Guida alla stagione 2019-2020
Bruges Sounds Great. Le Fiandre a tempo di musica
Concert Hall, Concertgebouw, Bruges, MA Festival | Courtesy of Concertgebouw
Francesca Grego
04/06/2019
Bruges suona alla grande. Oltre l’incanto dei canali, i capolavori dei Primitivi fiamminghi e gli edifici carichi di storia, per tutto l’anno la Perla delle Fiandre offre ai suoi visitatori un ricco programma musicale e le performance di un’orchestra di fama mondiale.
Non è un caso che il simbolo della città sia la torre medievale del Belfort, con un carillon di 47 campane settecentesche che tuttora si esibisce in suggestivi concerti. Ed è proprio il suono delle campane a guidarci fino al Concertgebouw, il modernissimo auditorium e centro culturale costruito nel 2002 che con i suoi festival attrae appassionati di musica da tutta Europa: sul tetto di questo scenografico complesso le vecchie campane della Torre Civica, scampate all’incendio del 1741, invitano i visitatori ad azionarle come un ponte sonoro tra le epoche. Ai piani inferiori installazioni artistiche e musicali introducono alla Concert Hall, tra le migliori del continente, e alla Chamber Music Hall, entrambe progettate dagli architetti Paul Robbrecht e Hilde Daem con sofisticate tecnologie e criteri acustici d’avanguardia.
Un’eccezionale qualità del suono e un’offerta musicale di livello, capace di spaziare dal Medioevo al pop contemporaneo, sono i marchi di fabbrica degli eventi al Concertgebouw. A partire dal MA Festival, la prestigiosa rassegna di musica antica nata nel 1964 e impegnata in progetti di ricerca con grandi artisti di ogni provenienza. Quest’anno si svolgerà dal 2 all’11 agosto, portando l’attenzione sui temi legati alla tecnologia. Il titolo Ex Machina. God, mens and machine annuncia un viaggio tra uomini virtuosi come dei e divinità incredibilmente simili a esseri umani, fino agli interrogativi che l’intelligenza artificiale, novello fuoco di Prometeo, pone anche a chi si occupa di musica. Concerti, competizioni tra giovani talenti internazionali e un’interessante sezione OFF animeranno le dieci giornate del festival da mattino a sera inoltrata.
Ma la città fiamminga è pronta a offrire molto di più. Mille voci, suoni e generi diversi echeggiano nel calendario 2019-2020 del Concertgebouw, che indaga il tema delle identità da molteplici angolazioni. Compositori e interpreti di tutto il mondo si danno appuntamento nell’iconico edificio in mattoncini rossi, specchio della città contemporanea in equilibrio tra presente e passato, ricettacolo delle influenze culturali più varie.
Identità fluide resistenti a ogni etichetta si confrontano con le tradizioni del passato, quando la musica era fatta di scuole nazionali. A rassegne sui capolavori di Grieg, Sibelius, Bartok e Rimsky-Korsakov, che per la prima volta portarono nel repertorio classico il folklore dei diversi paesi europei, fanno da contrappeso concerti dedicati alle esperienze di contaminazione attuali, come quelle delle ruandesi Teta Diana e Dalilla Hermans o di Chineke!, trascinante orchestra black.
Anche gli strumenti sono testimoni di identità in transito. È il caso dell’oud, che con le sue derivazioni è protagonista della rassegna Handpicked in programma per settembre prossimo: dalla sua culla in Medio Oriente ha viaggiato di mano in mano, dando origine a strumenti come il liuto - che in Europa fu progenitore della chitarra - la pipa cinese, la biwa giapponese e perfino l’ukulele hawaiano, con il cavaquinho portoghese come intermediario.
Imperdibili il 28 settembre e il 29 novembre sono le première di Anima Eterna, l’orchestra che porta alto il nome di Bruges in seguitissime tournée internazionali: dal 1987 i musicisti diretti da Jan van Immerseel si confrontano con un repertorio che spazia da Monteverdi a Gershwin, con l’obiettivo di restituire al pubblico i soundscape originali in cui i più grandi compositori crearono ciascuno dei brani eseguiti. Un lavoro di ricerca notevole, che quest’anno incontra le sonorità romantiche di Schubert e la musica russa dell’Otto-Novecento, con Rimsky-Korsakov, Rachmaninov e Prokofiev.
L’inverno al Concertgebouw è la stagione della danza, con il festival December Dance a cura di Needcompany. Sul palco produzioni della nota compagnia contemporanea di Ghent si alterneranno alle performance di stelle internazionali come William Forsythe e Marlene Monteiro Freitas, senza dimenticare i talenti emergenti di Sung-Im Her e Mahamed Toukabri.
Aspettando il nuovo anno, che riunirà a Bruges icone della musica di sempre e protagonisti della scena attuale. A gennaio la Bach Academy renderà omaggio al compositore tedesco e alla sua gloriosa famiglia di musicisti con una rassegna di cinque giorni. Ospiti d’onore, il maestro Philippe Herrewege e il Collegium Vocale di Ghent, che nel 2020 festeggia il cinquantesimo compleanno.
Ma nel 2020 ricorre anche un altro importante anniversario: a dicembre il Concertgebouw celebrerà i 250 anni dalla nascita di Ludwig van Beethoven con un grande concerto: in scaletta sinfonie e brani per pianoforte da cantare insieme, in un invito alla fratellanza nel nome della musica.
Chi ama il pianoforte non perderà il festival Too many keys, dedicato ai suoni minimalisti di Philip Glass, Steve Reich e Julius Eastman (10 e 11 aprile), mentre a febbraio Tête-à- tête sfrutterà le potenzialità della raffinata Chamber Hall in un mese di concerti da vivere a distanza ravvicinata, con ensemble da camera di fama internazionale. E se marzo rende omaggio al grande compositore di Bruges Joseph Ryelandt (1870 - 1865), a inaugurare l’estate sarà la prestigiosa Budapest Orchestra di Ivàn Fischer, che da anni porta il suo singolare approccio alla musica classica in giro per scuole, sinagoghe, villaggi di campagna, stimolando alla partecipazione anche platee di bimbi autistici.
E per finire, l’atteso appuntamento con Bruges Gold, il festival che getta un ponte tra la musica e il patrimonio artistico-culturale della Perla delle Fiandre (20 - 24 maggio): cinque giorni per immergersi nell’età d’oro della città con le note come filo conduttore, tra cori polifonici, composizioni sacre e profane, workshop aperti a tutti. Partendo dai misteri del leggendario Lucca Choirbook, gli eventi di questa edizione esplorano i legami di Bruges con l’Italia del Rinascimento: un incontro destinato a cambiare la storia delle arti e il volto della città. In primo piano due personaggi dal fascino indiscutibile, il compositore Guillaume Dufay e il mercante italiano Giovanni Arnolfini, immortalato da Jan van Eyck in due celebri capolavori.
Non è un caso che il simbolo della città sia la torre medievale del Belfort, con un carillon di 47 campane settecentesche che tuttora si esibisce in suggestivi concerti. Ed è proprio il suono delle campane a guidarci fino al Concertgebouw, il modernissimo auditorium e centro culturale costruito nel 2002 che con i suoi festival attrae appassionati di musica da tutta Europa: sul tetto di questo scenografico complesso le vecchie campane della Torre Civica, scampate all’incendio del 1741, invitano i visitatori ad azionarle come un ponte sonoro tra le epoche. Ai piani inferiori installazioni artistiche e musicali introducono alla Concert Hall, tra le migliori del continente, e alla Chamber Music Hall, entrambe progettate dagli architetti Paul Robbrecht e Hilde Daem con sofisticate tecnologie e criteri acustici d’avanguardia.
Un’eccezionale qualità del suono e un’offerta musicale di livello, capace di spaziare dal Medioevo al pop contemporaneo, sono i marchi di fabbrica degli eventi al Concertgebouw. A partire dal MA Festival, la prestigiosa rassegna di musica antica nata nel 1964 e impegnata in progetti di ricerca con grandi artisti di ogni provenienza. Quest’anno si svolgerà dal 2 all’11 agosto, portando l’attenzione sui temi legati alla tecnologia. Il titolo Ex Machina. God, mens and machine annuncia un viaggio tra uomini virtuosi come dei e divinità incredibilmente simili a esseri umani, fino agli interrogativi che l’intelligenza artificiale, novello fuoco di Prometeo, pone anche a chi si occupa di musica. Concerti, competizioni tra giovani talenti internazionali e un’interessante sezione OFF animeranno le dieci giornate del festival da mattino a sera inoltrata.
Ma la città fiamminga è pronta a offrire molto di più. Mille voci, suoni e generi diversi echeggiano nel calendario 2019-2020 del Concertgebouw, che indaga il tema delle identità da molteplici angolazioni. Compositori e interpreti di tutto il mondo si danno appuntamento nell’iconico edificio in mattoncini rossi, specchio della città contemporanea in equilibrio tra presente e passato, ricettacolo delle influenze culturali più varie.
Identità fluide resistenti a ogni etichetta si confrontano con le tradizioni del passato, quando la musica era fatta di scuole nazionali. A rassegne sui capolavori di Grieg, Sibelius, Bartok e Rimsky-Korsakov, che per la prima volta portarono nel repertorio classico il folklore dei diversi paesi europei, fanno da contrappeso concerti dedicati alle esperienze di contaminazione attuali, come quelle delle ruandesi Teta Diana e Dalilla Hermans o di Chineke!, trascinante orchestra black.
Anche gli strumenti sono testimoni di identità in transito. È il caso dell’oud, che con le sue derivazioni è protagonista della rassegna Handpicked in programma per settembre prossimo: dalla sua culla in Medio Oriente ha viaggiato di mano in mano, dando origine a strumenti come il liuto - che in Europa fu progenitore della chitarra - la pipa cinese, la biwa giapponese e perfino l’ukulele hawaiano, con il cavaquinho portoghese come intermediario.
Imperdibili il 28 settembre e il 29 novembre sono le première di Anima Eterna, l’orchestra che porta alto il nome di Bruges in seguitissime tournée internazionali: dal 1987 i musicisti diretti da Jan van Immerseel si confrontano con un repertorio che spazia da Monteverdi a Gershwin, con l’obiettivo di restituire al pubblico i soundscape originali in cui i più grandi compositori crearono ciascuno dei brani eseguiti. Un lavoro di ricerca notevole, che quest’anno incontra le sonorità romantiche di Schubert e la musica russa dell’Otto-Novecento, con Rimsky-Korsakov, Rachmaninov e Prokofiev.
L’inverno al Concertgebouw è la stagione della danza, con il festival December Dance a cura di Needcompany. Sul palco produzioni della nota compagnia contemporanea di Ghent si alterneranno alle performance di stelle internazionali come William Forsythe e Marlene Monteiro Freitas, senza dimenticare i talenti emergenti di Sung-Im Her e Mahamed Toukabri.
Aspettando il nuovo anno, che riunirà a Bruges icone della musica di sempre e protagonisti della scena attuale. A gennaio la Bach Academy renderà omaggio al compositore tedesco e alla sua gloriosa famiglia di musicisti con una rassegna di cinque giorni. Ospiti d’onore, il maestro Philippe Herrewege e il Collegium Vocale di Ghent, che nel 2020 festeggia il cinquantesimo compleanno.
Ma nel 2020 ricorre anche un altro importante anniversario: a dicembre il Concertgebouw celebrerà i 250 anni dalla nascita di Ludwig van Beethoven con un grande concerto: in scaletta sinfonie e brani per pianoforte da cantare insieme, in un invito alla fratellanza nel nome della musica.
Chi ama il pianoforte non perderà il festival Too many keys, dedicato ai suoni minimalisti di Philip Glass, Steve Reich e Julius Eastman (10 e 11 aprile), mentre a febbraio Tête-à- tête sfrutterà le potenzialità della raffinata Chamber Hall in un mese di concerti da vivere a distanza ravvicinata, con ensemble da camera di fama internazionale. E se marzo rende omaggio al grande compositore di Bruges Joseph Ryelandt (1870 - 1865), a inaugurare l’estate sarà la prestigiosa Budapest Orchestra di Ivàn Fischer, che da anni porta il suo singolare approccio alla musica classica in giro per scuole, sinagoghe, villaggi di campagna, stimolando alla partecipazione anche platee di bimbi autistici.
E per finire, l’atteso appuntamento con Bruges Gold, il festival che getta un ponte tra la musica e il patrimonio artistico-culturale della Perla delle Fiandre (20 - 24 maggio): cinque giorni per immergersi nell’età d’oro della città con le note come filo conduttore, tra cori polifonici, composizioni sacre e profane, workshop aperti a tutti. Partendo dai misteri del leggendario Lucca Choirbook, gli eventi di questa edizione esplorano i legami di Bruges con l’Italia del Rinascimento: un incontro destinato a cambiare la storia delle arti e il volto della città. In primo piano due personaggi dal fascino indiscutibile, il compositore Guillaume Dufay e il mercante italiano Giovanni Arnolfini, immortalato da Jan van Eyck in due celebri capolavori.
Alla scoperta della città di Van Eyck e dei Maestri fiamminghi su www.visitbruges.be
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