segno della Maddalena

La rinascita di Paolina. Al via a Possagno le celebrazioni per i 200 anni di Canova

Paolina superstar alla Gypsotheca di Possagno. Una mostra ripercorre la storia del capolavoro di Canova

Un laboratorio di restauro nelle cucine di Canova

Il Canova ''rivelato''. Un'opera misteriosa sotto l'Autoritratto come scultore

Verso il 2022, nel segno di Canova

La Paolina Borghese ferita potrà guarire. Ne parla il restauratore della Gypsotheca Canova

Canova e la danza in diretta dal Museo e Gypsotheca di Possagno

Amore e Psiche: la favola dell’anima secondo Canova

La bellezza secondo Canova: Paolina Borghese come Venere vincitrice

Canova, Leonardo, Van Gogh e Frida superstar su ARTE.it

Canova e Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna

L'eterna bellezza di Canova in mostra a Palazzo Braschi

I volti ideali di Antonio Canova presto alla GAM di Milano

Canova e Carrara in mostra al CARMI

A Napoli il trionfo è di Canova. Chiude con 300mila presenze la mostra al MANN

Canova si racconta: al Museo e Real Bosco di Capodimonte un restauro in mostra

Il busto di Lucrezia d'Este di Canova venduto all'asta per 2,5 milioni di euro

Canova e l'Antico: parla il direttore del MANN Paolo Giulierini

Canova protagonista assoluto della primavera al MANN

A Possagno per i 200 anni del Tempio canoviano

Canova vs Napoleone: Il tesoro ritrovato

Canova e Pompei protagonisti a San Pietroburgo

"Rivoluzione Canova": da Possagno al grande schermo. Presto un film sull'artista, firmato ARTE.it

L’Arte di mostrare l’Arte: Xavier Salomon premiato per “Il George Washington di Canova”

Ritorna a Possagno il George Washington di Canova

Il Busto della Pace di Canova aggiudicato per 5.3 milioni di sterline

Debutta a Venezia Magister Canova

Presto all’asta il Busto della Pace, capolavoro ritrovato di Canova

L'ultima notte di Antonio Canova nel racconto di Gabriele Dadati

New York celebra il genio di Antonio Canova

Nuova vita alla Gypsotheca di Canova

Xavier Salomon: quando Canova scolpì Washington

Come ti porto Canova a New York, parola di Franca Coin

Il Washington di Canova è pronto al decollo

Al Museo Civico di Bassano i duemila disegni di Canova "da sfogliare"

Nella Gipsoteca di Possagno, il Canova prende vita. La rivoluzione digitale firmata Asolana

"Infinito" Canova. Il trionfo di Paolina Borghese: novità al Museo di Possagno
FOTO
MOSTRE
-
DAL 25/03/2022 AL 26/06/2022 Treviso | Museo Bailo
L’Ottocento svelato: da Canova al romanticismo storico
-
DAL 14/05/2022 AL 25/09/2022 Treviso | Museo Bailo
Canova gloria trevigiana: dalla bellezza classica all’annuncio romantico
-
DAL 12/03/2022 AL 12/06/2022 Possagno | Museo Gypsotheca Antonio Canova
Antonio Canova e la scultura contemporanea
-
DAL 05/05/2022 AL 05/11/2022 Possagno | Museo Gypsotheca Antonio Canova
Canova e il dolore. Le stele Mellerio e il rinnovamento della rappresentazione sepolcrale
-
DAL 11/05/2022 AL 18/09/2022 Firenze | Palazzo Vecchio
ANTONIO CANOVA. La pace di Kiev. L’arte vince sulla guerra
-
DAL 17/12/2021 AL 18/04/2022 Rovereto | Mart Rovereto
Canova tra innocenza e peccato
-
DAL 04/12/2021 AL 20/02/2022 Bologna | Pinacoteca Nazionale di Bologna
Antonio Canova e Bologna. Alle origini della Pinacoteca
-
DAL 30/11/2019 AL 13/09/2020 Vicenza | Palladio Museum
Un architetto al tempo di Canova: Alessandro Papafava e la sua raccolta
-
DAL 01/08/2019 AL 10/06/2020 Carrara | Villa Fabbricotti - Parco Padula
CANOVA - Il viaggio a Carrara
-
DAL 25/10/2019 AL 28/06/2020 Milano | Gallerie d'Italia - Piazza Scala
Canova | Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna
-
DAL 23/11/2019 AL 05/12/2019 Mantova | Galleria Arianna Sartori
Gianfranco Paulli (1948 - 2018): Lo spirito di Canova rinasce
-
DAL 25/10/2019 AL 15/03/2020 Milano | GAM - Galleria d’Arte Moderna
Canova. I volti ideali
-
DAL 09/10/2019 AL 21/06/2020 Roma | Museo di Roma
Canova. Eterna bellezza
-
DAL 06/05/2019 AL 12/01/2020 Napoli | Museo e Real Bosco di Capodimonte
Canova, un restauro in mostra
-
DAL 01/07/2019 AL 30/09/2019 Bibione - San Michele al Tagliamento | Delegazione Comunale
Canova Experience
-
DAL 28/03/2019 AL 30/06/2019 Napoli | MANN - Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Canova e l'Antico
-
DAL 28/03/2019 AL 30/06/2019 Napoli | Museo Archeologico Nazionale di Napoli
C+ by Magister: suggestioni immersive
-
DAL 11/11/2018 AL 28/04/2019 Possagno | Gypsotheca e Museo Antonio Canova
Canova George Washington
-
DAL 16/06/2018 AL 22/11/2018 Venezia | Scuola Grande della Misericordia
Magister Canova
-
DAL 17/03/2018 AL 07/10/2018 Bologna | Collezioni Comunali d'Arte
Creti Canova Hayez. La nascita del gusto moderno tra '700 e '800 nelle Collezioni Comunali d'Arte
-
DAL 23/05/2018 AL 23/09/2018 New York | Frick Collection
Canova’s George Washington
-
DAL 29/09/2017 AL 08/07/2018 Venezia | Gallerie dell’Accademia
CANOVA, HAYEZ, CICOGNARA. L'Ultima gloria di Venezia
-
DAL 22/02/2025 AL 22/02/2025 |