Dal 19 marzo al 30 maggio al Museo Gypsotheca Antonio Canova
Paolina superstar alla Gypsotheca di Possagno. Una mostra ripercorre la storia del capolavoro di Canova
Antonio Canova, Paolina Borghese come Venere Vincitrice, 1804-1808, Gesso, Museo Gypsotheca Antonio Canova, Possagno | Foto: © Lino Zanesco
Samantha De Martin
04/03/2021
Simile a una Venere classica, languidamente distesa su un’agrippina, il volto idealizzato, il busto scoperto, un braccialetto al polso a ricordarne la dimensione umana, la Paolina Borghese di Antonio Canova ammicca al visitatore, pudica e sensuale al tempo stesso, con uno sguardo magnetico, carico di erotismo.
Dopo il restauro delle dita del piede - danneggiate lo scorso luglio da un turista distratto - la regina del Museo Gypsotheca Antonio Canova sarà al centro della mostra Paolina. Storia di un Capolavoro.
Il percorso, in programma al Museo di Possagno dal 19 marzo al 30 maggio, inaugura le celebrazioni propedeutiche agli anniversari canoviani del 2022, anno in cui ricorre il bicentenario della morte dello scultore.
In attesa di svelare nel dettaglio tutti gli appuntamenti dell’agenda “canoviana”, il Museo veneto decide di omaggiare l’opera più sensuale di Canova dedicandole una mostra volta a valorizzare il percorso compiuto dall’artista per realizzare il capolavoro definitivo. Partendo dai lavori grafici, pittorici e plastici che hanno preceduto la sua nascita, la mostra segue le vicende storiche del modello in gesso, dalla genesi ai giorni nostri, proponendo anche un confronto sul tema del restauro.
“La mostra - spiega Moira Mascotto, direttore del Museo Gypsotheca Antonio Canova e curatrice dell’esposizione - è stata pensata poco tempo dopo il danneggiamento subito dal capolavoro canoviano, occorso lo scorso luglio. Oltre a voler celebrare l’opera e la conclusione dei lavori di restauro, la mostra vuole far riflettere sulla necessità di salvaguardare l’intero patrimonio artistico, memoria storica di ogni civiltà”.
Antonio Canova, Paolina Borghese come Venere Vincitrice, 1804-1808, Gesso, Museo Gypsotheca Antonio Canova, Possagno | Foto: © Lino Zanesco
Per valorizzare il percorso della prima mostra a inaugurare nelle sale del museo dopo il difficile periodo legato alla pandemia, la curatrice ha selezionato una serie di opere esposte in maniera permanente nelle sale di Casa Canova, “studi” confluiti nelle scelte finali adottate dall’artista per la realizzazione della Paolina.
Tempere come Danzatrici e Ninfe con amorini e Muse affiancheranno i lavori plastici come la Ebe e le tre Danzatrici, le celebri Teste Ideali, i busti femminili della famiglia Bonaparte e alcuni dipinti a olio realizzati da un giovane Canova.
Tra i pezzi presenti anche la Venere con Fauno e Venere con specchio, di tradizione veneziana cinquecentesca, dove il corpo femminile, come per la Paolina, giace comodamente sdraiato su un fianco.
Il gesso canoviano e le vicende storiche
La seconda parte del progetto ripercorre invece le vicende storiche del gesso. Preziosi documenti d’archivio appartenenti al patrimonio possagnese aiuteranno il visitatore a ripercorrerne il trasporto via mare, e poi il viaggio fino a Possagno a bordo di carri trainati da buoi, fino alla definitiva collocazione, a partire dal 1836, nella Gypsotheca costruita per volontà di Giovanni Battista Sartori.
Da Torino a Possagno, via mare e su un carro trainato da buoi: il lungo viaggio di Paolina verso il Museo Canova
Paolina Bonaparte come Venere vincitrice era stata realizzata da Canova tra il 1804 e il 1808 su commissione del principe Camillo Borghese che voleva farne dono alla sua giovane sposa.
Per rappresentare la sorella prediletta di Napoleone, il maestro si era ispirato all’arte del passato, greca e romana, e al Rinascimento italiano, in particolar modo veneto.
Il capolavoro - pagato da Camillo Borghese seimila scudi - fu destinato alla residenza torinese di Camillo che, in città, ricopriva la carica di Governatore Generale dei Dipartimenti transalpini. Sebbene le fonti non ci dicano con certezza se Paolina abbia posato senza veli, la sua nudità sensuale dovette suscitare all’epoca non poco scalpore.
Antonio Canova, Dal ciclo di tempere sulla danza appena restaurate, Gypsotheca e Museo Antonio Canova, Possagno | Foto: © Fabio Zonta
“È giusto che rimanga nascosta agli sguardi altrui”
Trasportata al palazzo Borghese di Campo Marzio dopo la caduta di Napoleone, la statua rimase esposta fino a quando, nel 1820, Camillo Borghese decise di smontarla e di chiuderla in una cassa. Il tramonto dell'era napoleonica aveva fatto diventare l'opera totalmente decontestualizzata, sia come immagine che come simbolo. Per non parlare delle malattie e degli affanni che affliggevano una Paolina non più giovane. Fu proprio lei a chiedere la rimozione della statua, come si legge nella lettera del 22 gennaio 1818 al marito.
“Camillo, vorrei pregarvi di farmi un piacere... So che talvolta consentite a qualcuno di vedere la mia statua di marmo. Sarei lieta che questo non accadesse più, perché la nudità della scultura sfiora l'indecenza. È stata creata per il vostro piacere, ora non è più così, ed è giusto che rimanga nascosta agli sguardi altrui” scriveva.
Il gesso e la Grande Guerra
La mostra dedicata al gesso di Paolina Borghese riporterà il pubblico alle vicende della Grande Guerra, durante i quali la statua venne duramente oltraggiata, come documenta la campagna fotografica condotta in quegli anni da Stefano e Siro Serafin.
Ad arricchire questa sezione saranno la Najade, la Ebe, la Venere che esce dal bagno, la Danzatrice col dito al mento, gessi anche questi danneggiati durante la guerra. Queste straordinarie testimonianze che, al contrario del gesso di paolina - integrato nel 2003 grazie all’ausilio delle moderne tecnologie applicate ai beni culturali - non sono state oggetto di restauro, avvieranno una riflessione sul rapporto danneggiamento/restauro.
Il percorso strizzerà l’occhio anche all’ultimo danneggiamento del gesso da parte di un visitatore lo scorso luglio. Un catalogo illustrerà invece il percorso creativo dell’opera, con la storia del modello in gesso e una nuova lettura storica della figura di Paolina Bonaparte.
Alla scoperta di Paolina con una guida d’eccezione
In occasione della mostra alla Gypsotheca si svolgeranno tre appuntamenti che sveleranno ai visitatori il percorso creativo compiuto dallo scultore, ripercorrendo le vicende storiche del gesso di Possagno, fino all’ultimo restauro. Guida d’eccezione sarà il direttore del Museo, Moira Mascotto.
Le visite guidate - in programma il 20 marzo, il 17 aprile e il 15 maggio alle 16 - si terranno al museo ogni sabato e domenica per trasferirsi online in caso di chiusura imposta dalle misure imposte dalla pandemia.
Paolina Borghese & the kids
In collaborazione con il fumettista Valentino Villanova, il Museo Gypsotheca Antonio Canova guarda anche ai più piccoli, proponendo ai giovani visitatori la rilegatura di un taccuino con i fumetti che illustrano la storia di Paolina e il danneggiamento dell’opera. L’intento è di educare anche il pubblico più giovane a un senso civico di responsabilità nei confronti del patrimonio artistico.
Appuntamento il 27 marzo, il 24 aprile e il 22 maggio alle 16.
Una mostra "family friendly"
Il Museo Canova guarda anche alle famiglie grazie ad apposite visite guidate in programma ogni primo sabato del mese e ogni domenica pomeriggio.
Ogni mercoledì, a partire dal 24 marzo e fino all’8 aprile, in diretta dalla pagina Facebook del Museo Gypsotheca Antonio Canova, verrà proposto un ciclo di dirette gratuite con i saggisti del catalogo della mostra Paolina. Storia di un capolavoro.
Info e orari disponibili sul sito ufficiale.
Possagno, Tempio canoviano | Courtesy Museo Gypsotheca Antonio Canova
Leggi anche:
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“La mostra - spiega Moira Mascotto, direttore del Museo Gypsotheca Antonio Canova e curatrice dell’esposizione - è stata pensata poco tempo dopo il danneggiamento subito dal capolavoro canoviano, occorso lo scorso luglio. Oltre a voler celebrare l’opera e la conclusione dei lavori di restauro, la mostra vuole far riflettere sulla necessità di salvaguardare l’intero patrimonio artistico, memoria storica di ogni civiltà”.
Antonio Canova, Paolina Borghese come Venere Vincitrice, 1804-1808, Gesso, Museo Gypsotheca Antonio Canova, Possagno | Foto: © Lino Zanesco
Per valorizzare il percorso della prima mostra a inaugurare nelle sale del museo dopo il difficile periodo legato alla pandemia, la curatrice ha selezionato una serie di opere esposte in maniera permanente nelle sale di Casa Canova, “studi” confluiti nelle scelte finali adottate dall’artista per la realizzazione della Paolina.
Tempere come Danzatrici e Ninfe con amorini e Muse affiancheranno i lavori plastici come la Ebe e le tre Danzatrici, le celebri Teste Ideali, i busti femminili della famiglia Bonaparte e alcuni dipinti a olio realizzati da un giovane Canova.
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Per rappresentare la sorella prediletta di Napoleone, il maestro si era ispirato all’arte del passato, greca e romana, e al Rinascimento italiano, in particolar modo veneto.
Il capolavoro - pagato da Camillo Borghese seimila scudi - fu destinato alla residenza torinese di Camillo che, in città, ricopriva la carica di Governatore Generale dei Dipartimenti transalpini. Sebbene le fonti non ci dicano con certezza se Paolina abbia posato senza veli, la sua nudità sensuale dovette suscitare all’epoca non poco scalpore.
Antonio Canova, Dal ciclo di tempere sulla danza appena restaurate, Gypsotheca e Museo Antonio Canova, Possagno | Foto: © Fabio Zonta
“È giusto che rimanga nascosta agli sguardi altrui”
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“Camillo, vorrei pregarvi di farmi un piacere... So che talvolta consentite a qualcuno di vedere la mia statua di marmo. Sarei lieta che questo non accadesse più, perché la nudità della scultura sfiora l'indecenza. È stata creata per il vostro piacere, ora non è più così, ed è giusto che rimanga nascosta agli sguardi altrui” scriveva.
Il gesso e la Grande Guerra
La mostra dedicata al gesso di Paolina Borghese riporterà il pubblico alle vicende della Grande Guerra, durante i quali la statua venne duramente oltraggiata, come documenta la campagna fotografica condotta in quegli anni da Stefano e Siro Serafin.
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